sabato 26 novembre 2011

L'articolo della settimana - di Catello Nastro

L’ASSALTO ALLA DILIGENZA



Sulle aspre montagne dell’Arizona, quando su cento strade una sola era bona, viaggiava una diligenza tirata da quattro cavalli allenati alla lunga percorrenza. I viaggiatori erano sei, tre seduti davanti e tre, proprio di fronte, dietro. Nella parte anteriore si trovava una giovane madre con due bambini che doveva arrivare a Prigion City per andare trovare il marito finito in galera per aver rubato una caramella al supermercato di Discount City, pensando che quelle esposte in un vassoio sul banco non era in vendita, ma solo per assaggi.. Ebbe trentotto anni di carcere, ma ogni cinque anni, con la raccomandazione del sindaco di Kansas City, la famiglia poteva andarlo a trovare e portargli un pacco di fichi secchi del Cilento, una bottiglia di primitivo (sempre del Cilento) ed un paio di mutande pulite in maniera tale che ogni quinquennio il reo confesso potesse cambiarsi. Nei sedili di dietro c’era un frate indiano convertito da una prostituta del bordello del paese, un cercatore d’oro che andava a depositare all’estero due valigie piene di pepite d’oro, alcune delle quali frutto di strozzinaggio nei confronti di padri di famiglia che dovevano sfamare moglie e figli (il cane se n’era andato di casa perchè gli avanzi non avanzavano mai) e non aveva soldi per comperare un sacchetto di polvere bianca, che a quei tempi si chiamava farina e serviva per ammazzare l’appetito e non chi la mangiava. Il sesto viaggiatore era un poeta. Aveva deciso di andare a vivere in un bosco dell’Oklaoma, libero, in mezzo alla natura incontaminata, dove gli usignoli, i cardellini e le cinciallegre potessero in silenzio ascoltare le sue poesie, che parlavano d’amore, di rispetto per la natura, di integrità morale, di fantasia. Nel mentre la diligenza percorreva il suo tragitto sulla strada sterrata e piena di polvere, sette loschi cavalieri, da non confondere coi “Magnifici sette” sbarrarono loro la strada. Intimarono a tutti di scendere e depositare a terra tutto quello che avevano di prezioso addosso: oggetti d’oro e d’argento. Valigie, soldi, roba da mangiare ed il fiasco di vino che il conducente portava appresso nelle ore notturne o quando c’era la nebbia. Questo perchè i cavalli conoscevano la strada. Il capo della banda di predoni minacciò i viandanti:” Posate le pistole perché fanno male alla vostra salute. Dateci tutti i soldi che avete e poi siete liberi di andare dove volete. I cavalli li prendiamo noi e voi potete trovare posto sulla prossima diligenza che passerà fra tre mesi. Qua vicino c’è un bosco dove potete trovare della verdura biologica senza diserbanti e conservanti e dell’acqua di sorgente fresca che in città vi sognate di trovare anche al supermercato in offerta speciale. Questo è tutto. Ora vi auguriamo buona permanenza e vi ringraziamo del furto che potrete detrarre dalla prossima dichiarazione dei redditi. Il capitalista protestò: “ Non è giusto quello che fate. In alcuni paesi civili c’è la politica…”. I bambini commentarono:” Finalmente una settimana bianca!”. I buoni viaggiatori trascinarono la carrozza nel bosco a forza di braccia per proteggersi dal freddo della notte. Il mattino seguente furono ricevuti dal dott. De Lupis, sindaco della comunità animalesca del bosco il quale diede loro il benvenuto. Dopo più di un secolo la piccola comunità diventò una metropoli e i discendenti fecero erigere nella piazza principale una stele alta cento metri, tutta dipinta di bianco. Sulla base c’era scritto una sola parola: La Coscienza. Oggi, con l’innovazione della tecnologia, le diligenze sono scomparse. Gli assalti no !!!



Catello Nastro



PUBBLICATO  SUL N° 43 DI UNICO SETTIMANALE
DI PAESTUM DEL 27 NOVEMBRE 2011

domenica 20 novembre 2011

L'articolo della settimana di Catello Nastro

IL BENE DEL SINGOLO NON SEMPRE E’ IL BENE DELLA COMUNITA’



