lunedì 27 maggio 2013

IL PENSIERO LIBERO

PENSIERO LIBERO


Catello Nastro, autore di siti e blog vari, autorizza tutti gli utenti del web  a riprodurre e copiare i propri articoli gratuitamente, indicando l’autore, il nome del sito o blog da cui ha attinto, la data di riproduzione, il titolo originale e  la riproduzione totale, ma non parziale. Sono consentiti commenti nel rispetto delle regole legali vigenti. Viene consentita anche la traduzione in modo da permettere  al pensiero di viaggiare oltre frontiera. Per contattare l’autore catellonastro@gmail.com .

mercoledì 22 maggio 2013

DEPRESSIONE SSUL MAR TIRRENO


DEPRESSIONE SUL MAR TIRRENO


Non annoto di depressione metereologica, ma di depressione psichica, morale, sociale, spirituale. Il Mar Tirreno c’entra perché sto scrivendo a poco più di cento metro dall’infrangersi delle sue onde sulla spiaggia del porto di Agropoli. Il raffronto non c’entra proprio un cavolo con questa dissertazione, ma forse può, in ultima analisi, servire come scena di sfondo sul palcoscenico della vita attuale. Ancora una volta è da tenere in alta considerazione tra i valori spirituali e quelli materiali. Da individuo nato nel 1941, cioè nel pieno svolgimento della Seconda Guerra Mondiale, avrei anche due scelte: vivere da pensionato statale  oppure vivere secondo le norme evangeliche. Ma sia il primo che il secondo caso, pur essendo terminato il conflitto bellico da oltre mezzo secolo, destano attenzione particolare ai vari momenti della vita di un anziano, o vecchio che dir si voglia, che come tale vive questi momenti che fortunatamente non sono bellici, ma pur destano attenzione e riflessione. Viviamo in un momento di recessione economica e di crisi spirituale che, se un secolo fa era prerogativa di un solo stato, oggigiorno, a causa della globalizzazione, diventa universale. Ci sono i telegiornali, obiettivi o di parte che ci propinano immagini ed eventi da vagliare attentamente e con oculatezza ed obiettività. E’ una parola!!! Potrà obiettare il lettore casuale o avvezzo alle mie senili esternazioni. In certo senso ha pure ragione perché, se ci addentriamo nell’argomento con espressioni di costume, notiamo subito che “la depressione sul Mar Tirreno” è solo una parte geografica limitata, nel contesto più ampio dei problemi, che sono coinvolti nella globalizzazione. Ma il pensiero può inquinare anche il Mar Tirreno??? Certamente. La depressione, senza scomodare la psicologia, la metereologia o la psicanalisi, è un male sociale quanto mai attuale in tempo di crisi economica e crisi spirituale Esseri umani depressi arrivano persino a soluzioni drastiche e definitive del loro processo di vita che non può essere in nessun modo avulsa dal rapporto sociale. L’interpretazione religiosa è senza dubbio valida abbracciando la Fede e la parola di Dio, aggiornata dai mass media, attraverso l’interpretazione di personaggi del mondo ecclesiastico e cattolico. In parole povere è la Fede che sorregge questi esseri barcollanti alla deriva sul mar Tirreno, ora quieto ora tempestoso. Ci sono eventi che ci portano a meditare su quello che scriviamo e comunichiamo attraverso il mezzo informatico ai lettori, assidui o casuali che siano. La depressione è un fatto metereologico ma anche psicologico. Materiale o anche spirituale. Singolo o anche collettivo. Familiare o anche sociale. Il tutto dipende dai punti di vista, dal coraggio, dalla volontà singola o collettiva, dall’onestà degli operatori in qualsiasi collocazione geografica, in qualsiasi situazione politica, in qualsiasi società, in qualsiasi famiglia. La Ragione, la Fede, la Solidarietà, il rispetto per il prossimo di qualsiasi razza o credo religioso, può portare la calma sul Mar Tirreno e sugli altri.


