martedì 31 agosto 2010

1 SETTEMBRE CULTURALE AL CASTELLO DI AGROPOLI

1 settembre culturale al Castello di Agropoli
ASPETTANDO IL 150° ANNIVERSARIO DELL’UNITA’ D’ITALIA

1 settembre 2010, serata inaugurale del “Settembre Culturale al Castello” dedicata a Filippo Patella al quale fu già dedicato, autori Antonio Infante e Catello Nastro, un breve libro dal titolo “FILIPPO PATELLA GARIBALDINO AGROPOLESE” nel 1984 che incominciò a far conoscere l’eroe nostrano anche al pubblico dei lettori meno avvezzi con biblioteche e librerie. Nella manifestazione odierna il grande giornalista e regista Clodomiro Tarsia presenta in anteprima il libro “Filippo Patella ed i preti rivoluzionari del Cilento”. Proprio perché la maggior parte dei ricchi Borboni si schierò con i regolari, unitamente al clero più alto, mentre il basso clero, in buona parte, si schierò coi rivoltosi, lasciando molti martiri e coprendosi di gloria patria. Dopo la presentazione del libro seguirà la proiezione del film documentario “1848. Barricate a Napoli” che rappresenta una ricostruzione fedele delle rivolte cilentane capeggiate da Costabile Carducci nel 1848 e del 15 maggio a Napoli, girato nel Casino Borbonico di San Leucio, l’interno del Castel dell’Ovo a Napoli, il centro storico di Salerno ed il Cilento, con la regia del bravissimo Attilio Rossi, ricerche e sceneggiatura di Clodomiro Tarsia, fotografia e riprese di Michele De Conciliis. Durante la serata sarà distribuito agli spettatori una riproduzione del Giornale Costituzionale delle Due Sicilie con la cronaca degli avvenimenti di quel fatidico giorno e con la ricostruzione delle due rivolte. Un inizio alla grande, voluto fortemente dal sindaco di Agropoli avvocato Franco Alfieri e dall’assessore alla Identità Culturale dottor Franco Crispino. Un settembre ricco di incontri con i personaggi più in vista della vita artistica e culturale della cittadina capoluogo del Cilento. L’ingresso è libero e tutti sono invitati.

Renato Volpi

venerdì 27 agosto 2010

MOSTRA PERSONALE DI MARCO PASSARO AD AGROPOLI

Presso lo Studio d’arte e cultura di Catello Nastro
PERSONALE DI MARCO PASSARO

Presso lo Studio d’Arte e Cultura del professore Catello Nastro, in Via Filippo Patella n. 46, nel centro storico di Agropoli, sabato 28 agosto 2010,alle ore 21, inaugurazione della mostra personale di MARCO PASSARO. Una ventina di pannelli, eseguiti con la tecnica ad inchiostri colorati su carta, presenteranno il mondo fantastico ed onirico del giovane artista agropolese, che ha la capacità di superare anche il surrealismo e porsi in una posizione molto personale, interpretando oggetti e persone viste da una visuale del tutto singolare ed originale. E proprio in questo non solo sta la sua bravura ma anche il coraggio di proporsi ad un pubblico di frequentatori di gallerie abituati ad una produzione figurativa tradizionale che sa più di artigianato che di arte. Nella produzione di Marco Passaro non mancano grossi eventi cosmici o microscopiche entità travisate, modificate a suo piacimento, che pur presentano un messaggio difficile da cogliere, quasi impercettibile. Questo mondo onirico non disdegna l’essere umano, sempre visto da una angolazione personale, che si inserisce nel paesaggio quasi geneticamente modificato come un personaggio fantastico, scaturito da un mondo onirico e facente parte di un più ampio progetto descrittivo. Marco Passaro è riuscito ad attirare l’attenzione dell’attempato critico ed appassionato d’arte agropolese che, nella presente stagione ha presentato, con enorme successo di critica e di pubblico, la pittrice italo colombiana, LEONORA VELASQUEZ DI DOMENICO ed una collettiva proveniente dalla sua collezione dal titolo “ROBBA AMMISCATA”. Penso che sentiremo parlare ancora di questo giovane artista, caparbio e libero da schemi o pressioni di mercato. La mostra personale di MARCO PASSARO rimarrà aperta fino a lunedì 3 settembre 2010, con apertura serale. L’ingresso è libero.

Lorenzo Barone
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lunedì 23 agosto 2010

VERSI AVVERSI - senza rima nè poesia

Catello Nastro










VERSI AVVERSI
senza rima né poesia










Libera Università Internazionale di arte, lettere,
musica e storia onlus del Cilento e Vallo di Diano


MI PRESENTO DA SOLO! GRAZIE PER LA LETTURA.

Scrivere poesie oggi, è mantenere la propria libertà. Certo che anche il poeta, quello mercenario, naturalmente, può essere asservito a questa o quella parte politica o, peggio ancora, politicizzata. Ma siccome del poeta nessuno se ne frega, i casi sono sporadici. VERSI AVVERSI…Perché? Contro chi? Per quale motivo? Per cogliere quali risultati? Niente di tutto questo. Solo per dimostrare la libertà di chi scrive versi per comunicare pensieri, idee, emozioni, stati d’animo, progetti virtuali talvolta realizzabili, talvolta irrealizzabili. Ma sempre frutto del pensiero del poeta che vuole esternare agli altri le proprie idee in versi. Quando questi versi non sono in rima può anche significare che il poeta vuole liberarsi anche degli schemi tradizionali per comunicare. Quello che ne viene fuori certamente non tocca al poeta giudicare, ma al lettore. Mi spiego meglio. Nel momento in cui il poeta costruisce il suo progetto poetico, naturalmente, ha intenzione anche di liberarsi della metrica e dell’alternanza dei versi tradizionale ed, oserei dire, quasi classica. In altre parole: libertà totale. Sia ben chiaro che i confini della poesia sono imperscrutabili,cioè non si sa qual’è il limite dell’orizzonte e dove incomincia o finisce l’universo poetico. Un risultato del tutto insignificante e banale? Forse! Fatti della propria vita, del proprio percorso umano di essere singolo ed unico, possono anche identificarsi col percorso collettivo di tutta l’umanità. Di qualsiasi popolo, di qualsiasi razza, di qualsiasi religione. Certamente i componimenti poetici ( o quanto meno presunti tali) contenuti in “VERSI AVVERSI” sono di epoca varia, di fattura varia, provenienti da stati d’animo vari, composti in momenti vari, assemblati in altrettanti momenti vari, raffiguranti stati d’animo vari con una progettualità varia. Certo, per cogliere un risultato positivo o quanto meno soddisfacente, si dovrebbe ripercorrere un itinerario poetico di quasi una vita. Ma il compito potrebbe risultare arduo. Molte raccolte sono state pubblicate su supporto cartaceo, molte su siti internet, molte su blog vari, molte su giornali e riviste, molte sono andate perdute irrimediabilmente. Per il disordine dell’autore, molte sono state cancellate perché ritenute – ad una prima ed approssimativa lettura – non idonee alla diffusione. Un quadro poliedrico, come poliedrico è l’autore, oramai settantenne, che scrive poesie da oltre mezzo secolo e che ama sovente riportare in caratteri cubitali il motto:” Meglio un poeta senza lettori, che un popolo senza poeti!”.