Esiste una grossa confusione, non solo a livello nazionale ma anche internazionale. Si parla di partiti politici che sembrano spartiti musicali che cambiano quando si volta pagina. In Italia, ancora una volta, si gira la pagina. Ma questa volta la pagina o è in bianco (forse per un errore di stampa), forse voluto o non voluto, o per la mala fede di certi partecipanti al gioco degli zero. Insomma ti fanno perdere la fede politica. Anche tu, come molti altri, ritieni che la squadra del tuo cuore non sempre sia la migliore, non sempre agisce correttamente per il benessere del popolo, non sempre agisce in maniera a dir poco onesta. “Striscia la notizia” non basta a mascherare tutte le magagne nostrane. Quando dico nostrane alludo al sud ed al nord della beneamata penisola italiana. La percentuale degli amministratori non proprio corretti, secondo alcuni, agisce più per il bene proprio, poi per il singolo ed infine per la collettività. Certamente non bisogna generalizzare. Ma se non tieni un santo in paradiso è quasi sicuro che vai a finire all’inferno. E l’inferno è quello dove si è costretti a vivere con quattrocento euro al mese e si sprofonda quando da queste quattrocento euro bisogna togliere le spese per pagare il fitto di casa. Magari una monocamera, anche al piano terreno. Qua ci sta gente che viaggia in Maserati e gente che non ha nemmeno i soldi per l’autobus cittadino. Siamo tornati alla barbarie? Forse! Un certo lusso sfrenato da parte di potenti ha portato ad una iniqua ripartizione del reddito pubblico. Cioè ci sta chi mangia quattro volte al giorno e chi una sola volta. Magari andando a fare la spesa gratis alla Caritas del paese. Sono gente dignitosa, forse sfortunati, forse che non hanno saputo soppesare bene le loro potenzialità morali e fisiche. Certo che affianco a costoro ci sta una caterva di fannulloni innocenti, che hanno fatto un corso di fotomodella, di attore o attrice, di calciatore, di laureati acculturati medio bassi, di professionisti impreparati, spesso sfornati da libere scuole che sono diventate dei veri e propri supermercato di titoli. I diplomifici, insomma. Gli enti locali, che pure hanno colpa intrinseca nel loro operato sociale, non si sono dimostrati all’altezza nel gestire i poteri a loro concessi da una struttura pubblica fortemente politicizzata che spesso chiude un occhio, spesso tutti e due. Stipendi da diecimila euro e stipendi inferiori ai mille euro per coloro che devono fare il lavoro di coloro super remunerati solo perché stanno ai vertici. Il Sud è un appendice del Nord… Sono stato in vacanza “sponsorizzata” in Puglia ed ho notato un ordine ed un progresso eccezionale. La stessa città di Salerno costituisce, a mio avviso, un esempio per la rinascita del sud. E molti paesi dell’interno del Cilento, collinari e lontani dal mare, si sono avviati su una produttività a chilometri zero che sfrutta il mercato locale ma anche la richiesta turistica. Abbiamo nel Cilento dei sindaci che ci sanno fare ed altri che…Perché questa disparità? Forse mancano i controlli? Forse sono fortunati? Ma non facciamo ridere…Qui è solo questione di gestione della cosa pubblica che si integra con quella privata formando il benessere della comunità. E i partiti??? Ma chi ci crede più. Il Presidente della Repubblica, unico faro in tanta nebbia, rappresenta la nostra speranza di uomini qualunque per la rinascita della nazione inserita in un contesto europeo e mondiale. I cavoli nostri sono diventati anche dell’Europa, ma anche quelli della Grecia sono diventati dell’Europa e quindi anche nostri. Parlare di cifre veramente non posso, perché coi numeri vado poco d’accordo. Ma parlare di riconversione morale dell’individuo facente parte di una comunità è stato sempre il mio chiodo fisso. Se ci sta un uomo che va a lavorare in bicicletta è quasi normale, ma se ci sta un uomo che va al cinema col Mercedes sorge il sospetto. E se si indaga a fondo quello che va a lavorare in bici, guadagna diecimila euro l’anno, quello che viaggia in Mercedes superaccessoriato in orario di lavoro per gli altri e non lavoro per lui non fa nemmeno la dichiarazione dei redditi. Altro che equa ripartizione del reddito pubblico…



Catello Nastro





PUBBLICATO SUL N .42 DEL 19 NOVEMBRE 2011

DI UNICO SETTIMANALE DI PAESTUM

martedì 15 novembre 2011

Poeti del Cilento

LEI E’ SEMPRE LEI



Anche se sono trascorsi

cinquanta anni d’amore,

di condivisione di momenti

di gioia o di tristezza,

in un’altalena quotidiana

di inutili contrasti, fatui,

come fuochi evanescenti,

di solcare le onde del mare

- ora in quiete ora in tempesta -

di una vita in simbiosi

che si sdoppia esteriormente,

con radici salde diramate

in un cretoso terreno fertile

per nuove primavere ,

con nuovi germogli, nuovi fiori,

lei è sempre lei, la stessa

di tanti anni fa quando la guardavi

e le sue guance diventavano rosse.

lei è sempre lei anche se la primavera

ha ceduto il posto all’autunno.