Catello Nastro

sabato 18 maggio 2013

Un amore nobile


UN AMORE NOBILE

Tanti e tanti anni fa, nel regno di Stronzio, ad un ballo di corte, si incontrarono due giovani nobili, proprio come avveniva nelle favole. Quindi non pensate che Cappuccetto Rosso faccia parte della nostra storia fantastica proprio perché entrerebbe come i cavoli a merenda. Quindi se ne stava nella sua favola senza disturbare i protagonisti della presente trattazione, ovverossia il grande nobiluomo  Conte Antonio Rugazzo e la contessina Giuseppina Pellafina. L’orchestra già aveva iniziato il suo repertorio con un brano del famoso cantante napoletano Jonny Cagà in arte, ma nella vita Giuvanne Cacasotto che ogni tre canzoni mandava in onda la pubblicità perché doveva recarsi nel cesso. A quei tempi non c’era l’Imu, l’Iva e la tassa sugli ortaggi perché ognuno si faceva i cavoli suoi. Il conte, essendo nobile, doveva per forza di cose sposare una contessa nobile pure lei.  Il nonno del conte non voleva, ma siccome i nonni anche nel secolo scorso non contavano un cavolo, il ricorso al TAR non venne accettato per lo sciopero dei cancellieri. Ma prima di vivere felici e contenti, dovevano fare i conti con la recessione economica. Al posto dell’orchestra sinfonica  della RAI di Cicerale, chiamarono Jonny Guitar, in arte “Giuvanne cu’ ‘a chitarra”, che era economico a tal punto da suonare con una chitarra che aveva solo tre corde, naturalmente unte e consunte. Al pranzo nuziale  ordinarono pasta e fagioli in maniera tale da sostituire i fuochi d’artificio di mezzanotte e come vino andarono al Discount a comperare una cassa di vino in buste da un litro in offerta speciale:  compra una busta e ti diamo tutta la cassetta. Per fare bella figura andarono alla raccolta differenziata del vetro per una settimana di seguito a raccogliere le bottiglie di vino pregiato del ristorante a sei stelle più caro del paese e le tapparono con un tappo di legno ricavato da una vecchia mazza di scopa. Dopo la cerimonia nuziale a casa degli sposi giusto in tempo per abbuffarsi di pasta e fagioli ancora calda nella quale, fiore all’occhiello del pranzo, spiccava un pezzo di cotica di maiale d’allevamento. Finito il pranzo iniziarono le danze. Giuvanne cu’ a chitarra si diede da fare e le coppie continuarono a ballare fino a quando non ruppe una corda e Giovanni promise che l’avrebbe aggiustata in occasione delle nozze d’argento. Alla fine della festa ci furono i fuochi artificiali. I fagioli, almeno, erano buoni.

Clemente Demente

mercoledì 15 maggio 2013

POLITICA E SOCIETA'



POLITICA E SOCIETA’

