giovedì 9 gennaio 2014

BENVENUTO 2014

Il primo augurio che faccio al nuovo anno è quello di una  maggiore fruizione della parola “Solidarietà”. Per uno come me, nato durante la Seconda Guerra Mondiale e per di più in una cittadina come Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, tre quarti di secolo di vita intensamente vissuta prima sui marciapiedi, unico luogo di ritrovo dei bambini del tempo, poi a scuola, poi in Parrocchia, poi il trasferimento per motivi di lavoro con  tutta la famiglia, ad Agropoli, il lavoro nel caseificio di mio padre, poi le Scuole Medie, il Ginnasio ed il Liceo classico e quindi l’Università Federico II di Napoli nel quale, a stento, conseguii la laurea in lettere moderne con risultati non propriamente brillanti. Era il famoso ’68, l’anno della rivolta studentesca che, però’ non mi coinvolse molto proprio perché ero anche uno studente lavoratore. Il posto fisso capitò a Torino e qui feci il grande salto. Professore, mi iscrissi all’Università di Torino, ma non riuscii a conseguire la seconda laurea per pochi esami. Ebbi comunque la visita del Ministro della Pubblica Istruzione nella mia scuola, insegnai scienze dell’educazione agli ultimi  Corsi Abilitanti, conseguìi vari diplomi di specializzazione didattica, collaborai con varie case editrici e gallerie d’arte. Ebbi l’onore di vivere nella casa dove visse il  poeta Guido Gozzano. Circa cinquanta attestati, il titolo di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana, Premi e riconoscimenti da Enti Pubblici e Privati. Intensa attività nel campo della cultura, ma anche nella solidarietà. Erano  gli anni del cartello “non si fitta ai meridionali”. E davanti a qualche locale pubblico, qualche estroso, si leggeva il cartello “vietato l’ingresso ai cani ed ai meridionali”. Tra gli anni 70 e 80 scoprìi la parola “solidarietà”. Da spettatore diventai attore, naturalmente al lato opposto di queste barricate. Ho aiutato, e di questo ne vado orgoglioso. La parola solidarietà, pur mantenendo lo stesso significato, si è ampliata: ds nazionale è diventata internazionale. La sofferenza, a mio avviso, la può alleviare anche chi l’ha subita. La parola di Dio Padre Onnipotente, quando parte dalla preghiera e sfocia nella solidarietà, viene applicata meglio. Sulla faccia della terra esistono molti focolai di guerra che rischiano di degenerare da un momento all’altro, coinvolgendo altre nazioni con politica o religione diversa. Ma il motivo principale è, e rimane, a mio avviso, l’interesse materiale, la ricchezza, l’ostentazione di un benessere materiale spesso amaro risultato dello sfruttamento di altri esseri umani abitatori del pianeta a pieno diritto. Di tutte le razze, di tutti i credo politici, di tutte le religioni. Sono partito da zero, in un tempo in cui non esisteva l’appetito, ma la fame. Un  ragazzo di strada nato in un basso e cresciuto sui marciapiedi. Adesso sono pensionato e aspetto – con serenità – il giudizio di Dio sul mio operato, sperando anche nella Sua Misericordia…


Catello Nastro

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