mercoledì 17 ottobre 2012

Ho fatto dodici

HO FATTO DODICI



Ho fatto 12, anzi 2012, e spero anche di fare 13, cioè 2013. Non sto parlando della schedina del totocalcio, ma della scheda della mia vita. Vivere un anno di più o un anno di meno, a mio avviso, non serve proprio a niente, in particolare modo quando un essere umano ha superato la soglia degli anni 70. Ci saranno, a questo punto, molti coetanei che, in segno di scongiuro, si gratteranno le palle o faranno scongiuri per ritardare il trapasso. Ci sarà chi toccherà ferro, chi farà le corna, chi mangerà un cornetto, chi si rivolgerà alla Madonna di Lourdes per vivere cento anni, chi reciterà preghiere quotidiane per aggraziarsi le benevolenze divine. Ma avete mai pensato a quello che si lascerà su questa terra ed a quello che porteremo appresso nel viaggio senza ritorno? I valori primari della persona, dell’essere umano vissuto con dignità, senza mai calpestare gli altri o buttando nel cesso la dignità propria e quella altrui. L’esistenza terrena è, a mio avviso, solo il prologo dell’eternità. Naturalmente anche la Chiesa cattolica e le altre religioni, in genere, condividono opinioni che alla fine sono le migliori e sono comuni a tutte le religioni. A questo punto il cattolico si porrà la domanda:” Ma i Musulmani ed i Buddisti sono diversi da noi.” Non è vero!!! I veri Musulmani ed i veri Buddisti, come pure i praticanti delle altre confessioni religiose, predicano la fratellanza. Una fratellanza cosmica che potrebbe e dovrebbe iniziare con le nuove generazioni. I mass media hanno sovente la colpa di propinare concetti dal punto di vista unilaterale e non da quello cosmico. I misfatti atroci fanno audience ed allora…giù a narrare episodi di vita quotidiana che accadono ogni ora, ogni minuto, sotto ogni forma di governo, sotto il segni delle varie confessioni religiose, in ogni parte del mondo. A questo punto la domanda sorge spontanea: ma qual è lo stato ideale nel quale questi misfatti non esistono? La geografia del lontano si trasforma in geografia del vicino. Cioè la nostra casa, facente parte del nostro condominio della nostra città, della nostra provincia, della nostra regione, della nostra nazione, del nostro continente, del nostro pianeta ed addirittura della nostra galassia o del sistema cosmico universale. La geografia del vicino, che studiavamo a scuola, si identificava e si identifica tuttora con la geografia cosmica. Se un’azione criminosa in Italia è identica a quella di una paese dell’Africa o delle Americhe, il crimine sarà comune e comunemente condannabile. Sia ben chiaro che non stiamo parlando di ideologie politiche, sociali o sportive. Se uno è tifoso del Napoli o della Juventus nessuno se ne fotte, ma se sullo stadio si rompono le ossa solo per una rete dubbia, il problema diventa cosmico, universale. Ma ritorniamo al titolo dell’articolo. Oggi ho fatto dodici che, sommati agli altri sessanta del secolo scorso, fanno settantadue, l’anno prossimo, se Dio vorrà, farò tredici. Sarà un tredici di gran lunga superiore a quello del totocalcio. Vincere un centomila euro farebbe comodo, specialmente in questo periodo di recessione economica come quello che stiamo attraversando, ma non cambierebbero l’indirizzo finale dato all’esistenza nel momento in cui ho dovuto fare le grandi scelte della mia vita. Certamente ce ne sono state alcune delle quali mi vergogno, anche a distanza di molti anni, quando cioè, pur potendo aiutare dei miei simili, emigrati per ragioni di lavoro al nord, non mi sono dato da fare al massimo pensando solo, a anche principalmente a me stesso. Ma quello che ho fatto, credetemi, mi soddisfa almeno all’80% delle mie potenzialità. Le esperienze goliardiche napoletane, l’anno della contestazione, il 68, quando mi sono laureato, il trasferimento a Torino, dove ho insegnato per oltre venti d’anni, sono state per me delle tappe nelle quali ho saputo ( o almeno presumo!!!) conciliare le doti di un essere umano dallo spirito pratico, mettendolo però anche al servizio di chi ne aveva bisogno. Non sono stato un salvatore della patria e nemmeno un grande benefattore, ma ho cercato di non calpestare la dignità degli altri. In verità devo aggiungere di aver trovato, nel capoluogo piemontese, tante persone che mi hanno arricchito spiritualmente ed anche qualcuno che ha contribuito ad incrementare il mio stipendio, non notevole, di impiegato statale. Sia ben chiaro una cosa, che ho venduto la mia cultura, ma mai la mia dignità. Adesso che ho moglie, figli e nipoti, come ce l’hanno la maggior parte degli esseri umani della mia età, il tutto mi sembra più complicato e più semplice allo stesso tempo. Forse se tornassi indietro nel tempo mi dedicherei di più alla solidarietà. Ma, per quello che ho fatto, sono contento lo stesso…Farò tredici??? Lo spero, me lo auguro e lo auspico. Altrimenti leggete altrove…



Catello Nastro

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