Un nesso logico, sebbene soggettivo, proprio perché visto e vagliato con criteri faziosi, condizioni sociali e morali diverse, esiste. Gli inventori di questa unione sono stati, a mio avviso, i Greci. Naturalmente quelli contemporanei a Socrate, Platone, Aristotele. In certo senso possiamo anche affermare che sono stati i promotori della democrazia. Certamente anche costoro, ai loro tempi, ai primordi della democrazia, avevano degli avversari pronti a difendere con le armi le loro idee. A questo punto bisogna tirare il ballo i valori materiali e quelli spirituali. Anche oggi quando parliamo di valori ed ideologie politiche, la trattazione si sofferma sulla gestione della vita pubblica che coinvolge, nella maggior parte dei casi più la sfera economica che quella morale. Non stiamo a fare sterili elenchi che contribuirebbero a confondere “l’animale politico” di aristotelica reminiscenza. Sovente la cattiva gestione della politica ha causato seri danni alla pacifica convivenza mondiale o anche dei paesini della varie regioni italiane. Quando sentiamo parlare di bilanci, partiti, coalizioni, comunità, classi sociali e, “dulcis in fundo” corruzione nella gestione della cosa pubblica, ci viene la pelle d’oca. Un’opera pubblica costata mezzo milione  di euro,  viene fatturata duemila e… spesso non vede mai il completamente e la fruizione delle classi meno abbienti. Naturalmente non vogliamo fare di  tutt’erba un fascio. Tenga conto il lettore, che essendo lo scrivente nato agli inizi del 1941, oltre che essere avvolto nelle fasce, ha vissuto anche il tramonto del fascio e l’inizio della Repubblica. Erano tempi lontani, i ricordi dei quali sono quasi scomparsi dalla sua memoria. Come ho già scritto molteplici volte: “la peggiore delle democrazie è preferibile alla migliore delle dittature!”. Ma in molti altri scritti apparsi su periodici locali, come “La rivolta del Cilento”,” L’Appennino”, “Il Cilento nuovo”, “Unico settimanale” e  “Mr.Magazine” ed ora su supporto informatico con vari blog e siti, ho seguito, anche non figurando tra gli addetti ai lavori, l’evoluzione o involuzione della politica, italiana in particolare modo. Frastornato da molteplici interpretazioni, ho cercato di raccogliere le briciole mentali di ultrasettuagenario, per capire certe cose che ancora oggi mi sono oscure e se vengono illuminate da terzi, si corre il rischio di osservare solo una parte illuminata, mentre il restante rimane oscuro o, quanto meno, sbiadito. A questo punto “l’animale politico” non se la sente di fare una analisi obiettiva, con conseguenti eque conclusioni. L’Italia, inoltre, è diventata una entità politica multietnica e multirazziale. Molti hanno contribuito alla crescita del paese ospitante e…loro, altri invece impigliati nel vortice malavitoso sono finiti per ingrassare le file dei fans della illegalità, e, se hanno incrementato qualcosa, si è trattato solo del lavoro delle Forze dell’Ordine. La globalizzazione non ha investito solo i prodotti alimentari a basso prezzo, in  offerta speciale al discount, ma anche la comunità malavitosa.  Sia ben chiaro che un  atto criminoso compiuto da un comunitario è identico, di fronte alla legge, di quello compiuto da un extracomunitario. Ma ritorniamo al rapporto cittadino – politica. Quando la politica è corrotta, le istituzioni non filano sulla retta via, chi paga le conseguenze è il cittadino a reddito medio-basso, il pensionato, il lavoratore “In nero”, il disoccupato, magari con una famiglia da sfamare ed un fitto da pagare. Lo stato ideale, senza dubbio, non esiste e non può esistere. Gli uomini politici dovrebbero capire che la politica deve tendere al benessere della comunità e venire incontro ai meno abbienti. Spesso però si fa in modo che l’equa ripartizione del reddito pubblico diventi addirittura iniqua. Dei pranzi in noti ristoranti vengono fatturati per una sola persona con una cifra che basterebbe a sfamare una intera famiglia di sei persone, non solo per un giorno, ma per un intero mese.  Ci sono bottiglie di vino che costano duecento euro e bottiglie che al Discount costano meno di un euro. Socialmente, molto è stato fatto per gli anziani, che sono di una categoria certamente meno abbiente. Ma chi ha una pensione di cinquecento euro e ne deve pagare la metà per il fitto di casa, come può tirare avanti. Fortunatamente le associazioni di volontariato fanno molto, non solo per gli anziani, ma anche per gli immigrati senza lavoro, senza una casa, senza permesso di soggiorno, senza un minimo reddito. La confusione che sta venendo fuori non solo è irrisolvibile senza drastici provvedimenti, ma è anche un cattivo esempio per le nuove generazioni ed un incentivo per la diffusione della illegalità. La politica deve servire il paese…ma tutto il paese. Solo in questo caso si può parlare di democrazia.