Catello Nastro

domenica 13 novembre 2011

Poeti del Cilento

CAPIRAI…



Capirai, un giorno non lontano,

la sofferenza fisica e morale,

i quiz che la vita ti propone

ed ai quali non sai dar risposta.



Capirai come si può osservare un fiore,

al mattino, nell’orto, appena alzato,

e godere del suo profumo e dei colori,

nell’armonia della natura ormai esplodente.



Capirai come si può amare un cane,

anche randagio, che scodinzola,

per acchiappare un’anonima carezza,

in un mondo indifferente e senza fede.



Capirai il sole che si alza la mattina,

per maturare le spighe di grano già dorato,

nei rigogliosi campi coltivati

per produrre il più umile degli alimenti.



Il pane…



Catello Nastro

(71) Corriere della Sera

(71) Corriere della Sera

giovedì 10 novembre 2011

Buongiorno 11 - 11 - 11

11- 11- 11

UNDICI NOVEMBRE DUEMILAUNDICI



Nella smorfia napoletana il numero 11 indica “’E suricille”, cioè i topolini, topini o sorcini nati da una madre topona detta in napoletano anche zoccola: Da cui “figlio ‘e zoccola”, in senso offensivo per indicare un uomo furbo che, pur di procurare un grosso benessere a se stesso,ed anche alla sua famiglia, non disdegna di procurare danneggiamenti morali e materiali alla società civile nella quale vive, naturalmente da incivile. Da notare che il numero 10 indica, sempre a Napoli, Maradona, il grande giocatore che fece parlare di se e della squadra di calcio della città partenopea per molti anni. Nel calcio, il numero undici, unitamente al sette, costituisce le ali che fanno volare la fantasia dei tifosi di calcio, specialmente nelle competizioni nazionali ed internazionali. Ma lo sapete quali sono gli undici in campo per la smorfia napoletana? Eccoli! 1 – l’Italia, o la patria; 2 – ‘A piccerella o la bambina; 3 – ‘A jatta o la gatta; 4 – ‘o puorco, il maiale; 5 – ‘A mano o la mano; 6 – Chella ca’ guarda ‘nterra o l’organo sessuale femminile; 7 – ‘O vasetto, il vaso di terracotta che serviva anche per orinare; 8 - ‘A Maronna o la Madonna; 9 – ‘A figliata, o la prole ( prima molto numerosa); 10 – ‘E fasule o Maradona ( questo grande giocatore, anni addietro fu il pastore più venduto sulle bancarelle di San Gregorio Armeno); 11 – ‘E suricille o sorcini da non confondere coi fans del cantante Renato Zero che, chiamandosi appunto Zero, pur essendo il mio idolo preferito, non può trovare posto nella Smorfia napoletana. Già lo scorso anno, il 10 – 10 -10 , cioè il dieci di ottobre del 2010, dissi che in tutta la mia carriera scolastica (dall’asilo alla pensione) era la prima volta che vedevo tre dieci. Anzi un anno ( oltre mezzo secolo fa), assieme ad un mio compagno di scuola infilammo nel cassetto della maestra un grossa “zoccola”, nella fattispecie genitrice di famiglia numerosa di sorcini. Non appena la maestra aprì il cassetto della scrivania la zoccola saltò fuori dal cassetto e la maestra per poco non saltò fuori dalla finestra, anche perché stavamo al piano terra. Mi arrivarono punizioni da tutte le parti. Meno male che la democrazia era stata instaurata da pochi anni, altrimenti una buona purga di olio di ricino nessuno me l’avrebbe tolta! Oggi la smorfia napoletana ha lasciato il posto al progresso. E’ stata sostituita dal gratta e vinci. Se vince deve ringraziare il n. 46 che indica i soldi, il danaro e quindi la vincita. Se non vince ma si gratta solo deve ringraziare il n.30 ( Trenta ‘e palle d’o tenente). Non è vero ma ci credo. La settimana scorsa una attempata nobildonna in auto, pur di non farsi sbarrare la strada da un gatto nero ha preferito sbattere con l’auto contro un muro. Poi, naturalmente ha imprecato contro il gatto nero che le aveva portato sfortuna. La Protezione animali non è intervenuta, forse perché non sapeva chi dei due difendere. Non con una smorfia, ma con un augurio, vi saluto!!!



