mercoledì 31 agosto 2011

La poesia semplice di Silvia Del Galdo

Ostigliano

EDITO IL LIBRO “POESIE SEMPLICI” DI SILVIA DEL GALDO



E’ uscito proprio in questi giorni, e precisamente il 31 agosto 2011, il libro intitolato “POESIE SEMPLICI” di SILVIA DEL GALDO nativa di Ostigliano ma da anni residente a Milano, con le edizioni deella “Libera Università Internazionale di Arte, Lettere, Musica e Storia onlus di Agropoli. In oltre sessanta pagine, in decorosa ma elegante veste editoriale, l’autrice personalizza i suoi affetti ed i sentimenti in versi musicalmente ritmati in questo volumetto che è il tredicesimo della collana letteraria “Il Cilento nuovo” diretta da Mario De Pascale, Antonio Infante e Catello Nastro. Questi due ultimi hanno curato la stampa del libro e fatto la presentazione. Antonio Infante ha scritto:” Leggendo i versi, definiti “semplici”, di Silvia del Galdo, si nota subito l’esaltazione degli antichi valori cilentani e non solo. La religione, l’amore, la solidarietà, la fine della vita nella visione francescana, la famiglia intesa come focolare ed elemento, quindi, di unione affettiva, di coesione sociale, che sfocia in un rapporto sublimato dal grado di parentela, dal vivere inteso come condivisione di gioia e dolore, dialogo di cose importanti e nello stesso tempo minute o addirittura transitorie. Nella collana letteraria “Il Cilento nuovo”, diretta dall’amico Catello Nastro, da Mario De Pascale e dallo scrivente, volutamente ci siamo dedicati a poeti e scrittori emergenti. Prossimamente daremo vita anche alla pubblicazione di monografie, cataloghi ed antologie di pittori e scultori, arricchendo, appunto, il nostro studio introducendo l’arte figurativa che proprio in questi ultimi sta dando segno di notevole risveglio, assidua ricerca di nuove espressioni artistiche, successi che onorano il Cilento in Italia e nel mondo. La cilentana Silvia Del Galdo, che vive a Milano da parecchi anni esprime, nelle sue semplici composizioni messaggi personali che diventano addirittura cosmici. L’amore si può cantare in una poesia, un racconto, un libro, una canzone, un’opera pittorica o scultorea. Silvia Del Galdo lo fa attraverso poche righe ritmate alla maniera classica, con un compiacimento personale, semplicemente, senza fronzoli o ricercatezza di vocaboli altisonanti. Giustamente l’amico Catello Nastro ha parlato di “POESIA SEMPLICE DI SILVIA DEL GALDO”. (Antonio Infante). Anche Catello Nastro ha commentato i versi della poetessa di Ostigliano ma operante a Milano già da molti anni. “Quando non si hanno velleità letterarie, o quanto meno presunte tali, la poesia semplice assume un aspetto diverso. Di onestà dell’espressione, della composizione, della stampa, della divulgazione e richiede, quindi, anche onestà di giudizio. Per scrivere poesie oggi è facile, più difficile è trovare lettori benevoli e di larghe vedute che sanno recepire il messaggio in esse contenuto. Nel panorama letterario esiste una caterva di poeti, o quanto meno presunti tali, che usano paroloni con iperboliche rappresentazioni, quasi sempre astratte, per mettere in mostra il loro scibile culturale. L’innovazione, a questo punto, diventa vero e proprio barocchismo espressivo in versi. Quello che più colpisce, nella poesia di Silvia Del Galdo è la semplicità. Sia delle espressioni, sia dei concetti. In parole povere forma e contenuto vanno di pari passo per portare avanti un discorso genuino, sebbene a tratti scarno, con una metrica classica che non cela ermetismi vari, espressioni a doppio senso, dubbi nell’interpretazione, ipocrisia letteraria vera e propria. Certamente non tutte le liriche contenute in questa raccolta antologica assurgono ad alti valori. Ma alcune, in verità, si elevano al di sopra delle altre, per immagini genuine, quasi ottocentesche. Non facciamo raffronti con poeti del mondo classico o moderno che hanno evidenziato una certa personalità espressiva, ma mettiamo in risalto la linearità delle poesie di Silvia Del Galdo che si accinge a dare alla stampa la sua prima raccolta di versi. Se dovessimo fare un raffronto con l’arte figurativa, dovremmo a forza definire la poetessa milanese di adozione ma cilentana di nascita, una paesaggista, una realista, una riproduttrice di colori reali della natura in un insieme di piani, forme e colori, tenui, chiari, incisivi, ben accostati ed infine leggibili al fruitore della composizione. Abbiamo deciso di ospitare nella collana “Il Cilento nuovo” il volumetto di Silvia Del Galdo, per dare modo a tutti i lettori e gli amanti della poesia in particolare, di gustare, come in una mostra di pittura, tutti questi quadretti, semplici ed accessibili, in un figurativo realista con qualche tendenza al naif. Una pittura primitiva, quasi fanciullesca, ma piena di note musicali lievi ed accessibili, come appunto sono i versi di questa poetessa che si presenta per la prima volta alla stampa di una sua “collezione” di poesie. Non citerò le poesie che mi hanno colpito di più per il loro candore espositivo, per non fare torto alle altre, ma anche per lasciare al lettore un giudizio equilibrato senza interferenze del critico d‘arte questa volta nella veste di critico letterario. Nell’augurare all’autrice un meritato successo, vogliamo ancora una volta ribadire l’importanza della nostra collana letteraria “Il Cilento nuovo” che si prefigge di arrivare alla fine del secondo anno a venti opere pubblicate. Un traguardo difficile ma…non impossibile. (Catello Nastro) Ci congratuliamo con l’autrice e con i promotori della collana letteraria dedicata al Cilento, per le ottime pubblicazioni che stanno riscontrando unanimi consensi anche a livello nazionale.