Catello Nastro

lunedì 13 maggio 2013

ESTEMPORANEA N. 1


ESTEMPORANEA N. 1
A   proposito dello scippo cui sono stato oggetto il mese scorso, molte annotazioni mi sono state rivolte per strada, per internet per messaggi vari. Qualcuno, addirittura, ha affermato che per la miserabile somma di euro uno e mezzo non valeva la pena di fare tanto casino quando ne è venuto fuori, oltre le mie aspettative, sulla carta stampata, su supporto informatico. C’è stato qualcuno che mi ha accusato la mia opera di solidarietà che svolgo da quasi un quarto di secolo con la mia collaborazione ad enti ed associazioni cosiddette onlus, nelle quale non ci sta da guadagnare materialmente, ma molto e solo moralmente.  Da scippato, un mio amico su Facebook, mi ha quasi fatto passare per scippatore. Un euro e mezzo, secondo il presunto tale amico, sono una miseria. Ma il tizio non ha tenuto conto che nel mio portafogli si trovavano altri centocinquanta euro, e forse più e tutti i documenti che sono stati dispersi chissà dove. Un danno, insomma di quasi cinquecento euro che rappresentano la metà della mia pensione di ex impiegato statale. Inoltre voglio aggiungere, che ho denunziato pubblicamente l’episodio purtroppo squallido, per avvertire i miei coetanei di un sistema fraudolento internazionale che nessuna logica umanitaria può giustificare. Si vergogni l’interlocutore quando parla di solidarietà. La solidarietà non si fa con i furti o scippi o borseggi o violenze varie. Questo è latrocinio bello e buono e basta. Condannabile sotto ogni forma di giudizio. Sono cosciente che viviamo in un clima internazionale caotico dove i limiti tra il bene ed il male sono labili. Vorrei vedere l’illustre commentatore rapinato, oltre che di euro, ma anche di documenti di identità, patente automobilistica, documenti bancari e postali, carta di credito,  persino tessera sanitaria e codice fiscale. In ultimo non mi è rimasto che controllare, dopo che mi hanno messo le mani nella tasca dei pantaloni, se mi avevano almeno lasciato l’organo sessuale. Caro amico, è una triste esperienza, che nonostante il tuo commento pseudo paternalistico e pseudo solidale, mi son sentito di denunciare anche perché spesso sono proprio gli anziani sono oggetto di tali illeciti interventi. La tua paternale o falsa morale, forse sarà valida, ma solo fino a quando anche tu sarai fatto oggetto di questo atto di solidarietà che, comunque, ti auguro di non provare mai. La vera solidarietà è quella che si fa gratuitamente, non quella che richiede una parcella per l’opera prestata. E con questo ritengo concluso il nostro informatico dialogo, mantenendo la vecchia stima e rinnovellando e formulando preziosi auguri.

Catello Nastro

domenica 12 maggio 2013

RITORNERO'


RITORNERO’…

Ritornerò alla base di partenza,
di un aeroporto qualsiasi,
a cercare il bagaglio smarrito.
Forse rubato: non si sa…
Non conteneva euro o dollari preziosi,
monili o documenti politici
internazionali e compromettenti.
Intervisterò tutto il personale,
sia di terra che di bordo.
Farò un proclama internazionale,
meticoloso e plurilingue
per cercare il mio diario
di una vita vissuta
tra intrepide vittorie e labili sconfitte.
Cercherò tra i cestini dei rifiuti
Per ritrovare il diario smarrito…

Catello Nastro

sabato 11 maggio 2013

LA FESTA DELLA MAMMA


12 MAGGIO 2013
FESTA DELLA MAMMA

“Pure ‘o perocchio è bello a mamma soia”, cioè. secondo il vecchio motto napoletano antico, oggi in disuso, anche il pidochietto è bello per la sua mamma, cioè per quell’essere di sesso femminile che l’ha procreato, cioè la moglie del pidocchio. Molti artisti, attraverso i secoli, si sono cimentati in opere di arte figurativa o letterarie, ad elogiare questa bella figura: la mamma. E trovo giusto che, accanto alla festa del papà, quella dei nonni, ci sia anche la festa del papà. Domani mattina, mettendo mano ed attingendo dai fondi della pensione di impiegato statale, porterò una rosa rossa a  mia moglie. Possibilmente con molta verdura si da arricchire il dono d’amore che si perpetua da circa mezzo secolo. Il regalo è sempre lo stesso. Quest’anno, a causa della recessione ci sarà l’offerta speciale: compra una rosa: la confezione è in omaggio.  In cambio di una rosa ci sarà un pranzo speciale, frutto di ampia selezione eseguito al supermercato sotto casa tra le offerte speciali. “Dalla festa del papà alla festa  di mammà, a metà prezzo si pagherà.” E siccome è l’ultimo giorno di sconto al 20%, domani inizierà  quello al 30%, si compra solo per la festa della mamma. Ma più che festa della mamma è la festa del papà che ordina il pranzo. Una grossa abbuffata in cambio di una simbolica rosa  rossa, questa volta non per motivi politici ma passionali. Ho già messo da parte i pochi euro per il fiore, ma non ho trascurato quelli del pranzo. Un buon pranzo festeggia non solo la mamma, ma tutti i commensali. La ricorrenza è ricorrenza, se il venerdì non si mangia carne, alla festa della mamma bisogna mangiare di tutto per non offendere la mamma-cuoca, sebbene con grave danno del colesterolo che tutti speriamo che per quella giornata faccia festa e baldoria con la moglie, che si chiama Pressione Arteriosa. Ma “…’na vota all’anno Dio ho cummanna!!!” Ma  il Dirigente Massimo che le feste non prettamente religiose, non va sempre d’accordo. Specialmente da quando si parla di fame nel mondo. Ma cosa volete: “’A mamma è mamma…” E se cucina in modo straordinario per figli, nuore e nipotini, quando diventa nonna, in vantaggio diventa prerogativa per il coniuge nonno che, approfittando dell’occasione favorevole può far funzionare molto la forchetta ed alzare anche il gomito. Considerato anche che ad una certa età quando non si alza niente, non si dovrebbe alzare nemmeno il gomito! Auguri a tutte le mamme, doppia razione alle nonne. E ricordatevi che ci sono tanti modi per festeggiare la mamma, senza estranei. Auguri di vero cuore!
Un abbraccio molto bello a mia moglie da nonno Catello!!!