Catello Nastro




12 FEBBRAIO 1941
(data di nascita)

Salve, sono arrivato!
Cos’è questo rumore?
Sono le bombe alleate!
Perché è venuta tanta gente?
Stiamo nel ricovero!
Quando si mangia?
Forse domani!
Ma che fanno fuori?
Una terribile guerra!
E cos’è la guerra?
Lo ignoro: è cosa di potenti!
E perché si ammazzano lì fuori?
Perché non hanno capito un cacchio…

LE FOGLIE DELLE QUERCE CENTENARIE
(A Rosa)

Sorrideranno al tuo passare
i rami delle querce centenarie
quando calpesti
le foglie ingiallite d’autunno
e crei musica celestiale
con lo scricchiolio del tuo incedere.
Sorrideranno i rami spogli
di umido umore inoltrato
mentre si intravedono
i cespugliosi nidi
ricolmi di vita cinguettante
per l’incipiente primavera.

E il tuo sguardo ora si posa
sul finocchietto selvatico,
sulle autonome cicorie
in attesa di essere raccolte
dalla tua delicata mano
protesa verso il manto erboso
a godere dei prodotti spontanei
della terra dei padri.

Ti sorrideranno gli uccelli
svolazzanti alla ricerca di cibo,
le ipovedenti talpe
impellicciate in nostalgico frak,
i verdi ramarri usciti dalle fessure
per portare il loro contributo
alle quattro stagioni dell’anno.

E solo allora mi accorgerò
del tuo partecipare al mondo
alla vita della campagna
che tanto amavi vivendo in città
e che ora godi ampiamente
respirando il suo respiro.

BUON NATALE

Buon Natale, passero solitario
alla ricerca affannosa ed insoluta
di un nido protetto
da maestosi rami di quercia.

Buon Natale a te, cane randagio
disperso sull’autostrada
da un superbo padrone che non sa più
propinare coccole ai derelitti.

Buon Natale a te, candido agnello,
immolato per deliziare il palato
alla ricca tavola imbandita a festa
del miliardario speculatore indifferente.

Buon Natale a te,esotico canarino,
musicale appendice ad una nobile sala,
ingabbiato come un popolo una volta libero,
vessato, sfruttato, affamato, denigrato.

Buon Natale a te, miserabile pidocchio,
immondo nella maestosità della sua ignoranza,
incattivito dalla sua cosmica pochezza culturale,
che succhi il sangue anche ad un bimbo che ha fame.

Buon Natale a te, nobile Sole, astro del cielo nascente,
che riscaldi ritmicamente anche i cuori dei viventi,
che hanno compreso, con la sofferenza ed il sacrificio,
l’incommensurabile, infinito, insostituibile dono di Dio.

La vita…

LE RADICI

E le radici continueranno a produrre propaggini
apportatrici di succulenti frutti, foglie, rami, fiori,
in un concerto di forme e colori, proporzioni
incommensurabili in un musicale concerto.

E tutti ascolteranno le note diffuse da impianti hi-fi,
ad alta risoluzione sonora, in perfetta stereofonia,
riproducenti antiche sinfonie di ataviche melodie,
come protagonisti altisonanti personaggi del Creato.

Gli assoli dei notturni usignoli, quasi scomparsi,
dall’antico conservatorio dei protagonisti della natura,
rinnovelleranno un sindacale cachet, - chicchi di grano –
per tenere concerti sempre più radi e più rari.

E le associazione ecologiste predicheranno bene,
ma razzoleranno in maniera imperfetta,
ordinando cacciagione minuscola alla sagra del paese,
rinnegando principi all’origine dei tempi giustificate.

Anche i passeri, renitenti ai diserbanti assassini,
frotte insignificanti per la civiltà del progresso,
per la corsa affannosa a sempre maggiori capitali,
soccomberanno ai nuovi tiranni dell’economia.

E i cardellini con canteranno più,
le stesse civette, simbolo di un territorio ingrato,
non arrecheranno più tristi presagi,
ululando in notturni lugubri concerti.

Ed il cemento coprirà i boschi, le case, le aiuole,
i condomini sostituiranno i parchi del paese natìo,
i grattacieli le spiagge assolate per frotte di bambini festanti
per la calura dell’incipiente stagione balneare.

Ed i vecchi, soffocati dall’afa, sotto l’ombrellone
forgiato da mani artigianali con debole cartapesta,
arrancheranno sulla sabbia infuocata
alla ricerca di una momentanea frescura.

E fameliche donne, sconce indossatrici in provocanti costumi,
attireranno sguardi peccaminosi, fautori di insane passioni
all’ombra della sera dietro ai bagni dello stabilimento
o all’interno del minuscolo camerino con un solo attaccapanni.

Solo le meduse, danzatrici melodiche in un marino concerto,
annunceranno un mare non inquinato, ancora libero
da intromissioni di speculatori strafottenti
miseramente riversi in lidi già contaminati in prossima rovina.

Nettuno, col suo tridente, stretto nella viscida mano destra,
uscirà dai marosi, riluttante alle telecamere mercenarie
delle TV di partito o di parte, miseramente salariate,
e minaccerà i mortali in un tremendo monito di strage.

Aumenteranno i convegni di ecologia, di difesa della natura,
lo stato sborserà milioni di euro per stupidi studi e ricerche,
che non approderanno mai in un porto quiete e sicuro,
insano frutto di novelli e moderni pirati informatici.

Solo le radici, imperterriti, continueranno a produrre
rami, foglie, fiori e frutta di una stagione oramai al tramonto.

L’ULTIMO FILO D’ERBA
(credere)

L’orrida calura, rinsecchendo,
indora le verdeggianti creature
del prato all’inglese davanti casa.
Si arrendono gli steli dell’erbetta
e, chinando il capo, issano bandiera bianca.
Una resa incondizionata,
stilata dai vincitori del consumismo,
dai produttori dei diserbanti,
dai nuovi untori di antiche pestilenze,
dai folli scienziati di cosmiche catastrofi.
Sopravvissuto unico, nel prato all’inglese,
ritto, a guisa di guerriero superstite,
ignorato persino dalla strage,
l’ultimo filo d’erba rimane fiero
e respira aria di fede convinta.

METAFORE

Mi propini solo metafore sbiadite,
logorate dal tempo e dall’usura,
ipocrite immagini fatue, retoriche,
alternanti pensieri dubbi ed inquieti,
trappole linguistiche per imprigionare
sentimenti alternanti, nebbiose passioni,
stati d’animo volutamente sospinti nel baratro.

Non noti nei miei occhi il rosso del fuoco,
ardenti passioni mai sopite,
sofferenze oramai lastricate,
barcollanti pensieri emarginati,
speranze appiattite ed appassite,
sentimenti partoriti dalla poesia
ingannata e delusa dalle tue metafore.