(Renato Volpi)



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giovedì 18 agosto 2011

PUNTI DI VISTA

PUNTI DI VISTA



I punti di vista, a mio avviso, sono più importanti dei punti interrogativi, esclamativi ed anche degli stessi punti cosiddetti fermi. Infatti i sopra citati possono dipendere dalla situazione, dal tempo, dal partito politico o anche dalla coalizione o dal governo ed infine dall’opposizione. Ma questi ultimi, anche in piena democrazia hanno poco valore. Servono solo per far aumentare il dibattito politico in maniera tale da avere parte attiva nella discussione e nella votazione. Quando l’opposizione o minoranza diventa maggioranza il governo cade e buonanotte ai suonatori. Unico vantaggio è che la democrazia è salva. Il punto di vista, in senso calcistico, più importante è, a mio avviso, quello dell’arbitro: Specialmente quando il rigore c’è e lui non lo concede, oppure quando lo concede ed il rigore non ci sta. In tutti e due i casi si becca una caterva di fischi, parole e parolacce che non osiamo nemmeno riportare, che spesso contengono parti intime del corpo dei più stretti parenti di sesso femminile. I giornali sportivi dedicano più spazio al punto di vista dell’arbitro che del governo. I giornali politici, al contrario, dedicano più spazio al capo del governo che non all’arbitro di calcio. Ma veniamo al punto di vista della famiglia, del quale però nessun giornale se ne frega e la questione in oggetto rimane chiusa tra le pareti di casa. Se si tratta della gonna della figliola quattordicenne, per la mamma sta bene, per il papà è un poco corta e per il nonno è addirittura scandalosa e vergognosa. Ma anche questa tipologia rimane interna alla casa; al massimo si può allargare al condominio se la minigonna è veramente troppo corta da lasciar intravedere addirittura le mutande. Ma veniamo al punto di vista gastronomico. La pasta al sugo può essere troppo cotta o troppo cruda, troppo salata o troppo scipita, troppo condita o poco condita. Ma anche di questo nessuno se ne frega perché quando si ha fame non si va tanto per il sottile: spaghetti o rigatoni vanno bene lo stesso. E se uno non ha fame non mangia. I punti di vista dei condomini sonno nella fattispecie i più controversi e i più contestabili. Da queste controversie traggono vantaggio gli amministratori esterni e gli avvocati. Tralasciamo altri punti di vista generici o anche di minore o maggiore importanza ( nel primo caso il colore della cravatta nel secondo caso il colore della coscienza) per trattare il punto di vista sessuale. Ma l’argomento in questione è talmente lungo e delicato che non basterebbero centinaia di pagine per ricavarne solo un breve trattato. Solo una barzelletta. Un vecchietto va dal farmacista e chiede un medicinale per ritornare bambino. Il giorno dopo il farmacista gli chiede come è andata ed il vecchietto risponde che per una notte è tornato bambino. Aveva fatto la pipì nel letto… Scherzi a parte i punti di vista sono essenziali nella vita umana. Guai se tutti la pensassero alla stessa maniera. Solo una riserva: i buoni dovrebbero diventare più buoni ed i cattivi si dovrebbero sforzare per diventare buoni. Solo da questo punto di vista potremo aspirare ad un mondo migliore. Anche se i punti di vista rimarranno diversi.



