lunedì 28 maggio 2012

Cilento ed occupazione

TRENTOVA: DUBAI DEL CILENTO



Premetto la mia totale avversione per la cementificazione selvaggia e non programmata. Ma questa volta ci troviamo di fronte ad un grandissimo evento e sfruttamento ordinato delle ricchezze naturali del Cilento. La Baia di Trentova già per il passato ha subito attentati di aggressione paesaggistica ed ecologica, ma, grazie all’interessamento dell’opinione pubblica, dei mass media e delle associazioni ecologiste, non è stato possibile attuare una insensata cementificazione che avrebbe portato uno squilibrio nel mercato immobiliare del territorio con conseguenti danni che avrebbero coinvolto un settore già per il passato squilibrato se non addirittura dissennato. Sono sempre stato contrario a vedere le betoniere nella parte più bella del Cilento, la baia di Trentova, ma ora, in questo clima di crisi, ma nello stesso tempo di cambiamento politico, generazionale e di interventi programmati sul paesaggio, anche lo scrivente ha cambiato idea. Basta far lavorare il cervello, lo spirito imprenditoriale e professionale, la lungimiranza nello sfruttamento delle risorse del territorio, per trasformare un evento a primo acchito negativo in positivo. La parola sfruttamento o cementificazione devono scomparire dal vocabolario dei nuovi imprenditori, per essere sostituita con la parola progettazione, programmazione, investimenti produttivi, interventi imprenditoriali mirati, innovazione nell’offerta ad un mercato sempre più esigente e selettivo. Ma al primo posto mettiamo una programmazione per l’occupazione stabile e quindi non solo temporanea. Innanzitutto crescita in altezza lasciando maggiore spazio al verde attrezzato o naturale. Volgarmente vengono chiamati grattacieli, ma preferirei chiamarli edifici che si elevano in altezza per lasciare maggiore spazio al verde. Certo che di spazio verde ce ne sta parecchio a ridosso delle bellissime spiagge di sabbia fine e pura baciata migliaia di volte al giorno, e pure di notte, naturalmente, dalle onde di un mare incontaminato che ci ha fatto assegnare per molti anni la bandiera blu. Ma veniamo al sodo. Strutture alberghiere scaglionate a cinquecento metri dalla spiaggia con dodici stanze per piano per un’altezza di trentadue piani. Circa trecentocinquanta camere doppie per ogni albergo, naturalmente provviste di bagno, letto matrimoniale o doppio, eventuale culla a richiesta, doccia o bagno con idromassaggio, vista sul mare o sull’entroterra per forza di cose. Al piano terra reception con interprete plurilingue, portabagagli in camera, sala da pranzo con colazione a buffet, pranzo e cena a richiesta ma con prevalenza di prodotti locali rientranti o meno nella dieta mediterranea. E questo, a mio avviso, è proprio il problema minore e quindi non starò a presentare il menù cilentano classico del passato del quale ho scritto persino un libro. La selezione la fa il prezzo ed i servizi. Hotel a cinque stelle per una vacanza da sogno senza andare all’estero. Anzi invitando l’estero in Italia per presentare le nostre prelibatezze paesaggistiche, turistiche, eno-gastronomiche, storiche, culturali, canore e chi più ne ha più ne metta. Una presenza di oltre circa cinquemila persone nella Baia di Trentova richiederebbe anche dei servizi collaterali sia per gli ospiti che per i gestori delle strutture. Premetto che questa massa di turisti, con mezzi propri o servizi navetta, la sera certamente potrebbe trascorrerla nella struttura abitativa o negli spazi attrezzati al piano terra. Ma molti, a mio avviso, potrebbe decidere di visitare Agropoli, Castellabate, Paestum o i paesi dell’entroterra che, con le loro caratteristiche sagre enogastronomiche, con musica e canti popolari potrebbero attrarre un gran numero di ospiti nottambuli o desiderosi di nuove emozioni. I centri storici del Cilento sono una miniera inesauribile di scoperte felici, di siti pregni di storia e di tradizioni locali, anche alla scoperta di una nuova cucina o di un nuovo vitigno. Ma ritorniamo agli edifici. Una dozzina in tutto, collegati con una stradina panoramica a due corsie, naturalmente asfaltata, con spazi per una breve sosta, ammirare il paesaggio e scattare qualche foto. Raccordi: autostrada Salerno Reggio Calabria, stazione ferroviaria di Agropoli, aeroporto di Capodichino o di Bellizzi con possibilità di trasbordo in elicottero da e per Bellizzi con una piccola base di atterraggio in uno dei tanti spazi di Trentova. Ma ora veniamo ai servizi che potrebbero essere affidati a cooperative di giovani del posto che assicurerebbero, senza dubbio, un apporto serio e professionale in un momento di crisi economica come l’attuale. Una utenza di circa cinquemila ospiti, italiani o stranieri, richiederebbe una mano d’opera qualificata, attiva, fattiva e produttiva, reperibile in particolare modo tra i giovani del posto o, per meglio dire, dei comuni fautori del progetto. Le cooperative, tutte inquadrate in uno schema comune sebbene con mansioni diverse, potrebbero essere le seguenti, organizzate con le leggi vigenti:

1) interpreti e addetti alla reception;

2) cuochi, camerieri, addetti alla sala da pranzo ed al servizio in camera;

3) addetti alla sicurezza interna ed esterna alla struttura ricettiva, ivi incluso bagnini professionisti;

4) addetti alla pulizia delle camere, delle spiagge, delle aree verdi;

5) servizi di trasporti con pulmino o con taxi convenzionati;

6) accompagnatori e guide turistiche plurilingue;

7) serate con guida, in loco o nei paesi viciniori, all’insegna dell’enogastronomia cilentana, dell’arte, della cultura, del folklore, delle tradizioni, ecc.;

8) Incontro con le autorità del posto anche per scambi di opinioni con personalità ospiti di dette strutture;

9) Organizzazione di serate dell’arrivederci con simbolici omaggi agli ospiti a fine stagione;

10) Programmazione di una tariffa unica in tutte le unità ricettive, con l’abolizione di mance o extra non controllabili.

11) Offerte speciali per la bassa stagione e possibilità di mantenere aperta una o più di queste strutture nel corso dell’anno per consentire una fruizione costante di questa offerta.

Tutto questo sotto il costante controllo degli enti preposti, dei comuni interessati al progetto e comunque rientranti nel territorio della struttura, di tutti gli imprenditori ai fini della salvaguardia di un bene comune, donato a noi da Dio e che noi sacrifichiamo, in minima parte, per favorire il lavoro dei nostri figli e di quelli che verranno in seguito, in questo periodo di recessione e di crisi economica che ci auguriamo finisca presto, pur dando luogo ad un clima di austerità, ma salvaguardando il posto di lavoro, umile, ma onesto. In conclusione, una cementificazione dissennata, volgarmente chiamata speculazione edilizia, a Trentova, non creerebbe altro che una desertificazione delle strutture esistenti, per bagnanti o villeggianti che dir si voglia, causando un decadimento economico, sociale e morale fortunatamente ancora allo stato larvale. Il nostro augurio è quello di essere Alfieri di questo progetto. Ho appena finito di scrivere quest’articolo che apprendo da Infoagropoli, che Agropoli e Castellabate hanno ottenuto per l’ennesima volta la bandiera blu. E vi pare poco!!!



Catello Nastro
da UNICO SETTIMANALE DI PAESTUM

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