SORRIDO A STENTO

Sorrido a stento,
guardando il mondo che arranca,
alla ricerca di un euro in più,
ad una situazione più favorevole
atta solo a soddisfare
brame materiali,
sovente miserabile frutto
di un iniquo confronto.

Sorrido a stento,
nel vedere miei simili,
brancolare nel buio
di misteri irrisolti,
compiacenti complici
di misfatti perpetrati
allontanando la coscienza
dalla poetica interpretazione.

Ed allora che fare???
Si domanderà il saggio
in un attimo di lucidità mentale…

Forse sorridere,
oppure criticare,
o anche verosimilmente piangere
lagrime sincere cosparse di rimmel,
bagnando le innocenti guance
inorridite a tale misfatto,
insulso, inutile, cosmico.

E solo allora arriverà all’orizzonte,
vestita di bianco antico, Lei,
la regina della fantasia.
Colei che ci invita a sorridere,
anche al tramonto della nostra esistenza,
al ritmo brioso, ma quasi lento,
della poesia degli anni fuggenti.


SPEGNI LA TV


Per piacere, spegni la TV.
Donne rifatte che sanno di antiquariato,
uomini incravattati che sanno di falso,
giovani acefali ma esteticamente in forma,
presentatori politicizzati che attizzano il fuoco.

Si sta mescolando la politica col cabaret,
di quello pesante che profuma di merda
ogni qualvolta gli astanti esprimono pareri
avulsi da una realtà sociale non inquadrata
nemmeno per sogno dalle telecamere.

Tanto il normale ragionare non fa “audience”,
la gente è abituata a sentire volgarissimi
battibecchi con parolacce conditi.
Con questo nuovo tipo di spettacolo
hanno distrutto anche la vecchia sceneggiata.

SVEGLIA!
(partecipare)

Sulle orme degli antichi padri,
che scacciarono i Borboni,
che costrinsero illusi guerrafondai
a sedere al tavolo della pace,
che si diedero la Costituzione,
che crearono posti di lavoro,
che li protessero con sindacati onesti,
che gestirono il benessere
affinché tutti avessero un tozzo di pane.

Sveglia, alza il culo dalla poltrona
davanti alla prezzolata TV,
partecipa al coro per una nuova classe
che segua le orme degli avi.
Qui la voce del poeta è labile:
quella del salariato sempre roboante!
Abbandona la fatua ricchezza
della falsa illusione del gratta e vinci!
Condiamo di sudore la pagnotta…

VIA !!!

Via! Vai via di qui!
Lascia stare questo essere indifeso
colpevole solo di essere un poeta.
Che sorride al mondo
ed al mondo piange,
che guarda l’infinito
e cerca di risolvere l’enigma,
che soffre col soffrire del cosmo,
che ama come chi ha sofferto d’amore.

Via! Virus immondo!
Abbandona, sconfitto,
il mondo della poesia e
su una collina di merda
continua a sciare.
Ricevi pure gli applausi
di una platea prezzolata,
di gente incravattata e precaria,
pronta a salire sul carro del vincitore,
a condividere, strisciante, il premio
insignificante di una giurìa corrotta.


LA CORNACCHIA
(ipocrisia)

T’affacci al balcone
e sguaiatamente sorridi.
Non c’è musica nel tuo sguardo,
non c’è luce sul tuo volto,
non c’è poesia sulle tue guance,
non c’è pudore nei tuoi occhi.
La tua ostentazione
non merita nemmeno
fugaci interventi visivi
che offenderebbero le palpebre
che si rinchiudono per la vergogna.
Rintana.
Priva il sole
del grigiore delle visioni
peccaminose ed improprie
che propini agli innocenti viandanti.
Ed a guisa di cornacchia
ritorna sul tuo notturno ramo.

IL BALLO LISCIO DEI RICORDI
(agli amici anziani)

Il tango appassionato
ripescato nel verde
mondo dei ricordi del liceo,
il lento ballo del mattone
consumato nelle notti d’estate
sulle mitiche spiagge
di Paestum e Palinuro,
lo sconvolgente rok
nell’immenso, mitico
“’U Saracino” di Agropoli.

Sabato sera un liscio di gruppo
al Centro Sociale
mentre la fisarmonica
ripercorre antichi motivi.


L’ALBERO DI LIMONE E’ SECCATO


Che te ne fotte
se nel mio giardino
l’albero di limone è seccato.

Sarà stato il gelo tremendo,
o la grandine copiosa,
o il vento caldo di scirocco,
o l’ignoranza di chi l’ha piantato,
o di chi non l’ha annaffiato,
o forse di chi l’ha potato.

Ma l’albero di limone
del mio giardino
è irrimediabilmente seccato.
Le foglie dismesse e staccate
giacciono al suolo
sbiadite, fra poco ingiallite.

Domani ne pianterò un altro
e rispetterò la sua poesia.

LE FOGLIE

Calpesto le foglie ingiallite
delle centenarie querce
del lungo viale affianco
alla paterna casa di campagna.
Una musica preistorica,
leggera e monotona,
sale lungo i polpacci
ed arriva fino ai sentimenti
evocando antiche emozioni,
fanciulleschi ricordi
quando si giocava senza giocattoli
e s’illudeva la fame
mangiando more e mirtilli
asportati agli incontaminati cespugli,
incautamente incespicando
in spine nascoste dalle foglie.
Ritorneranno gli alberi,
in primavera,
a ricoprirsi di verde novello.
Forse calpesterò ancora
le foglie ingiallite d’autunno…


IL TESTENE
(ecologia)

Osservo per attimi interi,
dal ponte recentemente restaurato,
le acque del Testene
che fra poco confluiranno nel mare.
Ricordo gli anni ’50,
ancora bambini,
congiunte le mani a coppo
attingevamo il puro liquido
che integro scendeva a valle
percorrendo immense distese
verdeggianti di secolari querce
di fertile erbetta gradita ai caprini
naturali concimatori della valle.

Il Testene scorre ora come allora,
dalla verde collina al mare
affollato di palazzoni
stracolmi di abitatori strafottenti,
di inquinatori del pianeta,
di gente che sversa nel fiume
inquinanti liquami morali.

E accanto al giocattolo di plastica,
scende al mare una barchetta di carta
di un bambino futuro poeta.


HOMO SAPIENS

Ritto sulle gambe
procede con la civiltà.
Un percorso obbligato,
con stragi programmate,
guerre computerizzate,
stermini giustificati,
popoli mortificati,
ricchi sempre più sfondati,
donne rifatte e siliconate.
Ipocriti viandanti
di un percorso zigzagante,
delimitato da strisce gialle
che nessuno rispetta
ed usa come legale pattumiera
di una società produttrice di escrementi,
che nemmeno la raccolta differenziata,
capillarmente selezionando,
raccoglie e trasporta in discariche.
E l’homo sapiens
procede ancora una volta
a quattro zampe
nel resto del viaggio.

ELUCUBRAZIONI

Revivals notturni,
con attori assenti
spettatori indegni,
scena cadente,
produttore perdente,
regista indignato,
protagonista stralunato.