CateNastrollo

domenica 14 agosto 2011

Una estate ad Agropoli

Una estate ad Agropoli

ANZI SESSANTA ESTATE



Oramai tutti i miei lettori, su supporto cartaceo o informatico, sanno che il 21 ottobre del 1951, da Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, con la mia famiglia, sono emigrato ad Agropoli, cittadina nella quale tuttora vivo e dalla quale sto scrivendo queste esternazioni di uno arrivato a dieci anni e giunto oramai a settanta. Non è che mi dispiaccia di essere arrivato a questa età, col titolo di anziano, vecchio, matusa o nonno che dir si voglia. Conosco l’evoluzione politica, civile, artigianale, industriale, turistico alberghiera, morale, civile e culturale del paese meglio di chiunque altro. Ad Agropoli, città che mi ha ospitato nel migliore dei modi e che mi ha trattato e conservato parimenti sono devotamente riconoscente. E se in qualche mio scritto è stata evidenziata qualche lamentela è stato solo per migliorare la situazione e certamente non fare una sterile critica di opposizione globale. Ad Agropoli sono vissuti i miei genitori, vive la mia famiglia, vivono i miei figli, vivono i miei nipoti. Ben quattro generazioni, per la maggior parte artigiani ed anche professionisti. Come lo scrivente. 1951 – 2011, Sessanta estate vissute tutte in maniera diversa. Ma quella che vivo attualmente, abitando nella via della “Movida Agropolese”, è del tutto particolare. Sotto il mio balcone, al primo piano di Via Patella, nel centro storico della cittadina capoluogo del Cilento, stazionano quasi cinquecento giovani, ben distribuiti in una mezza dozzina di locali creati appositamente per i nottambuli cilentani ed ospiti, italiani e stranieri della straordinaria cittadina del Cilento. “Pane e vino” è forse il primo. Con meno di dieci euro mangi e bevi stando comodamente seduto e guardando il passeggio. Poi ci sta una gelateria che fa dei gelati straordinari ed ha come ospiti abituali i miei nipotini quando mi chiedono due euro per la coppetta con due gusti. Di fronte ci sta la caramellerai. Con un solo euro puoi gustare vari tipi di caramelle. Naturalmente la maggior parte dei clienti sono bambini. Per quelli della mia età è un locale “off limits” per via della dentiera. “Certe notti” è il locale dei vip, ma, per la verità, è accessibile anche al ceto medio. Di fronte ci sta la “Creperia” del mio amico Angelo che fa delle crepe straordinarie che lo scrivente ha gustato una sola volta per questioni di dieta. Affianco alla Creperia e proprio di fronte a “Certe notti” ci sta “Scaloni summer” che tradotto in dialetto cilentano dovrebbe significare “sott’è scaluni”. Gli scaloni sono quarantaquattro e portano al centro storico dove ci sono delle pizzerie caratteristiche che portano la pizza nel cestino. Consigliabile è la pizza coi fiorilli “trad: sciuriddi re cucuzzieddo” che rappresenta il fiore all’occhiello dell’arte pizzaiola cilentana. Negozi ed attività caratteristiche completano le soddisfazioni del corpo. Per lo spirito ci sta la chiesa della Madonna di Costantinopoli, con un bellissimo terrazzo su un panorama stupendo da cui si più ammirare l’antico convento francescano, lo scoglio dal quale S. Francesco predicò ai pesci, la porta bizantina, il panorama sul porto e la chiesa dei Santi Patroni della città: Pietro e Paolo, vicino al castello dove lo scrivente il 16 maggio del 1971 entrò scapolo ed uscì coniugato, naturalmente con la moglie che dorme nella stanza affianco e prima di andare a dormire ha lasciato il consueto messaggio “ Quando hai finito di scrivere le tue idiozie che nessuno leggerà mai e vieni a letto non fare rumore e non disturbare!!!”. Non vorrei fare pubblicità gratuita, ma solo per onor di cronaca annoto che in Via Patella trovasi anche un interessante negozio di antiquariato gestito dai miei figli che hanno migliorato di molto la situazione del genitore. Fino a due anni fa abitavo in campagna, ma ora, disabile alla guida automobilistica notturna, ora anche serale, sono costretto a vivere al centro della cittadina capoluogo del Cilento. Ed essendo anche uno storico è giusto che viva nel centro storico. Ho parlato solo dell’estate 2011 omettendo le altre cinquantanove estate vissute ad Agropoli. Ma ne ho scritto tanto che oramai i miei lettori ne hanno le scatole piene. Venite ad Agropoli e non ve ne pentirete. Scritto ad Agropoli, non per contributi, ma per insonnia.



