mercoledì 15 ottobre 2014

SAPORI E SAPERE

SAPERE E SAPORI

Un  approfondimento del titolo di questo scritto porterebbe, senza dubbio alcuno, ad una diatriba di carattere filosofico e di poi gastronomico. Ma non è mia intenzione intraprendere un percorso del genere, quando personalizzare questi due concetti ed analizzarli secondo la mia interpretazione che, a dire il vero, potrebbe contrastare con la cultura generica  vigente nel nostro territorio. . Premetto che ho sempre amato la buona scrittura e…la buona cucina. Giunto ai tre quarti di secolo penso proprio di aver soddisfatto appieno le mie conoscenze in merito sia sul sapere, al quale ho dedicato libri, articoli, cataloghi, presentazioni scritte o declamate di fronte ad un pubblico variegato di uditori che sonnecchiavano e sorridevano solo se inquadrati dalle telecamere di emittenti locali e presenti alla mia rappresentazione di carattere talvolta anche pubblicitario. Ma a  me piaceva intrattenere l’utenza presente con dissertazioni nelle quali si destava il sorriso, la meditazione e…l’appetito!!! Fatte queste premesse il lettore attento ed oculato si renderà conto, senza dubbio alcuno, di trovarsi di fronte ad uno scritto demenziale, camuffato, sebbene spontaneo, per illustrare i concetti evidenziati nel titolo. La cultura cilentana è rappresentata al mondo intero nella famosa scuola filosofica eleatica, cilentana doc, mentre lettori di altri popoli si affannavano a capire il sillabario. Ma il sapere non è solo di carattere culturale o filosofico. I fratelli minori dei saperi sono i sapori. Ripeto che ambedue hanno attratto lo scrivente con la loro presenza culturale o gastronomica. In tempo di turismo ambedue assumono un ruolo di primo piano. Questa estate, grazie alle amministrazioni comunali del Cilento, molte sono state le proposte che avevano come oggetto il sapere ed i sapori. Il castello di Agropoli ha ospitato personaggi famosi a livello internazionale ma anche eventi di carattere gastronomico, attraverso le sagre, naturalmente non in un percorso storico letterario, ma in una rivalutazione dell’antica cucina cilentana. Anche questa cultura. Non da leggere o declamare da una scrivania, ma da gustare da una tavola imbandita secondo gli antichi schemi e procedure nel corso degli anni, ripescate da libri, usanze e tradizioni che si perdono nel passato. Riuscire a gustare appieno le pietanze  prospettate nelle varie sagre gastronomiche nel Cilento significa assorbire la nostra tradizione gastronomica antica che, a dire la verità, è inferiore al sapere ma superiore al sapore…

Catello Nastro

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