venerdì 11 dicembre 2015
giovedì 10 dicembre 2015
venerdì 20 novembre 2015
martedì 10 novembre 2015
UN ALTRO ARTISTA CHE SE
NE VA
LO SCULTORE AMEDEO
PISCIOTTANO
All’età di ottantadue anni è venuto a mancare lo scultore Amedeo Pisciottano, ad Agropoli, la
cittadina del Cilento che egli amava tanto e che gli forniva il materiale
ligneo in disuso, spesso ripescato in mare o nel fiume Testene che oltretutto
scorreva a pochi metri dalla sua abitazione. Quando anche lo scrivente abitava
al cosiddetto Lido Azzurro ci vedevamo spesso, ma anche quando mi trasferii nel
centro storico gli “incontri d’arte” sebbene diminuiti, continuarono. Passeggiando
nei pressi della foce del Testene, lungo il litorale di San Marco e nelle
verdeggianti colline del Cilento, era sempre alla ricerca di un tronco, un fusto
o addirittura radici di alberi quasi centenari che sembrava dormissero a terra in
attesa che qualcuno li portasse via per ridargli vita artistica. E questo
processo di reimpiego del materiale dopo pochi giorni dava i suoi frutti
artistici che venivano sottoposti alla visione ed al giudizio dei visitatori in
varie mostre d’arte ad Agropoli, in vari paesi del Cilento, durante le feste
paesane. in concorsi e collettive. Auguro che i preposti al territorio riescano
a trovare un locale per ospitare degnamente
le sue opere. Amedeo Pisciottano non ha mai venduto una scultura, sebbene
sollecitato da alcune richieste concrete.
Ospitare le sue opere lignee in pietra richiederebbe uno spazio abbastanza ampio.
Nelle sue figure, alcune piccole addirittura da tenere nel palmo di una mano altre
invece che superavano i due metri di
altezza. mi auguro che che l’amministrazione comunale trovi uno spazio
ampio per collocare e dare alla
fruizione degli agropolesi e degli ospiti nel nostro paese un punto di incontro
in maniera tale da incentivare anche la voce “turismo artistico culturale.”
Addio Amedeo. La tua modestia rimarrà sempre nell’animo di chi ti stimava veramente.
Catello Nastro
lunedì 9 novembre 2015
venerdì 2 ottobre 2015
Furto di una zucca ad Agropoli.
FURTO DI UNA ZUCCA AD AGROPOLI
Furto quanto mai unico e singolare della via Filippo Patella
che conduce dopo gli scaloni nel centro storico nella cittadina capoluogo del
Cilento che durante la primavera - estate conta circa un milione di visitatori
di ogni parte del mondo. La signora
Giovanna che abita proprio
nel palazzo prossimo all’inizio
della lunga scalinata ha pensato, con un’idea a dir poco geniale, di ornare il
suo balcone con una pianta di zucca rampicante, In breve tempo la piantina si
è trasformata in un’artistica corona di larghe foglie verdeggianti e nella
parte inferiore il vegetale gioiello consistente appunto in una bellissima
e rigogliosa zucca che ,crescendo, con sfondo L’ottocentesca finestra che vide
lo sbarco degli alleati, mentre, prezioso pendaglio una bellissima zucca di circa due kilogrammi.
Una delle finestre più belle della vie
intestata al colonnello Garibaldino Filippo Patella. E’ stata fotografata
centinaia d i volte fa turisti di ogni parte
del mondo. Chi sia stato l’autore di questo atto stupido ed insensato non si sa. Se venisse
riconosciuto certamente ci sarebbe da mettere in dubbio l’incolumità della sua
zucca anche se probabilmente vuota.