Ma che te ne fotte:
qua tutto è finto.
Anche il bacio finale
della protagonista
fortemente arrapata.
Anche la scena artistica
è di duttile cartapesta.

Questo è un mondo
ritenuto a te indegno
perchè non rispetta
gli inflessibili canoni
di una commedia lieta
esclusivamente alla fine:
quasi come una tragedia greca.

Non resta da fare altro,
che staccare la spina
al roboante cervello,
che macina pensieri,
scruta orizzonti grigiastri,
all’affannosa ricerca
di un punto esclamativo.

Le elucubrazioni notturne
sono prive di luce,
proiettate nelle tenebre,
con insoluti enigmi amletici,
punti interrogativi
saettanti nella cervice,
assillanti, feroci, insoluti.

Solo allora, frammisto
alle onde magnetiche
del cosmo infuocato,
ravvisi, a milioni di anni luce,
una fioca lampadina
che ti invita a percorrere
l’insidioso cammino
dell’essere raziocinante.

ASCOLTANDO LA MUSICA CLASSICA

Sono tre ore che ascolto
in silenzio religioso,
interi brani di musica classica.

E le note salgono al cielo
lentamente e inesorabilmente
sfottendosene degli attenti uditori.

Sono tre ore che ascolto:
ma il concerto non finisce mai.
Molti già dormono sonni profondi.

Il maestro – insigne musicista internazionale –
dirige una orchestra di esimi luminari
selezionati da Conservatori di grido.

Alla mia amica la musica classica attizza:
a me non piace e preferisco Celentano.
Ma lei comanda ed io ascolto.

Che rottura di palle…

AUGURI AD UN AVVOCATO DISONESTO
(il fuoco amico)

Auguro ai tuoi figli
di trovare sempre
il tipo di giustizia
che non hai applicato tu.

Quando hai fatto condannare
un povero diavolo innocente,
reo solamente di non avere i soldi
per pagare la parcella.

Quando hai fatto assolvere,
sconvolgendo la giustizia,
un bruto incallito colpevole
di molteplici crimini atroci.

Quando solo per bieco interesse,
hai complicato istanze semplici,
di rapida soluzione,
accumulando disonesti milioni.

Infine auguro ai tuoi figli,
un mondo senza false promesse,
senza ipocriti paglietta,
senza burocrati o indifesi.

IL SORRISO DELL’IGNORANZA

Gioiosi eventi rischiarano il volto,
dilatano la bocca, rattrappiscono le guance,
illuminano gli occhi, rallegrano il cuore,
trasmettono emozioni vergini e spesso fatue.

E il sorriso dei bimbi si colora d’azzurro,
quello delle fanciulle di rosa delicato,
quello degli amanti di rosso porporino,
quello delle spose di candido bianco.

Il sorriso dei vecchi al tramonto,
tristemente si tinge di grigio
e con passi lenti si avvia al traguardo.
Solo il sorriso dell’ignoranza resta immobile…


IL CUORE DI UN VECCHIO

Il cuore di un vecchio pulsa forte,
come quello di un bambino,
come quello di un gabbiano
che si libra nell’aria
sfruttando correnti favorevoli.
Ora volteggiando da un lato,
ora lievemente dall’altro.

E’ una danza antica,
che si ripete nei secoli,
abbarbicata ad ataviche convinzioni,
consapevole dei limiti imposti,
dalle impossibilità, dalle dighe
erette matematicamente
a proteggere dalla siccità dell’anima.
Il vecchio arranca nelle tenebre:
il tramonto è più scuro.


Solo un raggio di sole cocente,
filtrato da nubi scoscese nel tempo,
con ricordi lontani nel firmamento,
quando il fuoco ardeva nel camino
e riscaldava gli animi protesi
verso nuovi illimitati orizzonti
appare ora cosparso di cenere.

Ed il cuore del vecchio
continua forte a pulsare…

I SOGNI

I sogni hanno le ali
di una tortora candida
quando si libra nel cielo
che si spalanca al suo volo.

Una piccola virgola
nell’immensa pagina del Creato,
a significare il passaggio
dello stacco creativo.

I sogni sono la realtà
dei poeti viandanti
nelle strade affollate
della metropoli materialista.

Eterei pensieri non prezzati
che mai un registratore di cassa
porterà in scontrino
al supermercato della poesia.

I sogni fanno infinite crociere
sulle navi della fantasia
e ad ogni attracco svaniscono
avvinghiati dalla realtà.

I sogni sono l’hotel dei poeti,
la Ferrari in pole position
della rima baciata,
i versi sciolti della libertà.


FILASTROCCA ALLA VITA

Continua tu la nostra filastrocca,
perché io sono stanco
ed a tratti fortemente annoiato.
Il fuoco sembra spegnersi,
dopo ogni rossa lingua
che si erge minacciosa
dalla base del camino.

Eppure tu gioisci
nel vagliare certe situazioni
che sanno di ridicolo,
che non hanno senso comune
nemmeno nel discorso tra sordomuti,
nemmeno tra esseri che condividono
languide o infuocate passioni.

Continua tu la nostra filastrocca.
Io sono stanco e torno a dormire,
abbracciato al cuscino consunto
di finti abbracci, di ritorte passioni
di liquide lagrime invano versate.


CHE NE SARA’ DI NOI
(vecchi… anagrafici)

Che ne sarà di noi,
nati sotto le bombe,
cresciuti con la farina alleata,
svezzati col latte condensato,
col pane nero di fave e piselli.

Che ne sarà di noi,
alimentati dalla corruzione
degli anni ’60,
sezionati da ideologie trasversali,
terrorizzati dagli anni del terrore,
convinti di convinzioni fallaci.

Che ne sarà di noi,
guerrieri sconfitti sul campo
dagli eventi del ’68,
eroi di cartone stropicciato
alimentati da false promesse.

Che ne sarà di noi,
oramai settantenni
vittime della politicizzazione
anche dei Centri Sociali.

Combatteremo la nostra guerra,
brandendo un bastone da passeggio,
chiedendo il permesso all’artrosi,
pensando al futuro dei giovani.


DERIDI LA POESIA

Tu deridi la poesia,
l’origine del mondo,
ora potente ora succube,
di marosi sconvolgenti
un’anima sensibile
e pronta ad immergersi
alla prima ondata d’autunno.


Cosa risponderanno
gli abitatori del mare,
intervistati da Pippo Baudo,
in un programma fatuo,
ma con notevole “audience”
quando leggeranno
versi incontaminati e genuini?

Sorgeranno dalle onde,
alzeranno il capo dal liquido azzurro
minacciato dalla speculazione edilizia,
dai liquami della città consumista
e rideranno, rideranno, rideranno…

E solo allora l’uomo contabile
prenderà visione di un conto in passivo,
fatto di cifre, ma non di parole,
fatto di soldi meschini
avulsi dalla pura poesia.

