RICONVERSIONE MORALE PER IL 2015
Non basta dire che i buoni sono diventati più buoni ed i cattivi ancora più cattivi. Non si tratta nemmeno di fare una classifica come in un campionato di calcio. Ed il fenomeno, oggetto della trattazione, non è limitato nel tempo e nello spazio. Quando sentiamo parlare di globalizzazione dovremmo senza dubbio approfondire il concetto che non può essere esteso alla propria abitazione, alla scuola, al mondo del lavoro, della cultura e della religione. E qui, sia ben chiaro, pur essendo cattolici non parliamo di cattolicesimo, ma di religione universale. Attiva nel campo sociale, e religioso, naturalmente. Per semplificare il concetto, annotiamo una religione nel rispetto di tutti i credenti e con una cooperazione ad un concetto religioso multiplo. Non si può chiedere a nessuno di rinnegare il proprio credo, ma il coordinamento e la pacifica collaborazione, dovrebbe innanzitutto creare un clima di tolleranza, naturalmente senza alcuna preclusione. Diceva Madre Teresa di Calcutta: “ Il mondo ha più bisogno d’amore che di pane.”. Non sono dei voli di fantasia, ma estratti di concetti di un “homo sapiens” normale che si accinge ad affrontare questo annoso problema e condividerlo in via informatica con i lettori su supporto anche cartaceo. Oggi sentiamo parlare di fondamentalismi, di estremismo, di terrorismo, di intolleranza religiosa. La medesima, a mio avviso, non si fonda solamente sulla diversità della razza e della religione, ma anche nella diversità per futili motivi. Se il vicino di casa, in appartamento attiguo in un grosso condominio, fuma una sigaretta sul balcone perché la moglie glielo ha vietato di farlo in casa e disturba il vicino che non sopporta il fumo, non c’è bisogno di venire alle mani. Basta trovare una via di mezzo per appacificare i contendenti ad un virtuale predominio condominiale. L’uomo d’oggi conosce tutte le religioni, ma di solito ne segue una sola. E le altre? Certamente non vanno escluse da un contesto sociale multietnico e multirazziale, ma vanno rispettate, in un clima di estrema tolleranza senza dar luogo al fanatismo religioso, razziale o addirittura calcistico. E coloro che hanno seguito le vicende del calcio nell’anno in corso, con l’assassinio di un giovane tifoso della squadra avversario, si renderanno conto che l’intolleranza può avere varie radici. Oltre alla razza ed alla religione, si aggiunge anche il tifo per questa o per quella squadra solo perché ha perso una partita!!! Il discorso a questo punto diventa drammatico, ma anche ridicolo. Uccidere un tifoso della squadra avversaria. E qui affondiamo nella demenza, ben consci di riportare dei casi limite. Intolleranza sportiva, tifoseria, violenza. Uccidere un essere umano, magari coetaneo, per una normale partita di pallone è a dir poco assurdo. Abbandoniamo la pratica sportiva per arrivare nel mondo multietnico e multirazziale, accorciato fisicamente ma non moralmente dai moderni mezzi di trasporto. Stiamo assistendo a crimini atroci di innocenti, come vecchi, donne e bambini, con stragi di innocenti, che nessuna religione evoluta, a mio avviso, potrebbe giustificare. L’uomo si deve confrontare prima con se stesso, come essere razionale e poi con gli altri come essere umano facente parte di una collettività che deve usare lo scudo della religione per difendere i propri diritti. Il diritto alla vita è sancito dalla maggior parte delle religioni e degli statuti politici e morali scritti su tavole di creta tanti anni fa. Nel Cilento esistono delle cittadine ordinate e da segnalare come esempio di pacifica convivenza tra residenti ed immigrati, della penisola o meno. Stiamo parlando di emigranti della Grecia ed anche dell’Asia minore che sono stati accolti nel Cilento come lavoratori immigrati. Proprio come avviene oggi. E qui dovremmo parlare dei cicli e ricicli vichiani che, dopo secoli dalla scuola eleatica, costituiscono per la scuola moderna e del computer, cardini su cui si basa la nostra identità culturale a livello internazionale, allorquando popoli meno evoluti usavano ancora la clava per distruggere e distruggersi in stupidi predomini che non avvicinava i popoli, ma addirittura li allontanava o li distruggeva facendoci ricordare l’epoca fascista, che rappresenta una delle pagine più vergognose della nostra storia recente. Creiamo un mondo migliore che rispetti innanzitutto la vita umana, che aiuti il prossimo nel momento del bisogno, che cambi il vocabolario negli universali concetti di tolleranza e pacifica convivenza. Buon 2015 all’insegna della pace e della tolleranza, abbattendo ogni forma di discriminazione di qualsiasi genere. Buona vita a tutti !!!.
Catello Nastro
Da: agropolicultura,blogspot.com
giovedì 25 dicembre 2014
martedì 16 dicembre 2014
Buon Natale, Rosa
BUON NATALE, ROSA
Buon Natale, Rosa,
tu che sei stata e sei il mio mondo.
Con passaggi intervallati
di lotte cruenti e gloriose vittorie
per difendere il regno fantastico
che abbiamo in simbiosi edificato.
Pietra su pietra per costruire
un edificio di umani valori
nel nome di una sacralità
proiettata nel tempo lontano:
quasi mezzo secolo fa.
Sembrava un attimo,
come il volo di una farfalla,
nell’alternarsi del giorno e della notte,
nell’imperterrito chiaroscuro
delle giornate variegate
dalla signora fantasia onnipresente
.guardiane le stelle nel cielo,
discrete testimoni di un evento
semplice e megagalattico,
che insegnava che un amore
non appassisce in autunno,
ma si espande con boccioli
e teneri virgulti dal sorriso personalizzato,
in un campo di frumento prosperoso
con spighe apportatrici
di umile grano da trasformare
in caldo pane quotidiano.
E’ notte. Torniamo a dormire.
Catello Nastro
sabato 13 dicembre 2014
OMAGGIO A
SANTA MARIA LA CARITA’
Manco da Santa Maria la Carità da circa settanta anni. Ed i
ricordi che tengo di questa ridente ed accogliente cittadina sono pochi ma di
grande valore:almeno per me. Mio nonno Giovanni Nastro, zio Francesco, zio
Giulio. zio Mario e zio Raffaele. Delle zie non ricordo il nome. Ma una foto di
famiglia, ricavata da un collage non cronologico, campeggia nella mia attuale
abitazione in Via Filippo Patella, nel centro storico di Agropoli. Nel mio
studio ha trovato adeguata collocazione una statua di San Catello, vescovo e
protettore di Castellammare di Stabia, dove nacqui nel lontano 1941, da mia
madre Concetta De Simone e mio padre Carmine Nastro, come mio figlio
primogenito che, unitamente al fratello minore gestisce alcuni negozi di
antiquariato e restauro di mobili antichi. Naturalmente con preferenza al
napoletano ed al Luigi Filippo. I ricordi sono ben pochi. Il giardino pieno di
alberi da frutta, un arancio bellissimo ed alcuni alberi di cachi piccoli, che
il nonno chiamava “lampadine” proprio perché erano piccole come una lampadina
ma avevano un gusto oggi oramai perduto. Durante la festa del paese, all’età di
sette – otto anni, feci la mia prima esibizione in pubblico. Facevo la
propaganda per un forno situato su una carretta trainata da un cavallo,
naturalmente parcheggiato altrove, mentre il carretto (detto anche secondo la
voce araba, sciarabballo) a mezzo di due pizzaioli sfornava e vendeva diecine
di pizze ancora cocenti. Il mio ruolo di attore in erba consisteva di far finta
di piangere per avere una pizza. La Seconda guerra mondiale era da poco finita
e la gente aveva tanta voglia di riprendere il lavoro normale. Ricordo ancora
la bontà dei nonni e degli zii. Tra gli altri ricordi il grosso portone in
legno, mia nonna Angelina, donna energica ed orgogliosa. A lei ho dedicato una poesia quasi venti anni
fa, nella speranza che la potesse ascoltare in Paradiso. Un altro ricordo bellissimo
un lungo viale di platani e pioppi che percorrevo in lunghe passeggiate. Che
percorrevo quando ero ospite dai nonni.