Catello Nastro
giovedì 26 febbraio 2015
domenica 8 febbraio 2015
CILENTANI DOC
CILENTANI DOC
Con la globalizzazione anche il Cilentano doc diminuisce di
numero nel proprio territorio. Premettiamo che nessuno se n’è accorto. Anche su
Facebook è stato creata una pagina dedicata ai cilentani. Ma per essere
Cilentani doc bisogna avere il pedigri o
l’albero genealogico che riporta ai Borboni o alla tramontata
baronìa nel territorio? Ma oggi si parla
di cittadini del mondo e non più di
etnie integrate coi villeggianti napoletani, con gli stranieri, con coloro,
meno abbienti, che fanno il mordi e fuggi durante l’estate ed in piccola parte
a Natale, Pasqua ed anche nella
cosiddetta bassa stagione (maggio – giugno, settembre - ottobre, le vacanze di
Pasqua e di Natale). Riferendoci al nostro paese, Agropoli, possiamo senza
dubbio affermare che ci troviamo in un territorio, il Cilento, appunto,
multietnico e multirazziale. Sia ben chiaro che questo costituisce un
arricchimento non solo materiale, ma anche spirituale. Il rispetto delle regole
civili, i matrimoni con razze diverse,
religioni diverse e colore della pelle costituiscono un fenomeno altamente
positivo, con una pacifica convivenza ed anche con matrimoni tra cittadini di
Agropoli e cittadini del mondo. Nella scuola dei miei nipotini ci sono bambini
di paesi diversi che si integrano in maniera straordinaria nel mondo
dell’apprendimento, scolastico e lavorativo. Cioè gli extracomunitari del
Cilento, ma anche gli altri che hanno la sfortuna di imbroccare strade
sbagliate che spesso li conduce alla violenza, alle armi, al carcere o
addirittura al cimitero. Finora ho parlato della parte migliore della nostra
società includendo tutti i protagonisti, dal più piccolo al più grande. A questo punto dovremmo tirare in
ballo la parola “solidarietà”. Non mi ritengo uno scrittore aulico perché sono
cresciuto nell’università della strada prima di iscrivermi all’Università di
Napoli e poi a quella di Torino.Qui ho maturato la mia mentalità culturale, ma
anche imprenditoriale per creare per i miei figli la “Nastro Antichità” nella
quale, tra l’altro lavora certamente più sobrio ma accettabile un tunisino,
persona seria e ben degna che ha contribuito al mio ed al suo progresso, a
quello della mia famiglia e della sua, naturalmente. La recente crisi economica
ha assopito gli antichi entusiasmi imponendo di lavorare “solo per la
pagnotta”. Sono ottimista. Passata la tempesta si ritornerà ad un ritmo
di vita più sobrio, ma certamente più giusto.
Catello Nastro
sabato 7 febbraio 2015
martedì 27 gennaio 2015
LETTERA AL COMPUTER
LETTERA AL COMPUTER
Caro computer. Caro nel senso che mi costi troppo, come
pensionato della stato, ma caro, viceversa, perché sei un grande amico della
terza età, degli over 70 in parole semplici. Mi consenti di scrivere poesie e
racconti e pubblicarli sui miei blog e su vari siti letterari che, a dire la
verità, ospitano prose e poesie senza nulla chiedere in cambio. Sono oramai
dieci anni che un carissimo amico, esperto della tecnologia in oggetto mi ha
dedicato un sito, www.catellonastro.it, che rispecchia con sensibilità e
bravura, il mio stato culturale ospitato sul supporto informatico. E non solo
questo “storico sito” ma anche altri e blog in genere che enunciano il mio
pensiero che riporta valori universali come l’amore per la cultura e la
comunicazione, l’amore per la terra che mi ha ospitato nel 1951, quando con la
mia famiglia, all’età di dieci anni mi trasferii nel Cilento,studiando e poi insegnando in varie scuole del Cilento, per
poi trasferirmi a Torino dove ebbi le maggiori soddisfazioni professionali. Il
computer è stato da me umanizzato, proprio perché ha creato momenti di esternazione
universale del mio pensiero. Premetto, a proposito del pensiero, che ho
dedicato un liberculo a tale argomento trovandomi di fronte a gente che
applaudiva, ma anche gente che protestava. Un risultato alterno e variegato che
mi ha consentito di scrivere sempre in piena libertà accettando giudizi critici
positivi, ma anche negativi. Ma vedere che qualcuno si interessava ai miei
scritti, riportandoli sempre gratuitamente in altre sedi, era per me una cosa
importante. E il mio nome appare sui motori di ricerca circa 50.000 volte. Sia
ben chiaro che non è il “lei non lo sa chi sono io”ma piuttosto la condivisione
riportata su vari siti e blog da me sconosciuti prima. Oggi scrivere un libro
su supporto cartaceo costa molto. Nonostante ciò, sponsorizzate o meno, circa
cinquanta pubblicazioni, in massima parte sul Cilento, sono state date alle
stampe quasi sempre con recensioni positive. Anche i premi letterari (quelli
non a pagamento della tassa di iscrizione) sono arrivati con l’attenzione della
stampa e della critica letteraria. Oggi il rapporto col computer è cambiato.