E il novello San Francesco
ripeterà la sua predica ai pesci…

CHI SARA’
(la politica)

Chi sarà che verrà,
a ficcarci la zolletta di zucchero in bocca,
a guardarci con ipocrito sorriso,
a blandirci con false promesse.
E i giorni verranno,
verranno i mesi verranno gli anni,
ed il circolo vichiano
ritornerà imperterrito
a mostrare la forza incontaminata
del libero arbitrio rafforzato.
Ed allora grideremo,
urleremo ai potenti
la nostra rabbia infinita,
mostreremo i denti,
difenderemo la nostra libertà.

DOMANI E’ AUTUNNO

Mi affaccerò al balcone
della casa di campagna,
ringrazierò Dio
per il nuovo sole,
saluterò gli alberi
spogli d’autunno inoltrato,
coi rami che osservano
le ultime foglie
intercalate nel verde del prato,
scruterò il cielo,
sia terso che cosparso
di eteree nuvole ovattate,
o grigie e turgide
di pioggia imminente,
ascolterò il valzer silenzioso
del volo delle tortore
e continuerò imperterrito
a comporre versi
trascritti sul pentagramma
dei miei pensieri.

Domani è autunno…


VERSI AVVERSI
SENZA RIMA NE’ POESIA

Io…
Chi sono io?
Penso storto,
ma penso.
Nessuno tocchi
la mia libertà di pensare
e di esternare i pensieri.
A tratti la poesia non conta:
conta solo il pensiero libero.
Non sono un servo della gleba,
politica o sociale che sia.
Sono vecchio e valgo poco:
ma non sono in vendita
nemmeno in offerta speciale…

VERSI AVVERSI

Oggi abbiamo mangiato ad Orria Cilento - 5° puntata

Oggi abbiamo pranzato da:
Ad Orria Cilento - 540 metri s.l.m.GRITURISMO “LA FONTANA DEI MONACI”
a

Il miglior pranzo è quello che si fa con gli amici e quando gli amici sono quasi tutti coetanei è meglio e quando si mangia bene è meglio ancora. Soddisfatto lo spirito dopo il pellegrinaggio al Sacro Monte di Novi Velia, si va a pranzo all’Agriturismo “La fontana dei monaci” ad Orria Cilento in via Garibaldi. Un ambiente simpatico e cordiale: Infotel 347 2520349, sito internet www.lafontana-orria.com, e mail: info@lafontana-orria.com. Ottimi gli antipasti vegetali grigliati, originali la fave soffritte. Buoni i fusilli, ottime le tagliatelle aromatizzate. La grigliata di carne è eccellente ed il dolce adatto alla stagione estiva. Il vino, pur essendo prodotto dall’azienda, non ha soddisfatto il nostro palato, in quando mediocre. L’alternativa era d’obbligo. Il prezzo non lo conosco perché non ho pagato io. La fontana dei monaci di Orria Cilento è consigliabile, di sera, perché non c’è l’aria condizionata. I proprietari ed il personale disponibili. La digestione è stata facile.
Giudizio complessivo: OTTIMO.

Catello Nastro

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sabato 21 agosto 2010

PRESENTAZIONE LIBRO AD AGROPOLI

Presentazione del libro
“TITO API OCCI” DI ANNA MARIA TORRE

Venerdì 20 agosto 2010, alle ore 21, nella Piazzetta Belvedere, presso la Porta di Agropoli, al Palazzo Pepe, presentazione di libro “TITO API OCCI” di Anna Maria Torre. Previsti gli interventi di Gilberto Calindri, Presidente dell’Associazione “La porta di Agropoli”, dell’avvocato professor Vincenzo Pepe, Presidente della Fondazione Vico e dell’architetto Massimo Olivieri, Vice Presidente della Fondazione Vico. La manifestazione rientra nel folto programma culturale ed artistico svolto nella cittadina capoluogo del Cilento in particolare modo nel centro storico. Al Castello Aragonese quasi ogni sera manifestazioni di arte, cultura e spettacolo, nello studio del professore Catello Nastro, una mostra collettiva di pittura e grafica, nel “Cenacolo degli dei”, nella parte più suggestiva del centro storico, una mostra plurima che presenta cinque validi artisti, già recensita nella scorsa presentazione. Il mese prossimo, “Settembre culturale” con un programma ricco e vario che comprenderà anche la presentazione del libro di poesie di Anna Fiorentino.

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lunedì 16 agosto 2010

Arte ad Agropoli

Arte ad Agropoli
MOSTRA PLURIMA A “IL CENACOLO DEGLI DEI”

Domenica 15 agosto 2010, alle ore 21, nel suggestivo scenario del centro storico di Agropoli, con tanto di vista panoramica sul mare sottostante, è stata inaugurata la mostra plurima degli artisti Kitty ( Agata De Marco), Gianfranco Beligni, Pietro Sellitti. Giovanni Righetti e Leonora Velasquez Di Domenico. Kitty De Marco è una pittrice classica, figurativa, che ama molto la policromia che ricava sovente da composizioni floreali e nature morte. Una sua opera è stata pubblicata su un libro della collana “Il Cilento nuovo”. Anche Gianfranco Beligni, titolare del Centro d’arte “Il cenacolo degli dei”, assieme alla consorte, Kitty, è un artista legato alla tradizione che ama riportare sulla tela i colori della natura del Cilento che offre notevoli spunti per la composizione dell’arte figurativa. Parimenti Giovanni Righetti e Pietro Sellitti sono nomi non molto noti nel panorama artistico cilentano per le loro sporadiche presenze in mostre personali e collettive. Ma si tratta pur sempre di artisti validi che non tarderanno ad affermarsi nel panorama nazionale per la loro bravura. Leonora Velasquez Di Domenico, di origine italo-colombiana, ha già esposto con successo di pubblico di di critica presso lo Studio d’arte e cultura di Catello Nastro, in Via Patella 46, ad Agropoli, proprio agli inizi del centro storico della cittadina capoluogo del Cilento, riscuotendo unanimi consensi di pubblico e di critica. La mostra merita di essere visitata ( rimane aperta al pubblico dalle 19 alle 23) proprio per la varietà dei contenuti e delle forme espresse dai singoli partecipanti. Ma anche perché “Il cenacolo degli dei” si trova in uno dei punti più suggestivi della cittadina cilentana.

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giovedì 12 agosto 2010

GLI OCCHI DI ARGO: IL CIELO IN UNA... STRONZA!

GLI OCCHI DI ARGO: IL CIELO IN UNA... STRONZA!: "IL CIELO IN UNA STRONZA (raccontaci una storia d'amore a non lieto fine) Concorso Letterario III EDIZIONE Sono ammessi unicamente testi di..."

mercoledì 11 agosto 2010

'A LATRINA

S. Martino Cilento
DIPLOMA DI MERITO A CATELLO NASTRO

Domenica 8 agosto 2010, nel salone dell’Associazione Pro Loco di S. Martino Cilento, una graziosa frazione del comune di Laureana, si è svolta la cerimonia di premiazione dei vincitori e dei segnalati alla VIII° edizione del Premio di Poesia S. Martino “ VERSI TRA LE STELLE”. Una pergamena “Diploma di merito”, per la sezione vernacolo, è stata assegnata al poeta Catello Nastro, napoletano di origine ma cilentano di adozione. Pur avendo soggiornato per quindici anni in Piemonte non ha mai voluto scrivere in tale dialetto, mentre si è cimentato, in vari concorsi e su varie pubblicazioni, in dialetto napoletano ed anche cilentano. Il suo ultimo libro (Catello Nastro – “Poesie cilentane” - edito dalla “Libera Università Internazionale di Arte, Lettere, Musica e Storia”, onlus, del Cilento e Vallo di Diano) si è classificato al primo posto nella sezione vernacolo all’ultimo Premio Letterario di Eboli “Il Saggio”. Questa la poesia alla quale è stata assegnato il Diploma di merito.