Dal 1941 al 1951 sono vissuto in vicolo Mantiello a Castellammare di Stabia. Il
21 ottobre del 1951 con la famiglia mi trasferii ad Agropoli, in provincia di Salerno, nel Cilento, dove mio
padre impiantò il primo caseificio artigianale del paese. Dopo venti anni, con
la laurea in lettere conseguita presso l’Università di Napoli, mi trasferisco a
Torino, vado ad abitare nella casa dove visse il poeta Guido Gozzano e lì trascorro
gli anni più interessanti della mia vita, operando nel campo della scuola e
dell’arte figurativa e dedicandomi alla solidarietà.
Questa è la poesia dedicata a “Nonna Angelina.
***
NONNA
ANGIULINA
‘O fatto risale a sittant’anne
fa, quanno nascietti,
quanno ‘e bombe pigliavano ‘o
posto de’ cunfietti,
e ‘a nonna mia paterna, nonna
Angiulina,
teneva cinque figli surdate,
oltre ‘e cunfine.
‘O bosso mio allora teneva già
tre figli piccerilli,
l’urdemo nato ero propeto io, e
ne facevo strilli,
e nun sapevo d’a vuerra, quanno
sunava ‘a sirena
p’avvisà ca’ steveno p’arrivà ‘e
bombe a catena.
Ogne matina ‘e notte, ‘a nonna
Angiulina,
cumm’à tutte l’ati mamme cu’ ‘e
figli ‘o fronte,
jeva leggere appena asceva, ‘o
bullettino ‘e vuerra.
‘A mamma ca’ chiagneva e se speppava
‘a faccia,
aveva letto ‘o nomme d’o marito o
d’o figlio tra ‘e dispersi.
E allora pe’ disperso s’intendeva ch’era ggià muorto.
Nonna Angiulina tra tutte ‘e
mamme ‘e vuerra risperate,
cu’ lacreme chiagnute fu cchella cchiù affurtunata.
Tutte ‘e cinche ‘e figlie turnarono d’o’ fronte,
accerettene ‘e perucchie co’ ddt
degli alleati,
se retteno dint’à tinozza ‘na
bella rinfrescata,
e dint’à terra lloro se
mettettene a faticà.
Forse ‘e lacreme e ‘e preghiere
‘e nonna Angiulina,
arrivarono ‘ncielo fino a Dio, e
‘a Maronna tenette pietà.
Stennimmeve ‘a mano,
abbracciateve cu’ nu’ surriso,
vuje ca’ site nati ‘ntiempe ‘e
pace, ca’ cammisa.
Stennimmece ‘a mano, facimmo in modo ca’ nisciuno tace,
criammo n’atu munno: ‘nu munno ‘e
pace!!!
Catello
Nastro
da
“agropolicultura.blogspot.com
venerdì 5 dicembre 2014
Natale ad Agropoli
NATALE AD AGROPOLI
Già molte
prenotazioni da parte di turisti italiani e stranieri incominciano ad arrivare
alle varie attività ricettive non solo
di Agropoli e di tutto il Cilento. Alberghi, ristoranti, pensioni, aziende
agrituristiche, riaprono i battenti ed incominciano a mettere la legna nelle
stufe…naturalmente quelle che non sono provviste di riscaldamento di varia
natura. I prezzi del Natale, Capodanno ed Epifania, a causa della ben nota
recessione, sono diminuiti e tutti si organizzano a fare ottimi acquisti per
poter meglio servire una clientela sempre più qualificata ed…esigente. La Dieta
Mediterranea in questa occasione andrà in ferie e specialmente nelle aziende
agrituristiche si mangerà la migliore carne ed il migliore formaggio locale
artigianale. Agnelli, capretti, vitelli e pollastri verranno alla festa nei
vari paesi interni del Cilento. Le ricchezze gastronomiche della Piana del Sele
e delle colline del Cilento interno terranno compagnia e ai dolci fatti in casa secondo antiche
tradizioni. Non dimentichiamo i prodotti ittici al primo posto nella Dieta
Mediterranea. Il pescato fresco e di maggior pregio, arricchirà le tavole dei
più…ricchi. Ma anche i prodotti genuini della campagna costituiranno ottimo
contorno al tutto. Per digerire una bella passeggiata nel centro storico di
Agropoli, incominciando da Via Patella dove potete trovare lo scrivente tra le “Cose
Inutili”.Una visita al castello, alle chiese ed al borgo antico Buon Natale e
Felice Anno Nuovo a tutti ed in particolare modo ai miei lettori ed alle loro
famiglie.
Catello Nastro
Agropolicultura.blogspot.com
sabato 15 novembre 2014
i pensieri di nonno catello
“I PENSIERI DI NONNO
CATELLO”
IL RECENTE LIBRO DI ANTONIO INFANTE
Edito alcuni giorni fa l’ultimo lavoro letterario di Antonio
Infante dal titolo “I pensieri di nonno
Catello”. Come si evince dal titolo, i due coetanei ultrasettantenni, Antonio
Infante e Catello Nastro il cui sodalizio per l’arte e la cultura dura dagli
anni ’70, con una collana letteraria che mira al territorio ed alle sue qualità
umane, morali e sociali, si consolida oltremodo con questo libro scritto e
commentato dal cuore di entrambi. Un lavoro certosino, dalla fonte informatica
di Facebook, quello di coordinare, selezionare e pubblicare su supporto
cartaceo l’originale dell’informatico, aggiungendo una sintetica presentazione.
Il volumetto, di circa settanta pagine edito dalla “Libera Università
Internazionale di lettere, musica, cultura ed arte, onlus” di Agropoli, si
fregia di un’artistica copertina con la mano di un bimbo che stringe il dito
della mano di un vecchio, quasi a voler simboleggiare l’ereditarietà della
cultura ed il passaggio delle consegne tra le generazioni per una vita
culturale come faro di coesione e di buona volontà. Gli articoli di Catello
Nastro, amico fraterno dello scrittore curatore del volumetto, provengono da
internet e sono stati scelti da Infante con giudizio quasi a dimostrare la
collegialità dell’opera nella ognuno ha il suo ruolo e mantiene, nello stesso
tempo, la sua appartenenza culturale. Il libro non tratta di gesta di eroi o
divi dello sport, ma di persone che fanno cultura, anche se di provincia, e la
presentano al pubblico dei lettori cilentani e campani in genere, sempre
all’affannosa ricerca di nuove idee, nuovi messaggi culturali. Un volumetto che
si fa leggere tutto d’un fiato e per di più edito dalla collaborazione di due
ultrasettantenni ancor desiderosi di narrare fatti e vicende ripescate in un tempo
ora vicino, ora lontano, ma comunque sempre attuale. Con gli auguri di lunga
vita (anche letteraria) auguro meritati successi.