Lui è vecchio perché ha circa dieci anni, io sono vecchio perché sono arrivato
quasi ai tre quarti di secolo. Come pensionato mi è di grande utilità. Il mio
tempo libero viene assorbito dai nipotini che, quando si mettono al computer,
modificando talvolta i programmi, mi creano problemi. Nipoti e computer sono
importanti, anche se ogni tanto fanno girare le le pa…gine!!!
Catello Nastro
lunedì 12 gennaio 2015
I VECCHI
I VECCHI
I vecchi
tacciono,
non hanno
più interlocutori.
Rimane solo
l’etichetta
dell’antica saggezza
a tratti
divulgata
in istantanee
di ricordi
felici.
I nipoti
aggiornati
preferiscono
interloquire
col più
moderno telefonino.
I dialoghi
stupidi e superflui
solcano cieli
vuoti
impassibili
ed estranei.
E mentre la
voce
percorre sentieri
infiniti,
in dialoghi
astratti
dell’amore
profondo
rimane solo
un meccanico clik.
Catello Nastro
sabato 10 gennaio 2015
VIERNO
VIERNO…
“Vierno: che friddo dint’à ‘stu core, e sule tu, tu me sai da’
calore…”… Sembra l’inizio di un cartello pubblicitario per un tipo di stufa.
Non importa se a gas metano, a legna o a pellet o elettrica per quelle più
piccole, che si possono facilmente trasportare dallo studio al bagno e
viceversa. Le mie demenziali imprese precoliardiche, mi spingevano, ogni anno,
nel mese di settembre ottobre, naturalmente, far coincidere il primo giorno dell’anno
scolastico con l’ultimo bagno della stagione oramai conclusa. Quasi un rito si
doveva compiere annualmente e nel primo giorno del mese: lavorativo,
naturalmente, altrimenti se ne parlava il lunedì seguente. Appuntamento al
famoso Bar Nazionale e di poi tutti in fila per la bellissima spiaggia di Trentova
che ancora oggi rappresenta il meglio della costa del Cilento. Nudi come vermi
ci presentavamo al dio Nettuno ed i giochi e gli scherzi duravano fino all’ora
di pranzo, quando raccoglievamo i vestiti, ci infilavamo i costumi da bagno e
con canti mezzo storpiati ci ritiravamo a casa all’ora di pranzo. Naturalmente
a tavola si mangiava di più perché di calorie ne avevamo consumato in quantità.
A dire la verità, questa spedizione scolastica, balneare. “filonistica” durò per alcuni anni. Quando
arrivammo all’Università “Federico II°” di Napoli questa “tradizione” venne
abbandonata anche perché iscritti in facoltà diverse. Da quella generazione
vennero fuori anche uomini importanti nelle vari professioni. Chirurghi ed
avvocati illustri. Ed anche qualche professore ben sponsorizzato dalla
famiglia. Personalmente, gli studi ed i libri all’università li ho pagati col
frutto del mio lavoro nel caseificio paterno. Tenga conto il lettore che stiamo
parlando di quasi mezzo secolo fa, quando le carrozze di seconda classe delle
ferrovie dello Stato avevano i sedili di legno. Perché queste rievocazioni???
Prima, per fare un viaggio a ritroso nel tempo, secondo per ricordare la
giovinezza ora trasformata dal tempo e dagli acciacchi in vecchiaia, terzo per
ringraziare il Signore del bellissimo dono della vita. Forse avrei potuto fare
di meglio. Ma sono contento così. Il tempo della goliardia, terminato nel
fatidico ’68 è stato il più movimentato, ma anche il più avventuroso della mia
vita. Naturalmente non entro nei particolari per la legge sulla privacy!!!
Buona vita a tutti i miei lettori!!!
Catello Nastro
mercoledì 7 gennaio 2015
MI RISPECCHIO
MI RISPECCHIO
Mi
rispecchio nella tua anima
ora antica e
quasi sonnolente.
Poi come in
un film in bianco e nero,
tratto dalla
cineteca della vita
passata
assieme da tanti anni fa,
ripercorro i
drammi e le farse
recitate
davanti ad un pubblico
che non mostrava
interesse
ma assisteva
all’evolversi delle vicende,
ora tragiche
ora comiche.
Ora che al
tramonto il genere è cambiato
non resta
altro che cambiare canale
e cercare un film comico
per
ritornare a sorridere alla vita.
Catello Nastro
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