Catello Nastro

Stella Maris Case Vacanza (89)

Stella Maris Case Vacanza (89)

L'OPINIONISTA ITALIANO: Agropoli ieri - YouTube

L'OPINIONISTA ITALIANO: Agropoli ieri - YouTube

mercoledì 10 agosto 2011

Ada Valisena in personale ad Agropoli

Ada Valisena

LA PITTRICE ORIGINARIA DI PERTOSA

ESPONE AD AGROPOLI



Ada Valisena, originaria di Pertosa, ha allestito una interessante mostra personale ad Agropoli nel mese di agosto 2011. Più che un’antologica della sua produzione pittorica, la personale della pittrice salernitana rappresenta un vero e proprio catalogo tematico per i soggetti esposti. Paesaggi e figure di alternano in un danzare di forme e colori artisticamente accostati in maniera da trarne fuori un complesso di creature, ricavate dal mondo mitologico, religioso, animale e vegetale. La delicatezza e la sensibilità femminile sembra, nella maggior parte dei casi, il vero protagonista della sua produzione pittorica. Una maternità, di chiara impronta sacra, un cavallo nero in un dinamico percorso sulle azzurre acque del mare, una ballerina in un movimento che lascia quasi trapelare il ritmo armonico della danza classica, un nudo maschile parziale, di schiena, e poi i fiori, rappresentanti più delicato del mondo vegetale, riportati sulla tela in una reale policromia di colori che non solo non attenua il contrasto tra i chiari ed i scuri, ma ne esalta la potenza con una pennellata certa e sicura ed un impasto mai fatto a caso, ma sempre meditato per offrire maggiore potenzialità alle semplici e nello stesso tempo policromatiche creaturine che abbelliscono i campi ed una volta recisi, si trasformano in melodiosi messaggi d’amore. Non mancano, nella personale agropolese dell’estate 2011 riferimenti alla pittura ed al mondo classico, come la “Leda e il cigno”, come si evidenzia chiaramente nella tela di cm.90x65 dal titolo “Lago dei sogni”. Parlare di mondo onirico è, a mio avviso, togliere qualcosa alla pittrice salernitana perchè nelle sue opere tutto è calcolato e misurato. La proporzione, la prospettiva, l’accostamento cromatico, la selezione dei soggetti, il dinamismo dei protagonisti in movimento, la staticità dei fiori e dei paesaggi che sovente fanno da elemento di sfondo alla composizione pittorica e raramente si pongono come protagonisti della tela. Oltre alla ricerca cromatica che, seppur con una tavolozza ricca ed abbondante,non sfocia mai nel caos coloristico, va valutato il mondo dei sentimenti. Quasi un compiacersi delle creature di Dio: siano essi maestosi cavalli al galoppo, siano, al contrario statiche creature tratte dal repertorio floreale, artisticamente manipolate e riproposte sulla tela con melodia, senso della bellezza, compiacimento col Massimo Creatore, quasi in un inno sacro per l’armonica sinfonia di forme e colori che, sovente, danno luogo a delle vere e proprie opere d’arte. Un altro elemento da rilevare nella produzione pittorica di Ada Valisena è il compiacimento personale dei sentimenti rilevati dalla composizione da lei stessa portata in vita artistica. Ogni soggetto, di qualsiasi genere, rappresenta un inno al creato, alla natura, all’uomo, all’artista. Ada Valisena è una pittrice della quale sentiremo ancora parlare. La sua tenacia e la sua caparbietà nel proporsi al pubblico anche di non facile lettura, la spingono sempre a migliorare la tavolozza, la pennellata, la selezione dei soggetti da riportare e quasi immortalare sulla tela.