Catello Nastro

lunedì 7 novembre 2011

Il viaggio

IL VIAGGIO



Percorreremo sentieri inesplorati,

conosceremo creature mai viste,

affronteremo barriere insormontabili,

nemici nascosti tra le rovine dei bassifondi

col fucile spianato, col colpo in canna,

pronti a colpire al primo movimento sospetto,

Guardiani corrotti ci segnaleranno

la via per scontrarci col nemico

ed ancora esseri infetti, immondi parassiti,

che guazzano in un pantano di merda,

reggendosi a galla su un salvagente d’oro

costruito con la pelle dei derelitti

e gonfiato col fiato puzzolente

di prezzolati lecchini, come bestie al guinzaglio

pronti ad ubbidire al padrone.

La Dignità, la Fede, la Solidarietà,

sguainate al vento, pur esso deviato

dall’egoismo dei potenti e dalla pochezza dei corrotti,

saranno i vessilli issati su deboli canne

di fiume incontaminato, dalle acque limpide

e dalla corrente continua ed inesauribile,

ci condurranno alla pacifica vittoria finale.



Catello Nastro

domenica 6 novembre 2011

Dal settimanale UNICO di Paestum

NOBILI E NUBILI


Esistono pure nel Cilento



Essere nobile significa avere dei titoli nobiliari, essere nubili, sovente, significa avere dei titoli in banca oppure alla posta. Ai nobili, spesso, manca il lavoro che contrasterebbe col titolo ereditato con tanto di guiderdone. Alle nubili, spesso, manca un consorte per vari motivi: 1) perché odiano gli uomini e quindi il matrimonio e quindi la vita a due. O anche perché non sono tanto attraenti e quindi non richieste sul mercato matrimoniale. Ma a questo si può facilmente ovviare. Oggi esistono degli istituti di bellezza che dopo un paio di mesi di trattamento al corpo (ed al conto in banca) ti guardi allo specchio e non ti riconosci più. Persino la carta di identità bisogna cambiare altrimenti alla frontiera, quando vai in crociera, non ti fanno passare. Prima del trattamento sulla nave da crociera dei vip non ti facevano nemmeno salire che potevi disturbare anche i pesci…del mare. Silicone botulino, rossetto, ombretto, ceretta e chi più ne ha più ne metta, quando ti guardavi allo specchio quasi quasi esclamavi:”aspettate che chiamo la governante””. Tacchi a spillo, seni prorompenti in evidenza, capelli indorati, labbra o occhi rifatti, con una sola crociera potevi consumare tutto quello che non avevi fatto in quarantasei anni di miserabile esistenza terrena da donna zitella e per di più racchia.. Ma per il nobile è diverso. Quando va in crociera e si presenta: onorato, conte Antonio Rugazzo, nobiluomo di Spinazzo, nessuno se ne frega, Maggiore interesse ( interessato) se lascia una mancia da cento euro al cameriere. All’ora di cena si trova attorniato da una mezza dozzina di operatrici notturne inghirlandate come un albero di Natale alla vigilia della festa prima che arrivano i nipotini per il cenone di mezzanotte. E quando mette mano alla cinghia, come in mezzogiorno di fuoco, le astanti, pensando che sta prendendo il portafogli gonfio come un occhio che ha appena ricevuto un pugno a cento all’ora, gli si buttano addosso. Ma non appena si accorgono che ha cacciato fuori solo un miserabile quadrato di cotone, volgarmente chiamato fazzoletto, si afflosciano deluse ( non piangono per non far squagliare l’ombretto) si allontanano verso un altro tavolo dove siede un grosso allevatore di vacche della pianura padana che come le vede si sente come stesse a casa sua. Essere nobili è comunque un privilegio. Conti, baroni e marchesi rappresentano un poco il passato, come pure certe nubili che sembrano stare in piedi grazie al collant ed ai collanti. Sia ben chiaro che i nobili e le nubili non mi sono per niente antipatici e forse…nemmeno simpatici. Indifferenti insomma. Specialmente da quando, per fare più in fretta, gli americani, mi sembra, hanno inventato un nuovo termine che può indicare sia i nobili che le nubili: i single. Quando due single formano una coppia, questa può essere di tre tipi: tipi A, la classica, fatta da un uomo ed una donna, tipo b, fatta da due donne, tipo c fatta da due uomini. Molti anni fa, a Torino, fui invitato ad una festa di unione di facenti parte della casistica sopra citata del tipo C. Ma d’altro canto Iddio ha predicato l’amore. Questo sarà un amore “diverso” ma sempre amore è! I tempi sono cambiati: Ma anche i single pagano le tasse. Come le pagano tutti. O quasi…



Catello Nastro



PUBBLICATO SUL N. 40 DEL 5. XI. 2011

DI “UNICO” SETTIMANALE” DI PAESTUM