Renato
Volpi
lunedì 27 ottobre 2014
CONVEGNO SUL COLLEZIONISMO AD AGROPOLI
Agropoli
CONVEGNO SUL
COLLEZIONISMO
Sabato 25 e domenica 26 ottobre 2014, il PALAZZO DELLE ARTI, sede dell’ex Scuola Media, in Via Pisacane ad
Agropoli, con bellissima vista sul porto e sul centro storico della cittadina
capoluogo del Cilento, ha ospitato il primo convegno sul collezionismo. L’interessante
evento ha visto anche la presenza del sindaco della città, avvocato Franco
Alfieri,pure lui appassionato di collezionismo e sempre sensibile ad eventi
culturali di qualsiasi genere. Una diecina di stand con esposizione di filatelia,
numismatica, , libri, curiosità, riviste ed altro. Presente l’Associazione “Gli
Occhi di Argo” con interessanti libri, lo Studio dì Arte e Cultura di Catello Nastro ed il pittore e poeta Gino
Vivoli con una serie di dipinti di recente fattura. Hanno destato interesse
anche le litografie in carattere micro calligrafico de “I promessi sposi” “La monaca di Monza”, “Pinocchio”,
ed “I poeti ermetici”. Presenti anche alcune litografie del compianto artista
piemontese Stefano Copertino. Una vera e propria personale, la mostra di dipinti
di Gino Vivoli, che, per la prima volta, ha
presentato al pubblico la sua recente produzione pittorica. Sebbene i
visitatori non siano stati molti, il risultato è stato senza dubbio positivo.
Con l’auspicio di un migliore prosieguo appuntamento… all’anno prossimo.
Renato Volpi
mercoledì 22 ottobre 2014
DON CHISCIOTTE
DON CHISCIOTTE
Don Chisciotte… Un personaggio fantasioso e fantastico che già per il passato ha attirato la mia attenzione non tanto per la sua parte esteriore di cavaliere armato di lancia e di spada, quanto per il suo rapporto con coloro che gli stavano vicino criticando, ora positivamente, ora negativamente, le sue eroiche gesta . Un idealista al massimo livello …senza dubbio. Un uomo che aveva creato un mondo di fantasia a suo piacimento, scartando una certa tipologia di esseri cosiddetti umani e mettendo in risalto personaggi scaturiti dalla sua fantasia. Il mondo, infatti, non è quello reale, ma quello che creiamo noi stessi a nostro uso e consumo. La realtà molto spesso delude e bisogna rifugiarsi in un altro mondo a nostra misura, che ci calza a pennello, reale o fantastico che sia.
L’illusione e la delusione si possono riscontrare in particolare modo nel mondo degli affetti, specialmente quando realtà e fantasia aprono i loro confini. Vivere un mondo reale sarebbe, per molti, di difficile digestione, per non rimanere da fare altro, per costoro, che crearsi un mondo virtuale dove le immagini vengono ritoccate a seconda della convenienza, della scelta e dell’esigenza del protagonista. Non commedia, né tragedia …Forse una rappresentazione che rasenta la sceneggiata di partenopea reminiscenza. Dramma o commedia, capita a molti di essere attori o spettatori di questa esternazione verbale e quasi teatrale. Ma Don Chisciotte credeva in quello che faceva. I mulini a vento erano dei mostri che agitavano le immense braccia ad ogni alito di vento. Bisognava distruggerli. Ogni tanto anche noi combattiamo una battaglia inutile contro i mulini a vento. Naturalmente i campi di battaglia sono cambiati. Non il campo di grano, ma la vita frenetica della metropoli pullulata di mostri che ci riportano alla realtà. Sovente ad una triste realtà.
Catello Nastro
Don Chisciotte… Un personaggio fantasioso e fantastico che già per il passato ha attirato la mia attenzione non tanto per la sua parte esteriore di cavaliere armato di lancia e di spada, quanto per il suo rapporto con coloro che gli stavano vicino criticando, ora positivamente, ora negativamente, le sue eroiche gesta . Un idealista al massimo livello …senza dubbio. Un uomo che aveva creato un mondo di fantasia a suo piacimento, scartando una certa tipologia di esseri cosiddetti umani e mettendo in risalto personaggi scaturiti dalla sua fantasia. Il mondo, infatti, non è quello reale, ma quello che creiamo noi stessi a nostro uso e consumo. La realtà molto spesso delude e bisogna rifugiarsi in un altro mondo a nostra misura, che ci calza a pennello, reale o fantastico che sia.
L’illusione e la delusione si possono riscontrare in particolare modo nel mondo degli affetti, specialmente quando realtà e fantasia aprono i loro confini. Vivere un mondo reale sarebbe, per molti, di difficile digestione, per non rimanere da fare altro, per costoro, che crearsi un mondo virtuale dove le immagini vengono ritoccate a seconda della convenienza, della scelta e dell’esigenza del protagonista. Non commedia, né tragedia …Forse una rappresentazione che rasenta la sceneggiata di partenopea reminiscenza. Dramma o commedia, capita a molti di essere attori o spettatori di questa esternazione verbale e quasi teatrale. Ma Don Chisciotte credeva in quello che faceva. I mulini a vento erano dei mostri che agitavano le immense braccia ad ogni alito di vento. Bisognava distruggerli. Ogni tanto anche noi combattiamo una battaglia inutile contro i mulini a vento. Naturalmente i campi di battaglia sono cambiati. Non il campo di grano, ma la vita frenetica della metropoli pullulata di mostri che ci riportano alla realtà. Sovente ad una triste realtà.
Catello Nastro
martedì 21 ottobre 2014
giovedì 16 ottobre 2014
CHI SARA' LA PRIMA???
MEDITAZIONI
In un prato s’incontrano Flora, Violetta , Rosa e Margherita.
Chi sarà la prima a cogliere un fiore??? A voi la risposta!
In un prato s’incontrano Flora, Violetta , Rosa e Margherita.