Catello Nastro

martedì 9 agosto 2011

Euro in declino anche nel Cilento

EURO IN DECLINO ANCHE NEL CILENTO



La recessione, come di declama a destra o a sinistra, ha portato al declino dell’euro. In un mio articolo di alcuni mesi fa scrissi, erroneamente, che se il pane nei paesi poveri aumenta di cinquanta centesimi al chilo, ci sta una immediata ripercussione sul bilancio familiare dei meno abbienti, mentre in Italia e nei paesi cosiddetti ricchi, nessuno se ne sarebbe accorto. Il fatto che negli ultimi tempi se ne stanno accorgendo anche i ceti medio bassi della nostra beneamata repubblica, lascia pensare e meditare sull’ottimo stato di salute dell’euro made in Italy. Vivendo a stretto contatto con gli anziani del Centro Sociale Polivalente di Agropoli, nel Cilento, in provincia di Salerno, oltre mille iscritti, quasi tutti a reddito medio basso, mi accorgo delle difficoltà che molte famiglie affrontano pe’ mettere ‘o ccaccaviello ‘ngoppa ‘o ffuoco”, per dirla con un vecchio detto napoletano tanto in uso nel primo dopoguerra quando l’appetito si chiamava fame. Certamente non siamo arrivati a quei livelli, ma già lo spreco, caratteristico del primo quinquennio del nuovo millennio, ha subito una grossa frenata. Gente che va a fare la spesa gratis alla Caritas se ne vede… eccome. Gente dignitosa che vive con quattrocento euro al mese. Le previsioni degli economisti sono rosee, ma io non ci credo non perché sono pessimista, anzi…, ma il fatto che sovente hanno fatto previsioni di poi errate in pieno, lascia dubitare anche sulle previsioni metereologiche che potrebbero fare questi esimi ed illustri studiosi. Ed allora cosa fare? Trasparenza sulla spesa pubblica ed enti locali, controlli delle entrate e delle uscite, studio attento ed oculato, fatto da esperti naturalmente non di parte, parsimonia sugli investimenti inutili o quanto meno non produttivi, abolizioni sul cumulo di stipendi, tetto massimo e tetto minimo per le entrate di ogni italiano, maggiore tassazione per i beni di lusso e detassazione dei beni di prima necessità, incentivazioni, magari con sgravi fiscali a termine per le piccole imprese che hanno rappresentato e rappresentano tuttora la parte migliore del Sud della Penisola, maggiori controlli nelle importazioni, sia per la qualità sia per la legalità igienico sanitaria in particolare modo per i prodotti alimentari. Smantellamento dei cosiddetti “Paradisi Fiscali”. Ma la cosa più importante ed urgente è, a mio avviso, dare una mazzata… alle mazzette. Questa illegale tipologia di “entrata facile, esentasse e disonesta, parassita ed altamente immorale” deve scomparire dal vocabolario della politica e dell’amministrazione pubblica della nostra Repubblica. Un’altra importante iniziativa, per incentivare le piccole e medie imprese, potrebbe essere la riconversione delle strutture artigianali ed industriali costruite con immensi capitali (sovente ingigantiti e deviati) negli anni Ottanta o anni del terremoto. In Campania esistono intere aree dismesse, in Piemonte sono state date in comodato gratuito anche per enti onlus, anche dell’arte e della cultura, e dello svago. Una economia che studia attentamente tutti questi problemi può sopravvivere, magari stringendo la cinghia, alla recessione ed alla svalutazione dell’euro, nella fattispecie non più moneta nazionale come la pensionata lira, ma moneta mondiale la cui stabilità nel tempo rappresenta una economia equa non solo in Italia e nella CEE, ma nel mondo.