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‘A LATRINA

‘Na sera ‘e maggio,
arreta ‘a ‘na chiazza,
rint’à ‘na latrina,
se mettetteno a ‘ngiucià
nu’ stuppulo ‘e cesso e ‘na mappina.

Essa se ne steva stennecchiata
annanze ‘a turca
crianno ‘na zona ben protetta
p’acchiappà tutte ‘e pingule
scutrullate ra’ vrachetta.

Isso, ‘o cuntrario,
pe’ nun fa’ asci’ ‘a puzza
‘a intò pertuso
co’ stuppulo arravugliato
‘o teneva sempe ‘nghiuso.

Ca’ capa ‘mbuzumata,
‘ngoppa ‘a ‘na mazza ‘e scopa,
sta’ attiento ca’ ‘ int’ò cesso nun se perde,
delizzia pe’ chi nun ‘ accatarrato,
l’aroma ca’ fummecheja ‘a ‘ngoppa ‘a mmerda.

Cumm’à nu’ pascià,
co’ turbando ‘ngapo,
se ne steva llà sempe cuntento
aspettanno a quarche cacasotto
ca’ veneva a incrementà ‘a samenta.

E quanno arrivava quarche vicchiariello,
ca’ panza ca’ vulleva e spiritianno,
ca’ s’era strafucato ‘na zuppa re fasuli,
ca’ musica ch’asceva ‘a rint’ò mazzo,
pareva ca’ nun steveno maje suli.

Ma propio pecchè rint’à ‘ l’ufficio
tenevano dduje impieghi ben diversi,
nunn’arrivava mai ll’ora,
ca’ sfrecannese nu’ pucurillo tutt’è dduje,
putevano almeno sentì addora.

E fu ropp’a mezanotta,
ca’ luna ‘ngielo tutta ‘a schiarava,
ca’ ‘o stuppulo, approfittanno
d’a mancanza di clienti,
se schiaffaje ‘ngoppa ‘a mappina con affanno.

E mentre st’ammore unto e surunto,
rint’à chiavaca se stava cunzumanno,
lei disse “l’amor mio non si perda!!!”,
lui le rispose: “ Turnammo al lavoro,
ca’ sta’ arrivanno n’atu strunz’ ‘e mmerda!!!”

Catello Nastro

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TRADUZIONE

Una sera di maggio, in un luogo appartato di una piazza, all’interno di un gabinetto pubblico, si misero a chiacchierare un tappo fatto di stoffa arrotolata e legata alla punta di un bastone di legno, ed uno strofinaccio unto e consunto che serviva da tappeto. Lo strofinaccio se ne stava davanti all’ingresso del gabinetto per ricevere tutti i residui di orina che scappavano ai vecchietti. Lo straccio arrotolato alla cima di un bastone, invece, faceva da tappo perché allora non esistevano i sifoni. Egli si sentiva quasi un pascià col turbante in testa in attesa di qualcuno che se la stava facendo sotto. E quando arrivava qualche vecchietto che aveva mangiato una zuppa di fagioli, con le scoregge che faceva, procurava per essi una musica celestiale. Ma poiché avevano due ruoli diversi ( la mappina e lo stuppolo) difficilmente potevano trovare un momento per abbracciarsi e fare l’amore. Fu dopo mezzanotte che egli approfittando della mancanza di clienti si buttò sulla compagna per abbracciarla. Ma fu proprio in quel momento che arrivò un altro cliente che interruppe il loro amore che si doveva pur consumare in un ambiente così…pulito e perbene.

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UN PO’ DI STORIA

Nella Napoli della “Belle Epoque” e del Liberty ( siamo agli inizi del ‘900) ci fu un rifiorire di poesia e musica. Sotto la Galleria Umberto I° e nei vari salotti letterari della città partenopea,si ebbe un grande sviluppo della poesia e della musica. “La poesia erotica napoletana” fu addirittura vietata dalla legge, con una censura molto severa. La poesia pubblicata e segnalata al Premio Letterario di S.Martino Cilento, avrebbe senza dubbio procurato all’autore, all’editore e al direttore del giornale o della rivista ospitante, una denunzia. Far rivivere la poesia erotica napoletana è l’intento dell’autore, Catello Nastro, nato a Castellammare di Stabia, a quattro passi da Napoli, città che diede pure i natali al grande Raffaele Viviani, che ha composto addirittura una biografia in versi napoletani, sotto forma di satira fantastica, che verrà pubblicata fra non molto col titolo di “Il grande Catello”. In questo genere di composizione letteraria, il lettore bigotto potrebbe addirittura rinvenire una forma di volgarità. Certamente questo genere non è molto diffuso, ma basta assistere al moderno cabaret oppure a spettacoli televisivi, anche in orario di grossa “audience”, per trovare un linguaggio volgare ed allusivo. Ma il lettore attento ed oculato deve fare una grossa differenza tra il linguaggio volgare e triviale ed il linguaggio grasso che pur rappresenta una piccola fetta della poesia napoletana inizi ‘900. Andando a ritroso nel tempo, se accettiamo, nel ‘300, il linguaggio di Dante, dobbiamo accettare per forza anche quello del Boccaccio che pur presentava l’altra faccia del secolo che si evolveva e portava al Rinascimento. Ricordiamo ai lettore che già alcuni anni fa una poesia similare che narrava l’amore tra un babà ed una sfogliatella, esposti in una vetrina di una pasticceria in Piazza Garibaldi a Napoli, procurò a Catello Nastro un meritato riconoscimento all’ombra dei Templi di Paestum, al Premio Letterario Poseidonia-Paestum. Egli si impone nel panorama letterario del Cilento, della Campania e dell’Italia meridionale, come un autore alternativo tra tanti che parlano di cose serie, a tratti drammatiche, trite e ritrite, sottoponendole al pubblico dei lettori come ricerche o studi. Oggi l’amore è cambiato, anche la poesia dell’amore è cambiata. Un ritorno al passato potrebbe essere utile anche come un raffronto con un secolo fa. In questo si cercare anche un messaggio sociale, culturale e perché no, anche educativo.