Chi sarà la prima a cogliere un fiore??? A voi la risposta!
mercoledì 15 ottobre 2014
SAPORI E SAPERE
SAPERE E SAPORI
Un approfondimento del titolo di questo scritto porterebbe, senza dubbio alcuno, ad una diatriba di carattere filosofico e di poi gastronomico. Ma non è mia intenzione intraprendere un percorso del genere, quando personalizzare questi due concetti ed analizzarli secondo la mia interpretazione che, a dire il vero, potrebbe contrastare con la cultura generica vigente nel nostro territorio. . Premetto che ho sempre amato la buona scrittura e…la buona cucina. Giunto ai tre quarti di secolo penso proprio di aver soddisfatto appieno le mie conoscenze in merito sia sul sapere, al quale ho dedicato libri, articoli, cataloghi, presentazioni scritte o declamate di fronte ad un pubblico variegato di uditori che sonnecchiavano e sorridevano solo se inquadrati dalle telecamere di emittenti locali e presenti alla mia rappresentazione di carattere talvolta anche pubblicitario. Ma a me piaceva intrattenere l’utenza presente con dissertazioni nelle quali si destava il sorriso, la meditazione e…l’appetito!!! Fatte queste premesse il lettore attento ed oculato si renderà conto, senza dubbio alcuno, di trovarsi di fronte ad uno scritto demenziale, camuffato, sebbene spontaneo, per illustrare i concetti evidenziati nel titolo. La cultura cilentana è rappresentata al mondo intero nella famosa scuola filosofica eleatica, cilentana doc, mentre lettori di altri popoli si affannavano a capire il sillabario. Ma il sapere non è solo di carattere culturale o filosofico. I fratelli minori dei saperi sono i sapori. Ripeto che ambedue hanno attratto lo scrivente con la loro presenza culturale o gastronomica. In tempo di turismo ambedue assumono un ruolo di primo piano. Questa estate, grazie alle amministrazioni comunali del Cilento, molte sono state le proposte che avevano come oggetto il sapere ed i sapori. Il castello di Agropoli ha ospitato personaggi famosi a livello internazionale ma anche eventi di carattere gastronomico, attraverso le sagre, naturalmente non in un percorso storico letterario, ma in una rivalutazione dell’antica cucina cilentana. Anche questa cultura. Non da leggere o declamare da una scrivania, ma da gustare da una tavola imbandita secondo gli antichi schemi e procedure nel corso degli anni, ripescate da libri, usanze e tradizioni che si perdono nel passato. Riuscire a gustare appieno le pietanze prospettate nelle varie sagre gastronomiche nel Cilento significa assorbire la nostra tradizione gastronomica antica che, a dire la verità, è inferiore al sapere ma superiore al sapore…
Catello Nastro
sabato 6 settembre 2014
MICROCOSMO E MACROCOSMO
MICROCOSMO E MACROCOSMO
Il piccolo ed il grande.
Il mondo virtuale nel quale viviamo ed operiamo quotidianamente, sia
come piccoli imprenditori, sia come dirigenti di alto rango. Pensate ad un
nostro compaesano cilentano che, arrivato all’aeroporto più grande del mondo
viene fermato dalla polizia aeroportuale perché il suo passaporto e la sua
carta di identità, avevano il numero inferiore a cinquecento. Certamente non
era colpa sua se era nato a Serramezzana, un bel paesino del Cilento che conta
meno di cinquecento abitanti. La polizia lo portò del comandante dell’aeroporto
che era Italiano e per di più della Campania, che spiegò che quello era un
paese di meno di cinquecento anime e quindi
il tizio venne rilasciato. Un cittadino qualsiasi, fruitore di un viaggio negli
Stati Uniti per incontrare dei parenti e
che viene identificato come un clandestino o addirittura come un potenziale
criminale, di ordine camorristico o mafioso e comunque un immigrato irregolare.
Chiarito il tutto il tale rientra nella normale collettività, visitando
parenti, amici e compaesani. Ognuno si noi, anche se in minima parte,
rappresenta come microcosmo una parte dell’immenso macrocosmo. Estendiamo ora
il concetto al rapporto personale, intimo, composto da soli due esseri umani
che, magari, si amano pure. Essi, ignoti amanti, figurano come microcosmo nel
macrocosmo. Non parliamo di razze, religione, cultura, vita sociale diversa,
perché il presupposto è che tutti gli esseri umani sono uguali, sebbene con
varianti che riguardano l’età, il credo religioso e politico, la condizione
sociale, il reddito il grado di cultura, sia scolastico che di
autoapprendimento. Gli abitatori del nostro pianeta sono milioni : di varie razze,
varie religioni, vari credo politico, varie nazionalità, vari condizioni
sociale. Ci sono i benefattori ed i malfattori. Quale sia la supremazia non è
oggetto del nostro studio. Fatto sta che entrambi sono operativi. Dal punto di
vista politico-sociale e dal punto di vista morale e religioso. Non è nostra
intenzione addentrarsi nel piano sociologico, morale, civile e politico, ma
gettare solamente un momento di riflessione. Quando si esalta il proprio cane
di razza con tanto di pedigrée e si molla un calcio in culo al povero bastardo
che cerca di socializzare caninamente, non di può parlare di amore verso il
cane e verso gli animali in genere. A questo punto dovremmo iniziare un
discorso che dal cane porta all’uomo.
Oggi tra il cane ben educato e l’uomo ben educato si instaura un rapporto
sociale molto positivo. Li chiamano animali da compagnia e come compagni
dovrebbero essere trattati. Notare che dei cani siano maltrattati è orribile,
come pure è orribile notare come degli esseri umani, siano trattati alla
stregua delle peggiori bestie. Oggi viviamo in una società multietnica e
multirazziale. Oltre a parlare di razza, religione, lingua, usi e costumi,
comportamenti sociali e così via… Solo col dialogo e non con le bombe possiamo
risolvere i problemi del mondo che stiamo vivendo come cittadini del mondo. Al
di sopra della politica, della religione, della collocazione geografica, della
condizione sociale. Solo abolendo certi schemi atavici e sostituendoli con
altri socialmente aggiornati, possiamo
guardare ad un futuro migliore. Non solo per noi ma anche per quelli che
verranno dopo di noi. Lasciamo ai nostri figli qualche euro in meno in banca,
ma una nuova visione della vita che tiene al primo posto la solidarietà. Buona
vita a tutti…
Da:
agropolicultura.blogspot.com
Catello Nastro
martedì 19 agosto 2014
lunedì 18 agosto 2014
venerdì 15 agosto 2014
QUANN’O SOLE
COCE
Quann’o sole coce
‘o mese r’austo,
nunn’abbasta
‘o vevere e
sciuscià,
e nun riesce ‘nu pucurillo
‘o spirito vullente
manco c’a’
forza
a te puté
calmà…
Coce ‘o sole,
cu’ ‘e titte re’ case
cu’ l’irmece cucente
ca’ ‘nge putisse cocere
‘ngopp’à creta pure ‘na pizza
ca’ mozzarella ‘ngoppa.
Pure ‘e femmene vullente
coceno ‘o mese r’austo,
e abbasta ‘nu surriso o
‘na semplice vuardata,
ca’ ‘o sango volle
e t’ha facisse ‘na ‘nguacchiata.
Ce pienze e ce repienze
cchiù ‘e trenta vote,
ma ‘o cavere è troppo,
e te passa pure ‘a voglia ‘e scupà…
Catello Nastro
Da
Agropolicultura.blogspot.com
martedì 12 agosto 2014
Personale di mauro trotta ad agropoli
Al castello di Agropoli
SUCCESSO DELLA
PERSONALE DI MAURO TROTTA
Dall’uno al dieci agosto di quest’anno, il castello Angioino
Aragonese di Agropoli ha ospitato la personale dell’artista cilentano Mauro
Trotta. L’eventp è stato organizzato da Antonella Nigro, sempre sensibile al
richiamo degli artisti di valore del Cilento. L’evento ha visto il patrocinio
dello studio d’arte HEMERA, del Palazzo delle Arti di Agropoli, i Parchi
Letterari, l’Istituto Italiano dei Castelli,
la provincia di Salerno, Regione Campania, Vivi Agropoli. Ancora una
volta il bravissimo artista cilentano si è dedicato al nudo femminile, tra la
visione classica e quella moderna, senza nulla togliere alle forme ed ai
colori. Al Castello Angioino Aragonese, molti i visitatori, italiani e
stranierri che hanno potuto visitare la mostra, il castello ed il centro
storico di Agropoli che, dal felice connubio tra turismo balneare, turismo storico-culturale e turismo artistico ed
infine, non dimentichiamolo, il turismo eno –gastronomico. Come opinionisti ci
congratuliamo con tutti coloro che nella cittadina capoluogo del Cilento Hanno contribuito
notevolmente allo sviluppo del turismo
culturale nel nostro paese.