Catello Nastro

venerdì 10 maggio 2013

L'OLIO DI OLIVA DEL CILENTO


San Martino Cilento
AL CONCORSO NAZIONALE DI NARRATIVA
“L’OLIO DI OLIVA… L’ORO DEL CILENTO”

Sabato 27 aprile 2013, al Concorso nazionale di narrativa “L’olio di oliva… l’oro del Cilento”, organizzato dalla Pro Loco di San Martino Cilento,  nella Sala San Pasquale  del Convento di S.Francesco di Lustra, del XVI° secolo , ma recentemente restaurato, organizzato dalla Pro Loco di San Martino Cilento, al suo ventisettesimo anno di attività, in collaborazione con l’apicoltura  S.Pietro, olio extravergine di oliva del Parco Nazionale del Cilento, di Ilaria Di Bartolomeo, in contrada di San Pietro di Castellabate, nella serie “Incontri d’arte e spettacolo”, si è tenuta la cerimonia di premiazione dei partecipanti al “Concorso Nazionale di Narrativa “L’OLIO DI OLIVA… L’ORO DEL CILENTO”. Per il racconto “Lolio di oliva l’oro del Cilento” è stato assegnato a Catello Nastro un diploma di merito con la seguente partecipazione: ”Partecipata trattazione degli usi e costumi collegati all’olio del Cilento”.  Molti sono gli scritti, su supporto cartaceo o  informatico , che lo scrittore Catello Nastro ha dedicato ai prodotti a km.0. Vale a dire ai prodotti cilentani prodotti e consumati nel Cilento nella sagre paesane e presenti nei negozi specializzati in prodotti della nostra terra che, se costano qualche euro in più, offrono pure maggiori garanzie di provenienza, di qualità e di genuinità. L’autore si pone, nei suoi articoli anche delle domande. Se la Turchia esporta il suo olio a due euro il litro e poi acquista l’olio del Cilento a cinque euro il litro, una differenza di qualità ci deve  pur essere. Sebbene in periodo  di recessioni, care massaie, non lasciatevi ingannare dalle offerte speciali. I prodotti del Cilento sono tra i migliori del mondo…

agropolicultura.blogspot.com
catellonastro@gmail.com

giovedì 9 maggio 2013

Commemorazione


4 MAGGIO 2013  NEI SALONI
DEL CENTRO SOCIALE DI AGROPOLI

COMMEMORAZIONE
DI DUE ANZIANI SCOMPARSI:
GIULIO MARGIOTTA E LUIGI ACERBO
Sabato 4 maggio 2013, nel salone d’ingresso del Centro Sociale Polivalente, in piazza Mons. Merola, vicino al municipio di Agropoli, cerimonia di commemorazione di due amici anziani recentemente scomparsi: Giulio Margiotta, vigile urbano e Luigi Acerbo, ex falegname. Nel salone affollato di anziani e giovani, colleghi o parenti dei defunti, si è tenuta una cerimonia semplice ma originale e commovente, il cui contenuto cristiano è stato più volte ribadito dai relatori che si sono susseguiti.
Lorenzo Barone, Presidente del CSP di Agropoli
Dora Capaldo, vice presidente del CSP di Agropoli
Antonio Infante, Presidente della Libera Università di lettere, musica, arte e cultura del Cilento, onlus
Catello Nastro, poeta, scrittore.
RIportiamo di seguito i vari interventi.