Renato Volpi

lunedì 9 agosto 2010

Castellabate a Villa Matarazzo

Castellabate
CITTADELLA DEL LIBRO

Questo il programma 2010, per il mese di agosto, con inizio alle ore 21,30, sul terrazzo della Villa Matarazzo a Santa Maria di Castellabate, con la direzione culturale del grande animatore ed uomo di cultura professore Gennaro Malzone, più che mai attivo nella sua opera per la promozione editoriale nell’Italia Meridionale. Il programma inizia il 4 agosto con “Anima e parole” di Rosaria Zizzo – 5 agosto: “Quanti anni so’ passate” di Marisa Fiorentino – 6 agosto: “Musiche popolari del Sud Italia” – 8 agosto: “Il territorio del Cilento nella cartografia e nella vedutistica” – 9 agosto: “Lettere al mondo” di Giuseppe Lembo - 10 agosto: “A distanza di offesa” di Fulvio Battisti – 11 agosto: “Il paradiso può attendere. A volte.” di Gaetano Amato – 12 agosto: “Da Petrosino a Borsellino” di F.Casale – 13 agosto: “Tra i fili dell’ordito” di Giuseppe Salzano – 14 agosto: Dibattito su” Democrazia e Legalità: Quale futuro?” - 17 agosto: presentazione del saggio “Aspetti dell’adolescenza” di Lucio Mercogliano e del romanzo “Escape via di uscita” di Nunzia Castaldo – 18 agosto: presentazione del saggio breve “Nanne y Nanas” di Elia Luciano Romano e Consuelo Pascal Escagedo – 19 agosto: “Donna mistero arte” antologia di versi e diversi a cura della rivista di informazione “Il Saggio”, conduce l’incontro la giornalista Angela Furcas – 20 agosto (ore 21): convegno su “Le aree protette marine: Santa Maria di Castellabate” – ore 22 dello stesso giorno: presentazione del saggio “I figli del Sud” di Pompeo Onesti – 22 agosto: Editoria meridionale: difficoltà e prospettive. E poi chi racconta la nostra storia, cioè il Sud?” – 24 agosto alle ore 21: “Il Santo Rosario” di A.Simonelli ed alle ore 22 “Zuco e ll’anema” di V.Aversano – 25 agosto: presentazione di “La Cappella di Santa Caterina in maritima castri abbatis” di Gennaro Malzone – 26 agosto: presentazione del libro “Maree” di Annamaria Romito. Come si potrà notare un programma vasto e vario che, assieme al settembre culturale al Castello Aragonese di Agropoli rappresenta un polo culturale di rilevanza internazionale.

Catello Nastro


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sabato 7 agosto 2010

POESIA AD AGROPOLI

Poesia ad Agropoli
GILBERTO CALINDRI ANIMATORE DELL’EVENTO

Il Comitato “La Porta di Agropoli” e la “Fondazione G.B. Vico” presentano “AKROPOLIS POESIA”, tre serate dedicate alla cura dello spirito. Il 6 agosto 2010 la prima serata dedicata alla poesia di Giuseppe Ungaretti. La seconda serata, che si terrà il 13 agosto, verrà dedicata alla poesia di Ada Merini. Il 20 di agosto la serata verrà dedicata alla fotografa Anna Maria Torre che riesce a fare della fotografia una vera e propria opera d’arte pregna di poesia visiva. Tutte e tre le serate si svolgeranno nella piazzetta antistante Palazzo Pepe situata a lato della porta della città capoluogo del Cilento a partire dalle ore 21,30. Le presentazioni dei poeti e le letture delle loro opere saranno svolte da Gilberto Calindri, uomo di grande cultura, nobile abitante del centro storico della cittadina cilentana e grande animatore della cultura locale e nazionale. Con l’occasione la “Fondazione G. B. Vico” regalerà alcuni libri agli intervenuti. Al termine di ogni serata è previsto un piccolo rinfresco. Un altro evento d’arte allo studio di Catello Nastro, in Via Patella 46, cento metri prima del palazzo Pepe, la mostra personale dell’artista italo-colombiana Leonora Velasquez Di Domenico che espone una cinquantina di opere, tra acrilici ed acquarelli, con orario di apertura serale. La mostra dell’artista, che ha riscosso unanimi consensi di critica e di pubblico, resterà aperta fino al 14 agosto.


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mercoledì 4 agosto 2010

Dal concerto di Peppe Cirillo ad Agropoli

Dal concerto di Peppe Cirillo ad Agropoli
L’EVOLUZIONE DEL CILENTO E DEI CILENTANI


Non avevo mai assistito ad un concerto dal vivo di Peppe Cirillo e della sua band. Un complesso di una dozzina di artisti alla chitarra battente, alla chitarra classica, alla fisarmonica, al banjo, alle tammorre di vario genere, al violino, alle percussioni, ai cantanti ed alle ballerine. Un bravo meritato per tutti, anche se non tutti cilentani doc. Ma la musica è e rende universali. Quello che più mi ha colpito, di questo concerto, è stata la rielaborazione in chiave moderna di vecchi canti cilentani artisticamente modificati senza nulla togliere alla propria originalità. Ed a questo punto mi sia concesso di aprire una breve parentesi, di di carattere artistico, ma addirittura sociale. Le tradizioni fanno parte della nostra storia passata. La musica tradizionale, quindi, anche se rielaborata, anche con strumenti tecnologicamente aggiornati, è pur sempre rappresentazione della nostra tradizione musicale. A tale proposito mi sia consentito citare il mio ultimo libro (Catello Nastro – Poesie cilentane – edito dalla Libera Università Internazionale di Arte, Lettere, Musica e Storia, onlus, del Cilento e del Vallo di Diano, 2009) che tra l’altro, ha conseguito il primo premio “Il Saggio” di Eboli, 2010, primo classificato su 151 opere presentate con 180 voti su 180, presenta delle antiche poesie cilentane in gran parte rielaborante nella forma ed in parte anche nel contenuto. Così come è avvenuto per la poesia e la letteratura in genere, anche il canto cilentano ha subito questo processo, senza però perdere la sua primitiva origine di “canto d’amore e di sdegno”. Beppe Cirillo quindi, ha avuto il grande merito, frutto anche di un grande coraggio, di presentarsi ad un pubblico di varia estrazione ed imporsi, come ha dimostrato il concerto ad Agropoli, come un Artista con la A maiuscola. Bravissimi tutti i componenti della band che sono riusciti a raccogliere unanimi consensi dal folto pubblico presente nella principale piazza della cittadina capoluogo del Cilento, nella quale figuravano anche molti stranieri. Diciamo che non sempre il testo è stato recepito, ma la maggior parte degli astanti ha seguito l’insieme del concerto che ha assunto un aspetto corale ben degno di figurare sui grandi palcoscenici delle metropoli. L’evoluzione di un popolo, cilentano, come di qualsiasi altra parte del mondo, abbraccia tutti gli aspetti del vivere civile. Dalla tecnologia al turismo, dal lavoro alla solidarietà, dall’enogastronomia alla ricezione turistico-alberghiera. Canti d’amore e di sdegno, dicevo, ma anche canti sociali e religiosi riportati con un ritmo incessante proprio a dimostrare la continuità e la forza creativa del popolo cilentano, anche se fortemente integrato, in questi ultimi anni, con razze di mezzo mondo. Il ritmo è stato il grande protagonista del concerto. Il fatto che i componenti del gruppo non sono tutti cilentani, sta a dimostrare quanto sopra asserito. L’universalità della musica è poliedrica. La chitarra a battente e le tammorre hanno lavorato alla grande e le ballerine hanno completato le vecchie ballate del territorio con volteggi piacevoli ed aggraziati. Un complimento va anche all’amministrazione comunale che ha riservato questo spazio, anche se senza posti a sedere, per un complesso musicale che onora il Cilento in Italia e nel mondo.