Catello Nastro
Da agropolicultura.blogspot.com
venerdì 1 agosto 2014
'NA VOCE
‘NA VOCE
‘Na voce d’a
cuscienza
me riceva ‘e
nunn’o fa’:
e io null’aggio
fatto.
Forse aggio
sbagliato…
Ma ‘a voce d’a
cuscienza
è‘a voce ‘e
l’onestà.
Peccato ca’
sulamente
‘a gente
onesta
riesce a
cummannà…
Catello Nastro
giovedì 31 luglio 2014
martedì 29 luglio 2014
lLA FABBRICA DEL TURISMO
LA FABBRICA DEL TURISMO
Le aziende che vivono di turismo, sono molteplici,
scaglionate nei più svariati settori dell’accoglienza vacanziera. Nel nostro
studio ci limiteremo al Cilento, in provincia di Salerno, che annovera ben tre
cittadine a dir poco straordinarie nell’accoglienza turistica estiva. Parliamo
di AGROPOLI, PAESTUM e CASTELLABATE. Naturalmente accanto a questa triade di
cittadine ricche di storia e di bellezze naturali, se ne aggiungono altre in
continua evoluzione per offrire al turista, stabile per tutta la stagione
estiva, una occasione di vacanze diverse ricche di eventi artistici e culturali
tali da soddisfare tutta l’utenza, in maniera tale che il medesimo si prenota
anche per l’anno prossimo. A questo punto bisogna parlare di industria
turistica sul vero e proprio senso della parola. Tale industria non soddisfa
solamente il turista occasionale, ma ha la capacità di inserirlo nel contesto
socio-culturale, turistico - alberghiero, storico – culturale, eno –
gastronomico, nella vita quotidiana, quindi della cittadina che l’ospita. Il 21
ottobre del lontano 1951, ancora ragazzino, anche io giunsi nel Cilento, ad
Agropoli, sul lungomare S.Marco, con la mia famiglia di lavoratori che si
inserirono subito nel contesto sociale fondando il primo caseificio di
Agropoli. Allora, ricordo, la mozzarella veniva lavorata a mano, con latte di
mucca e di bufala che brucavano le verdi erbette della Piana del Sele. Oggi,
con le nuove tecnologie anche la mozzarella è cambiata. I macchinari hanno
sostituito l’uomo nel ciclo di lavorazione della cagliata in mozzarella. Come
ex casaro (mio primo mestiere) mi sia consentito citare le varie sagre della
mozzarella a cui si aggiunse quella del formaggio pecorino stagionato o fresco,
detto anche “toma” che rappresentano il fiore all’occhiello della produzione
casearia di Paestum e di tutto il Cilento. Ci sono della variazioni nella
lavorazione, ma questo arricchisce la qualità del prodotto quasi sempre fresco
di giornata ed inoltre curato con maggiore attenzione quando è destinato alla
sagra del paese. La Sagra nel Cilento
rappresenta un momento di coesione eterogenea sia per la gastronomia
(mozzarella e ricotta di bufala, caciocavallo di mucca, formaggio fresco, detto
anche toma, oppure stagionato, di pecora o di capra). Sia ben chiaro che oltre
ai formaggi, punti salienti di riferimento possono essere la sagra di
Cannalonga con “la crapa vudduta” e di altri paesi come Stio e tanti altri
paesi che offrono prodotti cilentani doc sd un prezzo accessibile a tutti anche
in questo periodo di recessione economica. Dal punto di vista sociale
rappresentano un momento di aggregazione tra comunità e razze eterogenee nel
quale è probabile trovare l’anima gemella tra un canto antico ed una tarantella
che comprende ritmi occidentali ed orientali. Ma il Cilento, giunti a questo
punto, qualcuno si chiederà: ma dove sta… Nella partecipazione, nelle
condivisione, nell’allegria di momenti di gioia, magari con canti, musica e
balli che partono dal tramonto ed arrivano fino al mattino. Benvenuti al Sud.
Si! Benvenuti in tutto il Cilento, ricco di storia, di amore, di solidarietà,
ma anche di gastronomia. Per non parlare dei vini…
Catello Nastro
mercoledì 23 luglio 2014
LA MADONNA DI COSTANTINOPOLI AD AGROPOLI
MADONNA DI
COSTANTINOPOLI PENSACI TU
Giovedì 24 luglio 2014, ad
Agropoli, simpatica cittadina del Cilento, con circa venticinquemila abitanti,
di cui più della metà provenienti da
altri paesi, italiani e stranieri, si festeggia la Madonna di Costantinopoli,
patrona dei pescatoti, che hanno
dedicato alla loro protettrice una simpatica chiesetta, a picco sul mare, nel
centro storico della cittadina capoluogo del Cilento. Inutile aggiungere che è
frequentata durante le normali funzioni religiose, affollata anche all’esterno,
nella piazzetta sul mare, in particolare modo durante la stagione estiva e super affollata in caso
di matrimoni dei cosiddetti vip della regione. Il 24 luglio, in occasione della
sua festa , la statua della Madonna di Costantinopoli viene sistemata su una
barca stradale, da due giorni parcheggiata, guarda caso, nel centro storico, a
tre metri dalla mia camera da letto, che la porta in processione fino al porto.
Dal molo del nostro bellissimo porto turistico, viene imbarcata su un
peschereccio locale per arrivare al litorale di S.Marco, affollato di fedeli
locali e turisti e di poi il viaggio di ritorno fino al punto di partenza. Cioè
il porto di Agropoli. Concerti, bancarelle, processione di numerosi fedeli
locali o meno, fuochi pirotecnici ed infine…fine della festa. Inutile parlare
del concerto sul porto e della banda musicale, proprio perché caratteristica di
tutte le feste paesane. Fino al 2013 erano i pescatori di Agropoli ad
organizzare la traversata marina, coi loro pescherecci ed i loro e le loro “paranze”.
Anzi facevano a gara a chi toccava portare la Protettrice con la propria
imbarcazione. Nel 2014 l’onore, sembra, sia stato affidato ad un
motopeschereccio di Acciaroli. I pescatori di Agropoli non sanno più a
quale Santo rivolgersi per far valere il loro diritto di trasportare la Madonna
di Costantinopoli nella famosa processione per mare. Non sanno a quale Santo
rivolgersi. Insomma i pescatori di Agropoli non sanno che pesci prendere… Speriamo
che la Fede superi i campanilismi. Per concludere tutti i fedeli, anche di
altri paesi, sono invitati. Venite ad Agropoli. Io sono arrivato il 21 ottobre
1951 e ci sono rimasto. La
partecipazione è gratuita. La pizza del centro storico è ottima, i prezzi sono
bassi a causa delle recessione, ed il vino è da brindare. Che la Madonna di
Costantinopoli protegga tutti. In mare, in terra ed in cielo. E se i pescatori
non sanno che pesci prendere, non facciano, almeno, una frittura o una frittata!!!