DISCORSO DEL PRESIDENTE DEL CSP
LORENZO BARONE

Quale Presidente in carica di questo Centro Sociale per Anziani e Disabili, mi permetto annotare che questa è la seconda cerimonia del genere organizzata dal nostro staff.  Non vogliamo citare ricchi e famosi, perché a costoro ci pensa la TV, ma portare alla memoria dei presenti, uomini semplici, umili, vissuti nella famiglia e per la famiglia. Nel lavoro e per il lavoro. Questi sono i veri valori cristiani che noi della terza età condividiamo e cerchiamo di tramandare ai nostri figli e  nipoti. La società è quella che voi tutti conoscete. Falsi idoli, falsi personaggi del mondo della politica, della grossa finanza, dello spettacolo e della TV, una pubblicità spesso ingannevole fatta solo per soddisfare il dio denaro. Si, anche il denaro è necessario, ma togliere il pane di bocca ad un bambino che ha fame per comperare un lussuosa villa o un’auto di grossa cilindrata è un grosso crimine. Uno dei crimini più atroci. Il mondo dei pensionati è noto a voi tutti, perché voi ne siete protagonisti. Ma vivere in amicizia, in una comunità che condivide gioie e dolori, significa innanzitutto combattere la solitudine. Nessun anziano che vive in solitudine viene rifiutato da questo centro di amici. La cerimonia, semplice di questa sera vuole proprio dimostrare che noi dobbiamo conservare i valori dei nostri avi e riproporli alle nuove generazioni. Questa serata è dedicata a due amici scomparsi che si ritrovano in Paradiso e questa sera rivivono nella nostra comunità attraverso i versi in dialetto napoletano del nostro socio Catello Nastro. Cedo la parola al professore Antonio Infante, Presidente della Libera Università del Cilento che ci illustrerà il significato di questa commemorazione.  

Intervento di Antonio Infante

Gli amici anziani recentemente scomparsi, Giulio Margiotta e  Luigi Acerbo, meritano, questa sera, di essere da noi tutti ricordati con affetto, stima, amicizia ed  amore cristiano. Non erano uomini ricchi e potenti, ma gente semplici, oneste, attaccate alla famiglia, sempre cordiali verso tutti ed in particolare modo verso i coetanei,perché capivano quali potevano essere gli anziani che vivevano in solitudine e cercavano di comunicare  nella chiacchierata al Centro Sociale oppure in piazza dove si parlava del più e del meno. Della recessione, del calcio con tifosi magari di altre squadre, di offerte speciali nei supermercati. Non si parlava certamente di economia internazionale o gossip politico. A questi due amici scomparsi abbiamo voluto dedicare uno spazio della gestione delle nostre attività perché essi rappresentano una vita semplice vissuta nella famiglia e nel lavoro, nella società della terza età ed anche, lasciatemelo dire, in periodo di recessione. Non  una medaglia d’oro, quindi – anche perchè le nostre casse non lo consentivano, ma una pergamena con cornice ed una poesia scritta da un nostro coetaneo, Catello Nastro, che verrà declamata dal fine dicitore Leonardo Fiordilino, amico semplice, ma  anziano di grosso spessore culturale. Alla fine della lettura i quadri verranno offerti in omaggio alle vedove dei due nostri amici commemorati questa sera.  Si tratta senza dubbio di documenti di scarso valore materiale, ma di grande valore morale e cristiano. Catello Nastro ha voluto ribadire in versi ed in dialetto napoletano il vecchio versetto: “.   Cedo la parola all’amico Leonardo Fiordilino che declamerà la poesia incorniciata, in duplice copia a ricordo di due grandi amici scomparsi. Prego tutti di ascoltare in religioso silenzio…Mi auguro che questo simbolico ma meritato ricordo venga conservato dai discendenti, appeso alle pareti di casa a perenne ricordo di due amici umili, modesti, ma che hanno sempre mantenuto alti i valori civili e morali del Cilentano, attraverso il proprio dovere, verso la famiglia e la società, attraverso i valori cristiani e sociali  che in tale maniera verranno maggiormente ricordati attraverso i secoli anche alle future generazioni.  Vi prego di ascoltare in religioso silenzio questo incontro tra due anime semplici in Paradiso, che sembrano quasi rivivere nell’emozione del ricordo. Questi sono i veri valori della Fede, dell’amore cristiano, portati avanti da Papa Francesco,della famiglia.  Prego amico Leonardo. A te la parola…(N.B. l’amico Fiordilino non ha potuto leggere, a causa della tosse, la poesia che è stata declamata dallo stesso autore)