Catello Nastro

martedì 3 agosto 2010

Nel entro storico di Agropoli

Agropoli
PERSONALE DI LEONORA VELASQUEZ DI DOMENICO
PRESENTI IL SINDACO FRANCO ALFIERI, L’ASSESSORE
ANGELO COCCARO E L’EX SENATRICE OLIMPIA VANO


Sabato 31 luglio, alle ore 21, è stata inaugurata la mostra personale dell’artista italo-colombiana LEONORA VELASQUEZ DI DOMENICO, presso lo Studio d’arte e cultura di CATELLO NASTRO, in Via Filippo Patella n. 46, nel centro storico di Agropoli. Hanno presenziato alla manifestazione il Sindaco di Agropoli, avvocato FRANCO ALFIERI, l’Assessore alla Solidarietà Sociale dottor ANGELO COCCARO e l’ex senatrice OLIMPIA VANO, sempre sensibile al mondo, ai problemi della donna ed alla sua evoluzione nel mondo. Presente anche il prof. Catello Nastro, animatore dello studio d’arte e cultura omonimo, le telecamere di Paestum TV e vari personaggi del mondo dell’arte e della cultura del Cilento. Ha scritto Catello Nastro, nella presentazione:” Una trentina di opere pittoriche ad acrilico, olio e tecnica mista, proporranno ai visitatori il mondo artistico della pittrice colombiana. Classificare la medesima in una delle tante correnti artistiche contemporanee sarebbe un poco come limitare ed etichettare una espressione che si mantiene sempre libera, in ogni attimo della composizione, da ogni schema e da ogni corrente. La forma reale nella maggior parte delle opere, rimane solo il punto di partenza per la composizione. Il colore, spesso, da solo, riesce a far capire ciò che l’artista vuole esprimere, il messaggio che vuole comunicare ai visitatori. E’ la stessa forza della gradazione del colore e dell’intensità della pennellata che, da sola, crea effetti suggestivi e significativi. L’opera intitolata “Tsunami”, ad esempio, con un semplice ma incisivo getto di colore propone una tragedia quasi cosmica. Nell’opera “Onda” la forza della natura assume un aspetto diverso, pur nella sua dinamicità per così dire, ritmica e controllata, mentre l’altra opera intitolata “Big Bang”, sempre attraverso un dosaggio calibrato di forme e colori, riesce a comunicare l’immensa potenza della natura capace anche di opera distruttiva. Nelle due opere intitolate “Navigare” e “Navigazione” si ritorna all’ordine. Le vele, che fanno bella mostra al centro della tela, sembrano sintetizzare l’opera dell’uomo, con un messaggio ecologico che risulta di grande effetto proprio in questi giorni di inquinamento e quindi grossa sofferenza per il mare ed i suoi abitatori. La mano e la grazia femminile in queste opere diventa evidente. I colori sono tenui, incutono serenità ed anche l’accostamento tra le varie tonalità delle tinte, quasi in un progetto monocromatico, si pongono agli occhi ed allo spirito del visitatore come rappresentazione armonica del soggetto. Se si osserva attentamente il quadro “I pensieri” si nota l’estrema sintetizzazione dei concetti riportati sulla tela. Le sfere con linee curve diverse e colorazioni diverse assumono personalità ben distinte e separate. Nel caso di Leonora Velasquez non possiamo parlare di astrattismo o informale, perché le opere sono leggibili anche all’inesperto d’arte, possiamo parlare invece di un simbolismo coloristico che prevale su quello formale ed assume, molto spesso il ruolo di protagonista della tela. una vita autonoma ma simbiotica allo stesso tempo.” Dopo aver seguito con interesse la mostra, mi sono convinto della validità della scelta del noto uomo di cultura agropolese, amico, scrittore e critico d’arte Catello Nastro, nel proporre al pubblico degli appassionati d’arte non solo locali ma anche turisti in visita o soggiorno nel nostro paese, un’artista valida degna di ben figurare nel mondo dell’arte contemporanea nel Cilento. In un breve colloquio con la valida pittrice, giunta ad una composizione personale dopo uno studio attento all’accademia colombiana ed in vari stati europei, ho avvertito che il suo passaggio dal figurativo ad un simbolismo astratto non molto accentuato, per la verità, fa parte di una evoluzione del suo modo di esprimersi. Un’artista veramente valida, LEONORA VELASQUEZ DI DOMENICO, e penso che sentiremo ancora parlare di lei nello scenario dell’arte e della cultura nel Cilento ed oltre. Probabile, per il 2011 una sua importante ed interessante antologica, con opere anche di ampie dimensioni, al Castello Aragonese di Agropoli.

Antonio Infante

Evento d'arte ad Agropoli

Alla presenza del Sindaco Franco Alfieri, dell’assessore
Coccaro e dell’ex senatrice Olimpia Vano
INAUGURATA LA MOSTRA DELLA PITTRICE
COLOMBIANA LEONORA VELASQUEZ DI DOMENICO


Sabato 31 luglio 2010, presso lo Studio d’arte e cultura del professore Catello Nastro, poeta, scrittore e critico d’arte, è stata inaugurata la mostra personale dell’artista italo-colombiana LEONORA VELASQUEZ DI DOMENICO. Nel suggestivo scenario del centro storico della città capoluogo del Cilento, erano presenti all’inaugurazione dell’interessante personale, oltre al professore Catello Nastro, anche l’avvocato Franco Alfieri, consigliere provinciale e sindaco di Agropoli, l’assessore alla Solidarietà Sociale dottor Angelo Coccaro, sempre disponibile alla internazionalizzazione dell’arte e della cultura nel territorio, e la senatrice Olimpia Vano, che hanno avuto parole di elogio di verso l’artista che presentava al pubblico agropolese e cilentano in genere ed alla folta rappresentanza dei turisti del nostro paese, una selezione di sue opere, tra paesaggi e figure mirabilmente eseguite con varie tecniche pittoriche. La sensibilità dell’artista, giunta ad una figurazione quasi informale dopo un lungo periodo di studio figurativo, rimane evidente nella maggior parte delle sue tele. Di grande rilevanza il tratteggio che porta al movimento. Poche linee essenziali che riescono a comunicare al fruitore dell’opera d’arte un messaggio di grande contenuto e di alto valore artistico. Penso proprio che sentiremo ancora parlare di questa valida artista che ha il coraggio di imporsi con la sua grande personalità al mondo dei fruitori dell’ opera d’arte e degli appassionati in genere. La mostra personale della pittrice Leonora Velasquez Di Domenico chiuderà i battenti il 14 di agosto 2010.

Lorenzo Barone