martedì 27 gennaio 2015

Gianni Quintiliani 'A pusteggia

LETTERA AL COMPUTER

LETTERA AL COMPUTER

Caro computer. Caro nel senso che mi costi troppo, come pensionato della stato, ma caro, viceversa, perché sei un grande amico della terza età, degli over 70 in parole semplici. Mi consenti di scrivere poesie e racconti e pubblicarli sui miei blog e su vari siti letterari che, a dire la verità, ospitano prose e poesie senza nulla chiedere in cambio. Sono oramai dieci anni che un carissimo amico, esperto della tecnologia in oggetto mi ha dedicato un sito, www.catellonastro.it, che rispecchia con sensibilità e bravura, il mio stato culturale ospitato sul supporto informatico. E non solo questo “storico sito” ma anche altri e blog in genere che enunciano il mio pensiero che riporta valori universali come l’amore per la cultura e la comunicazione, l’amore per la terra che mi ha ospitato nel 1951, quando con la mia famiglia, all’età di dieci anni mi trasferii nel Cilento,studiando e poi  insegnando in varie scuole del Cilento, per poi trasferirmi a Torino dove ebbi le maggiori soddisfazioni professionali. Il computer è stato da me umanizzato, proprio perché ha creato momenti di esternazione universale del mio pensiero. Premetto, a proposito del pensiero, che ho dedicato un liberculo a tale argomento trovandomi di fronte a gente che applaudiva, ma anche gente che protestava. Un risultato alterno e variegato che mi ha consentito di scrivere sempre in piena libertà accettando giudizi critici positivi, ma anche negativi. Ma vedere che qualcuno si interessava ai miei scritti, riportandoli sempre gratuitamente in altre sedi, era per me una cosa importante. E il mio nome appare sui motori di ricerca circa 50.000 volte. Sia ben chiaro che non è il “lei non lo sa chi sono io”ma piuttosto la condivisione riportata su vari siti e blog da me sconosciuti prima. Oggi scrivere un libro su supporto cartaceo costa molto. Nonostante ciò, sponsorizzate o meno, circa cinquanta pubblicazioni, in massima parte sul Cilento, sono state date alle stampe quasi sempre con recensioni positive. Anche i premi letterari (quelli non a pagamento della tassa di iscrizione) sono arrivati con l’attenzione della stampa e della critica letteraria. Oggi il rapporto col computer è cambiato. Lui è vecchio perché ha circa dieci anni, io sono vecchio perché sono arrivato quasi ai tre quarti di secolo. Come pensionato mi è di grande utilità. Il mio tempo libero viene assorbito dai nipotini che, quando si mettono al computer, modificando talvolta i programmi, mi creano problemi. Nipoti e computer sono importanti, anche se ogni tanto fanno girare le le pa…gine!!!

Catello Nastro

lunedì 12 gennaio 2015

I VECCHI

I VECCHI
I vecchi tacciono,
non hanno più interlocutori.
Rimane solo l’etichetta
dell’antica saggezza
a tratti divulgata
in istantanee
di ricordi felici.
I nipoti aggiornati
preferiscono interloquire
col più moderno telefonino.
I dialoghi stupidi e superflui
solcano cieli vuoti
impassibili ed estranei.
E mentre la voce
percorre sentieri infiniti,
in dialoghi astratti
dell’amore profondo
rimane solo un meccanico clik.


Catello Nastro

sabato 10 gennaio 2015

VIERNO

VIERNO…

“Vierno: che friddo dint’à ‘stu core, e sule tu, tu me sai da’ calore…”… Sembra l’inizio di un cartello pubblicitario per un tipo di stufa. Non importa se a gas metano, a legna o a pellet o elettrica per quelle più piccole, che si possono facilmente trasportare dallo studio al bagno e viceversa. Le mie demenziali imprese precoliardiche, mi spingevano, ogni anno, nel mese di settembre ottobre, naturalmente, far coincidere il primo giorno dell’anno scolastico con l’ultimo bagno della stagione oramai conclusa. Quasi un rito si doveva compiere annualmente e nel primo giorno del mese: lavorativo, naturalmente, altrimenti se ne parlava il lunedì seguente. Appuntamento al famoso Bar Nazionale e di poi tutti in fila per la bellissima spiaggia di Trentova che ancora oggi rappresenta il meglio della costa del Cilento. Nudi come vermi ci presentavamo al dio Nettuno ed i giochi e gli scherzi duravano fino all’ora di pranzo, quando raccoglievamo i vestiti, ci infilavamo i costumi da bagno e con canti mezzo storpiati ci ritiravamo a casa all’ora di pranzo. Naturalmente a tavola si mangiava di più perché di calorie ne avevamo consumato in quantità. A dire la verità, questa spedizione scolastica, balneare.  “filonistica” durò per alcuni anni. Quando arrivammo all’Università “Federico II°” di Napoli questa “tradizione” venne abbandonata anche perché iscritti in facoltà diverse. Da quella generazione vennero fuori anche uomini importanti nelle vari professioni. Chirurghi ed avvocati illustri. Ed anche qualche professore ben sponsorizzato dalla famiglia. Personalmente, gli studi ed i libri all’università li ho pagati col frutto del mio lavoro nel caseificio paterno. Tenga conto il lettore che stiamo parlando di quasi mezzo secolo fa, quando le carrozze di seconda classe delle ferrovie dello Stato avevano i sedili di legno. Perché queste rievocazioni??? Prima, per fare un viaggio a ritroso nel tempo, secondo per ricordare la giovinezza ora trasformata dal tempo e dagli acciacchi in vecchiaia, terzo per ringraziare il Signore del bellissimo dono della vita. Forse avrei potuto fare di meglio. Ma sono contento così. Il tempo della goliardia, terminato nel fatidico ’68 è stato il più movimentato, ma anche il più avventuroso della mia vita. Naturalmente non entro nei particolari per la legge sulla privacy!!! Buona vita a tutti i miei lettori!!!


Catello Nastro

mercoledì 7 gennaio 2015

MI RISPECCHIO

MI RISPECCHIO


Mi rispecchio nella tua anima

ora antica e quasi sonnolente.

Poi come in un film in bianco e nero,

tratto dalla cineteca della vita

passata assieme da tanti anni fa,

ripercorro i drammi e le farse

recitate davanti ad un pubblico

che non mostrava interesse

ma assisteva all’evolversi delle vicende,

ora tragiche ora comiche.

Ora che al tramonto il genere è cambiato

non resta altro che cambiare canale

e  cercare un film comico

per ritornare a sorridere alla vita.



Catello Nastro