Catello Nastro

lunedì 8 agosto 2011

LA MOVIDA AD AGROPOLI

La movida ad Agropoli

NESSUN DORMA…



La movida nasce come movimento culturale agli inizi del 900 in Spagna. In seguito ha assunto un ruolo di vita notturna, svolta dentro e fuori i locali pubblici, all’aperto, in mezzo alla strada, con un bicchiere in mano, di vetro o di plastica, quasi sempre contenente bevande alcoliche. Abitando ad Agropoli, vicino a Paestum e Castellabate (il paese di “Benvenuti al sud”), agli inizi del bellissimo centro storico, fiore all’occhiello della cittadina capoluogo del Cilento, la movida ce l’ho proprio sotto il mio balcone, peraltro al primo piano. Questo spiega perché la maggior parte dei miei articoli e delle mie poesie sono scritte ed inviate ai vari siti internet che gentilmente e gratuitamente li ospitano, alle ore una, due, tre ed anche quattro di notte, quasi quasi agli inizi del giorno. A tale ore vado a dormire fino alle otto del mattino, ore di sonno quattro che integro col pisolino pomeridiano che va dalle ore 14 alle ore 18. Insomma otto ore di sonno quattro di notte e quattro di pomeriggio o giorno che dir si voglia. Sotto il mio balcone stazionano non diecine, ma centinaia di giovani, urlando e schiamazzando a più non posso: E quando si festeggia un compleanno o un onomastico gli applausi, e gli auguri sono inviati talmente ad alta voce da arrivare fino al Castello Aragonese che si trova proprio alla cima della collinetta che sovrasta non solo il centro storico, ma tutto il paese ed il mare circostante. A sinistra il Golfo di Policastro, a destra di Golfo di Salerno, da Paestum a Palinuro. Per non sfociare nella guida turistica, annoto solamente che nella via che da accesso agli scaloni (44 mi sembra) che conducono alla Porta Bizantina per arrivare nella città alta ( da cui il vecchio nome di Acropolis), stazionano mediamente centinaia di giovani, in particolare modo il sabato e la domenica, quando si aggiungono anche i pendolari, vietando al settantenne autore del presente scritto di andare a dormire. Uno scritto “coatto”, quindi, che sta tra l’ira ed il compiacimento proprio per aver provocato allo scrivente una insonnia “coatta” pure essa. Cari lettori, come si fa a dormire, a settanta anni, quando a pochi metri esiste una folla schiamazzante??? Stanno zitti solo quando bevono o si baciano. Il bere fa male alla salute, specialmente quando non si tratta di gassose o aranciate, ma di grappe addirittura ed allora verrebbe voglia di affacciarsi al balcone ed urlare:” Baciatevi!. Almeno state zitti!!!”. Ti viene anche in mente la canzone “L’estate sta finendo, l’estate se ne va…” e trovi un poco di consolazione. Qualche lettore giovanissimo commenterà che sono invidioso solo perché anziano. Forse ha ragione. Quando avevo tre o quattro anni cadevano le bombe dal cielo. Altro che movida di oggi, peraltro pacifica, se si esclude qualche litigio tra fidanzati. Ma finora, a dire il vero ( sono anni che abito nel centro storico; prima abitavo in campagna al lato di un viale con querce centenarie che ospitavano nidi di passeri, cardellini ed usignoli) non si sono visti atti di violenza: I vigili sono intervenuti solo per qualche divieto di sosta nell’isola pedonale da dove vi scrivo. Vedere i giovani che si divertono fa piacere. Farebbe anche piacere vedere gli anziani del posto poter dormire. Ma oramai tutti hanno fatto l’abitudine. Ci sta chi guarda la televisione, chi va a vedere gli spettacoli al Castello o alla bellissima villa comunale che può ospitare anche duemila persone (Tutto gratis. Quasi sempre.), chi va a dormire nell’antica casa dei nonni in campagna, chi va a passeggiare sul lungomare o sul porto fino a tarda sera, o meglio notte, o meglio ancora spuntar dell’alba. Buone vacanze a tutti e…sogni d’oro!!!



Catello Nastro