Catello
Nastro
sabato 19 luglio 2014
via internet
AMMORE VIA INTERNET
V’allicurdate,
vuje ca’ tenite l’età mia,
‘e
lettere r’ammore prufumate.
ca’ se
mannavano ‘e ‘ nammurate,
tanto
tiempo fa ca’ ferneveno
cu’ nu’
vasillo a pizzichillo?
Era ‘a
preistoria e l’ammore:
‘nu
foglio, ‘na busta, ‘nu francubollo,
e
l’ammore ca’ dint’a volle
cumm’à ‘nu
caccavielle ca spepetèa
aspettanno
ca’ s’acalano ‘e spavette.
Ma mo’ ca’
è asciuto l’internette,
nun
sapimmo cchiù cumme se mette.
Catello
Nastro
martedì 15 luglio 2014
'O CIUNGO E ' O CICATO
‘O CIUNGO
E ‘O CICATO
Dint’à ‘nu palazzo viecchio
d’o quartiere Sanità,
rint’à dduje vasce,
quase porta a porta,
campavano, pe’ modo e ricere,
‘nu povere ciungo
‘ngoppa ‘a carrozzella
e ‘nu cecato
ca’ senteve sulo ‘o calore
d’o sole quann’asceva.
Quase pazzianno
‘ngoppa ‘a propeta malatia,
penzarono ‘e fa ‘na suggità.
‘O ciungo ‘ngoppa ‘a carrozzella
vereva a via addò avevano passà,
mentre o cecato, vuttanno ‘a carrozzella,
‘nziemo a isso poteva camminà.
Ma fu ‘nu juorno stuorto,
ca’ nu tranviere ‘mbriaco nunn’è verette,
ca’ ‘a vita e chisti dduje disgraziate
tristemente fernette.
Quann’arrivarono ‘ngopp’a ‘o Paraviso,
d’e nate sfortunate ‘ngopp’à terra,
San Pietro, ‘o maste ‘e festa,
nunn’è vulette saparà.
Mo’, ogne sera, ‘ngopp’a ‘na nuvola janca,
‘o cecato, ca votta ‘a carrozzella,
e ‘o ciungo ca’ vere ‘a
via,
se ne vanno serenamente a passià.
Catello
Nastro
TRADUZIONE
E’ la storia tra un paralitico
inchiodato su una sedia a rotelle ed un cieco. Un bel giorno decidono di fare
la società. Il cieco spinge la carrozzella dell’infermo e l’infermo indica la
strada da fare al non vedente. Il loro handicap viene eliminato da una società
basata sul contatto umano, lo spirito i dedizione e lo scambio delle proprie
forze. E’ un messaggio di solidarietà al di fuori e sopra ogni concetto di
parte che dovrebbe far riflettere molto sulla parola “solidarietà”.
Catello Nastro
lunedì 14 luglio 2014
NON PERDIAMO LA PAZIENZA
NUN PERDIMMO ‘A
PACIENZA
Perdere la pazienza, in parole povere, significa anche
lasciarsi prendere dall’ira ed agire in maniera sproporzionata alla gravità dell’evento, da noi considerato
scuro come la mezzanotte, ma che invece riesce, con normale modo di pensare di
essere umano normalmente dotato di intelletto, di facile soluzione, una volta
comparsa all’orizzonte. I luoghi in cui si può perdere facilmente la pazienza,
possono essere il tram, l’ufficio postale,
lo sportello bancario, la sala della riunione di condominio, la stazione
ferroviaria, l’ufficio delle tasse, l’ombrellone al mare d’agosto. La pazienza
molto spesso si può perdere anche tra le mura domestiche. In periodo di
recessione, come l’attuale, ad esempio, tale fenomeno viene direttamente
collegato all’insufficienza di liquido contante, atto a soddisfare gli extra
della comunità “intra moenia”. “Quando l’acqua scarseggia la papera non
galleggia”. I limiti non si impongono ma vengono automaticamente imposti dallo “status
rerum”. Ma analizziamo ancora casi nei
quali è possibile perdere la pazienza… Tua moglie ti prepara un bel piatto al
pesto pur sapendo che a te non piace ma è gradito a tuo suocero ospite a pranzo.
Sta un’ora nel bagno a truccarsi mentre tu hai urgenza di effettuare taluni
svuotamenti impellenti, alza il volume della televisione perché è apparso il
suo idolo preferito, ti chiede di andare a comperare il pane dieci minuti prima
del pranzo. Parliamo ora di pazienza all’ingrosso. Perché avvengono le rivolte,
rivoluzioni, guerre??? Perché qualcuno ha perduto la pazienza. Il dialogo
spesso è apportatore di migliori soluzioni. Ma ciò avviene solo quando la via è
aperta da ambedue o più contendenti. “Mettimmece ‘na preta ‘ngoppa e nun se ne
parla cchiù!!!”.Morale della favola: se non si perde la pazienza si può anche
trovare qualcosa di meglio!!!
Catello Nastro
da:
agropolicultura.blogspot.com
sabato 12 luglio 2014
NOTTE BLU AD AGROPOLI
Venerdì 11 luglio 2014
NOTTE BLU AD AGROPOLI
Venerdì 11 luglio 2014
favolosa Notte Blu ad Agropoli, con la partecipazione di una diecina di validi
complessi musicali e di artisti a livello internazionale. A sentire i primi
commenti in piazza questa mattina, tutti sono stati bravi. Io posso parlare, o
per meglio scrivere, di quello che si è esibito in via Filippo Patella, proprio
agli inizi degli scaloni che portano al borgo antico. Il folto pubblico,
composto da locali e turisti ospiti del nostro paese hanno accolto le varie
esibizioni con calorosi applausi. Il repertorio, infatti, non era per
giovanissimi ma per ospiti di mezza età.
Molti hanno collaborato ballando al ritmo della tastiera, rendendo, in tale maniera,
più pittoresca l’esibizione che ad un certo punto ha coinvolto tutti i
partecipanti. Il programma dell’amministrazione comprendeva gadgets, shopping,
animazioni per bambini, musica ed artisti di strada. Si è inteso promuovere
anche il commercio, ma in un periodo di crisi, si è riusciti solo in parte. Ma
anche questa manifestazione, alla quale hanno partecipato oltre diecimila persone, è servita a dare un
poco di ossigeno ai commercianti. Complimenti agli artisti, ai locali pubblici
ed ai numerosi partecipanti alle varie esibizioni, che hanno allietato la notte
blu ad Agropoli.
Catello Nastro
Da
“Agropolicultura.blogspot.com
mercoledì 25 giugno 2014
LADRI DI LUNE
LADRI DI LUNE
Nel cielo
sereno
e
conciliatore di sogni notturni
di
innamorati romantici
abbracciati
su una panchina
del
lungomare di Agropoli,
è scomparsa
la luna
nel profondo
oscuro della notte.