Intervento del vicepresidente
del CSP Signora Dora Capaldo
Quanto mai estemporaneo e ricco di contenuti, l’intervento della signora Dora Capaldo, vice presidente del Sodalizio cilentano, che ha ricordato, con una carrellata nel tempo, usi e costumi oramai scomparsi, di quando Agropoli viveva una realtà forse più povera, ma certamente più ricca spiritualmente. Stiamo parlando di ricordi che hanno più di mezzo secolo.  Pure in periodo di ristrettezze economiche, che oggi chiamano recessione, si viveva in maniera più sana ed umana. I vicini di casa si aiutavano tra di loro secondo le loro possibilità. La vita aveva ritmi diversi da quelli di oggi, fino a quando il centro storico venne invaso durante il secondo conflitto mondiale. Testimonianze prese dalla vita vissuta e tramandate ai posteri come esempio di onestà, solidarietà, amicizia.

La poesia di Catello Nastro
DDUJE AMICI ‘MPARAVISO

Pure a Luiggio, ricette ‘o Pataterno,
“r’oppa tant’anne fatt’à vedè
ca’ te stong’aspettanno.”
Quanno fu arrivato ‘o mumento suoio,
Luiggio mettette in moto l’aparella,
e se ne jette all’atu munno
p’assapurà ‘na vita bella.
Quanno s’appresentao
annanz’a porta r’o Paraviso,
sede ultima e tutt’è l’umane auneste,
se trovao di fronte ‘nu vigile urbano.
Era Giulio ch’à pochi misi prestao servizio,
pe’ fa trase ‘Mbaraviso
tutte chilli ch’avevano campato
p’a vita umana, onestamente,
 a chi li stemnneva ‘a mano.
“Songo    Luiggio, te so’ stato amico,
e mo’ ca pur’io me trovo Mabaraviso,
nun saccio addo’ i’ accà o allà.
“Lui’, tu può ttrase,
ma l’Angele hanna cuntrullà
cumme acca’ si arrivato.
Accà se po’ trase sulamente in base ‘a cilindrata.
“ Maronna mia, io so’ venuto cu’ ‘nu tre rrote,
ovverossia cu’n’aparella!”
“Nun te preoccupà, pecché tutte
chille ch’arrivano ca’ Porsche o a Maserati,
‘o Pataterno è mannne  a ll’atu lato.
Chille ca’ s’ appresentena cu’ ‘na macchina vecchia
arrezzunuta o mezza scassata,
ponno parcheggià ‘Mparaviso senza pava’  ‘a mesata.
Tu ca’ ti si apprisintato cu’ nu tre rrote,
cioè cu’ ‘na vecchia aparella,
certamente accà te tocca
‘na seconda vita bella.
Chiammate l’Angele, chiammate e Cherurrini,
ca’ è arrivata proprio stammatina
‘n’anema overamente bella:
s’è apprisintata cu’ nu tre rrote:
cu’’na vecchia aparella.
E mentre Luiggio steve trasenne
pe’ porte d’ò Paraviso,
s’appresentao Rabbiele cù ‘nu surriso.
Cantate Angele, sunate Cherubbini,
ca’ s’è apprisentato stammatina
n’anema bella, ‘ngoppa a ‘nu tre rrote,
ovverossia ‘na vecchia aparella.
E tu Giulio, ca’ si stato amico
è bbuono cristiano, fallo trasì,
ca’ pure accà si viggile urbano:
allicardate ca’ accà hara fa trasì
sulamente ‘e brave cristiane.
Chille ch’hanno campato ‘nguolll’e ll’ati,
mannale addò Lucifero chianu chianu,
ch’è sta aspettà cu’ nu’ furcone mmano!!!

Catello Nastro

P.S. E’ più facile che un cammello passi dalla
cruna di un ago, che un ricco vada in Paradiso.

Comunicato stampa a cura di
agropolicultura.blogspot.com