Saranno
stati certi politicanti
avvezzi a
siffatti misfatti,
ladri
interplanetari
prezzolati
dalla camorra,
l’odio del
mondo che ancora
non ha
capito cos’è l’amore,
abitatori di
un altro pianeta
nella sua
miseria senza luna
e senza
amore intervallato
da romantici
amplessi,
esseri misteriosi
e meccanici,
automi in
cerca di innovazioni,
fantasmi di
innamorati
che hanno
confuso l’amore col sesso,
prezzolati
convegni a guisa di vecchi casini,
incontri di
sentimenti distorti
dal
galoppante materialismo.
Sconfitta,
la luna scompare tra le nuvole
periti o
soppressi ed inquinati
da semplici
contatti epidermici
suffragati da
interventi romantici,
frastornati,
gli amanti ripensano
al primo
amplesso al chiaro di luna.
Fra poco
sorgerà il sole ed illuminerà
anche
l’amore dei titubanti.
Catello Nastro
domenica 22 giugno 2014
giovedì 12 giugno 2014
ABITAVO CON LE AQUILE
ABITAVO
CON LE AQUILE
Su cime toccate dal sole
e da terribili tempeste,
in un alternarsi incalzante
di libere stagioni
diversificate da fenomeni
imperscrutabili al
tizio
generico ed approssimato,
fino a quando la civiltà dei consumi
mi ridestò dal dolce torpore.
Ora che sono sceso in pianura,
cerco di convivere con gli avvoltoi,
sempre all’affannosa ricerca
di nuove prede ed esseri indifesi.
Vorrei ritornare in cima tra le aquile
ma anche a loro hanno spezzato
ma anche a loro hanno spezzato
le ali della loro libertà.
Catello
Nastro
mercoledì 11 giugno 2014
NAUFRAGIO
NAUFRAGIO
Volevo portare la nave
in un porto sicuro del mare.
Ma i marosi assassini
hanno sconvolto il pensiero
influendo negativamente
sulla rotta suggerita
dalle carte nautiche.
Il vascello senza nocchiero
naviga a zonzo sul liquido
contaminato dalle industrie
inquinanti e contaminanti.
Il porto oramai è vicino.
A poche miglia sicuro
è l’attracco normale.
Ma la nave non ha la volontà
di galleggiare a guisa di escremento
sul liquido inquinato e inquinante.
S’inginocchia la poppa
a guisa di preghiera marinaresca
e lo scafo lentamente
raggiunge i bassifondi inquinati
dagli scarichi industriali della metropoli.
E proprio come un solitario escremento
troverà ultima sede in un mare di merda.
Catello
Nastro
mercoledì 4 giugno 2014
Generazioni
GENERAZIONI
Prima di diventare nonno ero padre e prima ancora di essere
padre ero figlio. Innanzitutto auguro a tutti i miei lettori di diventare padri
e nonni nella serenità e nella tranquillità normale. Il ruolo di padre e di
nonno, nell’antica civiltà contadina del Cilento, era qualcosa di sacro ed
inoppugnabile. Oggi il sistema è cambiato … ma certamente non è cambiato il
rispetto verso i genitori ed i progenitori. Nell’antica civiltà contadina del
Cilento, come pure in molte altre, il nonno, anche se mezzo rincoglionito dall’età
e dal lavoro nei campi, sedeva sempre a capotavola. E questo stava ad indicare
il suo dominio morale sulla famiglia, composta talvolta non solo da tre
generazioni, ma da una ventina di membri. Il nonno era il capo spirituale della
collettività familiare. Anche se mezzo rincoglionito il suo parere contava … e
come contava, in una sacralità arcaica di cui oggi si sono perdute le tracce.
La famiglia, intesa nel senso di comunità collettiva, più o meno allargata,
aveva una scala gerarchica che comprendeva nonni, padri, figli, nipoti ed in
taluni sporadici casi anche pronipoti. Questo, naturalmente quando il capostipite
diventava quasi centenario. Allora non esistevano centri sociali o case di
riposo ed il nonno veniva accudito nella cascina, da tutta la famiglia, fino
all’ultimo respiro. Oggi ci sono le case di riposo che dovrebbero sostituire la
famiglia. Ma se si parte da questo banale preconcetto, si cade in un vicolo cieco
dal quale è difficile uscirne. Il nonno è un essere umano, nato tempo addietro,
diventato padre ed infine nonno, come capogruppo di tre o quattro generazioni.
I suoi interessi sono il progresso della famiglia composta da figli, nipoti e
talvolta pronipoti. Oggi il nonno viene confuso come un distributore di
monetine frutto di un’antica pensione che, a causa della recessione economica,
non permette grosse elargizioni verso le ultime generazioni, non sempre protese
alla produzione quando alla consumazione di una pensione ridotta all’osso da
una incalzante recessione globalizzata. Il nipote ed anche il figlio non
possono essere sponsorizzati con assiduità dalla pensione o dai risparmi del
nonno. E’ naturale che questo danaro non guadagnato dagli eredi col sudore
della propria fronte verrebbe speso per motivi goderecci, sempre in agguato per
le generazioni del terzo millennio. Quando poi si entra nel contesto delle dipendenze,
il discorso assume maggiore drammaticità. Le vie d’uscita da percorrere sono
tante: lo sport, la solidarietà, l’investimento produttivo ma lecito, l’arte,
la cultura, la tecnologia di ultima generazione, le innovative gestioni
artigianali e commerciali, o anche artistiche, inserite in un mercato sempre
più rarefatto ed esigente, ma, comunque, aperto alle innovazioni. Il nonno al
computer ed il giovani alla produzione agricola o artigianale di qualità,
possono convivere in una vita simbiotica per il progresso sociale e per l’incentivazione
al lavoro manuale, a cui molti giovani coraggiosi del territorio tendono, quasi
sempre con successo per una migliore qualità della vita, una migliore qualità
degli investimenti pubblici o privati, con una produzione valida e competitiva
nel territorio ed oltre.
Catello Nastro
lunedì 2 giugno 2014
UOMO LIBERO TU AMERAI SEMPRE IL MARE
UOMO LIBERO, TU AMERAI
SEMPRE IL MARE
Martin Meazza, cittadino inglese, da tempo ospite della
nostra cittadina, in compagnia di due fedeli cani, ha posto fine alla sua
esistenza terrena nel porto di Agropoli, dove viveva da anni benvoluto dai
pescatori, dai conoscenti e dagli amici del centro storico della cittadina
capoluogo del Cilento. Lo conoscevo solo di vista e notavo nel suo volto una
rassegnazione intervallata per l’affetto dei due amici a quattro zampe che lo
seguivano ad ogni passo. Ad Agropoli era benvoluto da tutti. Ma Martin Meazza
si portava addosso un bagaglio di violenze subite dalla guerra e dalla comunità
internazionale a volta ingiusta per modi di agire, di fare, di imporre, di
condannare senza alcuna alternativa di appello. Agropoli, come accolse me e la
mia famiglia nel lontano 1951, ha accolto anche il povero Martin, che, da
cittadino inglese era diventato cittadino del mondo, non sempre giusto. Tempo
addietro aveva espresso il desiderio di essere cremato e le sue ceneri sparse
nel mare. Ma non è stato per il momento possibile. Ai funerali gli amici
pescatori e molti di coloro che lo stimavano per la sua libera scelta di vita.
L’amore per il mare, per la cittadina che lo ospitava, per i due cani amici
unici in una vita simbiotica e mista di emarginati, definiva il suo modo di
vivere nell’amore e nel rispetto dei pescatori e dei frequentatori del porto.
Agropoli, una volta blindata per difendersi dagli attacchi dei Saraceni, si è
mostrata aperta e solidale con questo sfortunato. Questo ci dovrebbe portare ad
una più serena ed obiettiva definizione della parola “solidarietà. Martin
Meazza ora riposa in pace nel cimitero
di Agropoli. Quella pace che andava cercando e che ora finalmente ha trovato. E
col vecchio detto “Uomo libero, tu amerai sempre il mare…” ospitiamo Martin nell’eterno riposo,
ricordando la sua riservatezza ed anche la sua sfortuna. Addio Martin!!!
Catello Nastro
lunedì 26 maggio 2014
LA SAGGEZZA NEL CILENTO ANTICO
LA SAGGEZZA NEL CILENTO
Nell’antica civiltà contadina del
Cilento la saggezza si identificava spesso con la cultura popolare
dell’anziano, le convinzioni religiose e sociali del vecchio parroco, le
conoscenze mediche del vecchio farmacista che procurava decotti ed unguenti per
ogni malattia, i detti del nonno, frutto di una lunga esperienza di vita, e
quindi, se validi per lui, altrettanto per i parenti e gli amici. Il saggio,
comunque, era il grande maestro per meriti acquisiti sul campo di battaglia di una
società ristretta, chiusa, diffidente alle innovazioni portate dall’esterno
accettabili in parte ma discutibili pure… Diciamo subito che il livello
culturale – molto basso – non permetteva emendamenti anche approssimativi. Ma
il saggio del paese, figura carismatica, anche se non aveva studiato trattati
di sociologia o psicologia, rimaneva sempre il colto della comunità. Qualche
frase tramandata dagli avi, qualche detto imparato a memoria, qualche
similitudine tratta dal mondo agricolo pastorali, completavano la sua figura.
Anche la figura del prete o di un monaco mantenevano un certo carisma, ma solo
fino a quando il suddetto rigava dritto e non sconvolgeva la sua missione
mescolandola con affetti o interessi personali. Il vescovo-conte, antica figura
medioevale, non solo nel Cilento ma anche in molti paesi di tutt’Italia,
abbracciava la fede e la comunità umana, cioè il corpo e lo spirito. Su quello
che affermo esiste una nutrita bibliografia su fatti e misfatti compiuti al
tempo da siffatti malfattori. Chi operava con fede per la comunità e la
solidarietà era considerato una specie di santone. Tenga conto il lettore che
nella società medioevale cilentana, come pure nelle altre, esisteva una grossa
percentuale di disabili, detti anche storpi, scemi, pazzi, sciancati, pezzenti,
disabili, malati, nullafacenti che trovavano precario sostentamento nelle opere
caritatevoli della parrocchia del villaggio. In quasi tutte le comunità
cilentane dell’epoca, esistevano delle confraternite e associazioni spontanee
di altro tipo che offrivano una pratica solidarietà a chi ne aveva bisogno.
Unico vantaggio era lo spirito genuino e spontaneo dei facenti parti di queste
associazioni di volontariato, quasi sempre gestito dalla parrocchia del paese,
che si faceva sentire nei momenti del bisogno. A questo punto non posso fare a
meno di citare tre grossi esempi di volontariato caritatevole padre Giacomo, Alberto,
la Caritas, il Centro di aiuto alla vita e le altre associazioni del no profit
che aiutano anche gli immigrati, anche se di credo religioso diverso. Agropoli,
una cittadina multietnica e multirazziale, rappresenta il massimo della
solidarietà umana. Per quando riguarda l’accoglienza, l’assistenza, la
collocazione nel mondo del lavoro pulito, l’intreccio di civiltà, cultura e
religione diversa, motivi che sviluppano un collage con varie componenti, tutte
atte alla costruzione di un mondo migliore.
Catello Nastro
lunedì 12 maggio 2014
EVENTI
EVENTI
Eventi straordinari prima o poi possono capitare a
tutti i mortali. Gli eventi, secondo la mia personale casistica si dividono in
eventi positivi ed eventi negativi. Naturalmente entrambi sovente sono
inaspettati ed arrivano come una nuvola a ciel sereno. Per meglio precisare
quelli positivi arrivano a ciel sereno, quelli negativi durante il temporale,
se non addirittura durante una tempesta. Sovente li confrontiamo, per impatto
positivo e negativo che siano, a quelli capitati anche ad altri esseri umani,
magari della comunità nella quale viviamo ed operiamo dal primo all’ultimo
gradino della scala sociale. A questo punto bisogna reagire nel migliore dei
modi per salvare almeno il salvabile. La mente incomincia a rimuginare
ponendosi la fatidica domanda: perché proprio a me? Ma dopo un’attenta analisi
ci accorgiamo che il fenomeno morale a noi capitato, non solo è frequente nella
odierna collettività cosiddetta civile, ma non è nemmeno di gigantesche
proporzioni come noi, a prima analisi avvertiamo. A questo punto si parla di
reazione, rimedio, controllo, magari vendetta, tremenda vendetta. Ma subito
dopo ci accorgiamo che non ne vale la pena, proprio perché ce lo vieta la
nostra preparazione culturale, il nostro io pensante, la nostra cultura di
cittadini del mondo, la Fede Cristiana. Arrivati a questo punto qualche
interlocutore potrebbe parlare di resa, vigliaccheria, di menefreghismo anche
verso complicati problemi personali. Dopo aver nuotato per il mare in tempesta
alla ricerca di un’oasi di pace e di tranquillità, ritorniamo al punto di
partenza consolandoci della frequenza del fenomeno che non fa distinzione
razziali, religiose, sportive, politiche, sociali, di reddito o quanto meno
tenore di vita. Allora pensiamo alla ritirata deponendo le armi, convinti che
la battaglia non è né giusta, né santa, né perlomeno merita di essere
combattuta. La Fede ci sorregge invitandoci ad un religioso e cristiano
perdono, ad una riflessione cattolica dell’evento, alla valutazione
dell’interlocutore autore dell’evento. Sia ben chiaro che il cristiano perdono
non è un atto di pusillanimità, ma piuttosto una versione riveduta e corretta
della parola vendetta, oramai passata di moda anche in molti paesi non
cattolici. Gli eventi della nostra esistenza terrena – positivi o negativi –
sono molteplici e di vario aspetto. Sta a noi saperli valutare, selezionare, ed
annotare i più significativi: il tempo dell’occhio per occhio, dente per dente
è passato ed è oramai lontano dalla cultura
che abbiamo costruito per noi stessi ed anche per il mondo che ci
circonda. Ci rimane, comunque, la soddisfazione che nella partita tra il bene
ed il male, abbiamo fatto il tifo per il bene, secondo i dettami evangelici e
la nostra cultura cristiana. Domani è un altro giorno!!!…Forse ci troveremo a
combattere una nuova battaglia contro un nuovo nemico, subdolo e materialista.
La cultura, la Fede e la convinzione di trovarci nella barricata dei giusti, ci
porterà alla vittoria finale. Che non solo noi godremo, ma anche quelli che
verranno dopo di noi troveranno la strada più facile per approdare ad un mondo
migliore.
Catello
Nastro
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