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martedì 24 aprile 2012

Citazioni

8 - GRANDI AFFERMAZIONI
AFFERMAZIONI DI GRANDI

Non si fa il proprio dovere perchè qualcuno ci dica grazie, lo si fa per  principio, per se stessi, per la propria dignità..."

Oriana Fallaci

lunedì 21 febbraio 2011

UNA VECCHIETTA CHE SI CIAMAVA ITALIA

UNA VECCHIETTA CHE
SI CHIAMAVA ITALIA

Quando nacqui, settanta anni fa,
al piano terra, nel vicolo Mantello,
della città delle terme stabiane
e dei maestosi, prolifici Cantieri,
mi si fece incontro, lentamente,
all’inizio della vita in questa terra,
una vecchietta di ottant’anni,
lacera, rugosa, col volto martoriato,
coi segni inconfondibili
della truce, iniqua e disumana guerra.
“ Sei capitato in un momento inopportuno,
tra gente armata fino ai denti,
che, come una squallida partita a carte,
devono decidere i vincitori ed i perdenti.
Ci saranno vedove, orfani, mutilati,
morti dissepolti dalla scoppio di granate,
donne vestite a lutto col volto triste e spento
rese sole da un odio antico in un momento.
Ti volevo portare almeno un tozzo di pane,
ma le mie ricerche sono risultate vane.
Un grande dono ti ho portato in quantità:
una sacchetto pieno di amore e d’Italiana Dignità.”

Catello Nastro

sabato 1 gennaio 2011

AUGURI DI UN SERENO E FELICE ANNO NUOVO CON DIGNITA'

LA DIGNITA’ : CHI E’ COSTEI???

Sono convinto che anche alcuni animali, come il cane, ad esempio, hanno una loro dignità. Forse gli è data dall’istinto, forse dalla fedeltà, forse dalla riconoscenza verso chi da loro da mangiare e da bere, lo porta a passeggio per fare la pipì, gli fa ogni tanto una carezza e cerca in tutti i modi di fargli capire qualcosa che gli esseri umani, pur riuscendo meglio di loro, non riescono a capire. Nella maggior parte, a mio avviso, si rifiutano di capire. Oramai siamo arrivati al secondo decennio del terzo millennio e persistono ancora, su questo pianeta, eventi e atteggiamenti certamente non dignitosi per l’uomo in genere. I campi in cui l’essere umano sembra quasi aver cestinato questa parola, apportatrice sicuramente di una migliore qualità della vita e di una tranquillità sociale di cui il mondo globalizzato ha tanto bisogno. L’interpretazione della politica, della religione, del lavoro, dell’ecologia, della fratellanza tra i popoli, del rispetto cosmico, della società allargata, della tolleranza anche per i diversi, della solidarietà intesa come riparazione ad un torto sociale sovente piovuto dall’alto dei vertici dirigenti i paesi cosiddetti industrializzati o quanto meno evoluti, la lotta ai fondamentalismi, all’odio razziale ed alla intolleranza religiosa, ci portano sovente a conflitti, più o meno allargati, che sanno di medioevo. Quando un essere umano ti porge la mano e tu la rifiuti sol perché ti ritieni superiore a lui, non hai capito niente della vita e del contesto sociale nel quale vivi ed operi. Come sarebbe bello, alla fine di ogni partita di calcio, che i tifosi della squadra vincitrice offrissero da bere agli sconfitti, Come sarebbe bello se i partiti politici, con uomini eletti da altri uomini, in una simbiosi di elettorato attivo ed elettorato passivo, brindassero tutti assieme al benessere del popolo e collaborassero mettendo da parte pregiudizi e le tessere del partito. Come sarebbe bello se i protagonisti dei programmi televisivi, prima di parlare, o sparlare, filtrassero i discorsi non alla ricerca di un errore grammaticale, ma alla ricerca di un errore di coscienza e conoscenza, di utilità sociale o di danno alla collettività, di convinzione etica di quello che stanno dicendo sovente per favorire, con veemenza prezzolata, il preferito di turno, pur conoscendo il grado di corruzione del lestofante sul palco. Dignità è guardare in faccia i propri figliuoli, non fare false promesse all’elettore, non procedere come gli untori di manzoniana reminiscenza licenziando in tronco i Bravi di Don Rodrigo, mandare in pensione Don Abbondio e non rompere le scatole a Renzo e Lucia. Certamente bisogna avere fiducia nella bontà dell’uomo che può sbagliare in buona fede, ma non in mala fede sapendo che un suo intervento sociale può danneggiare una collettività che credeva ciecamente della sua validità, nel suo operato, nelle sue azioni a livello nazionale tali di migliorare o peggiorare una società già di per se stessa precaria per una crisi quasi internazionale. Tutte le epoche della storia hanno avuto alti e bassi, problematiche diverse che hanno travagliato intere generazioni con calamità naturali, alle quali è difficile porre rimedio, ma le calamità causate alla società da uomini che si sono paragonati all’Onnipotente, o in suo nome hanno compiuto stragi di uomini, vecchi, donne e bambini, con la velleità di salvaguardare una razza, un territorio, una risorsa, una ricchezza. E non parliamo poi dei trafficanti di morte sotto le sporche spoglie di spacciatori di droga, di camorristi, di truffatori, di politici corrotti, i falsi idoli televisivi e di tanti e tanti altri esseri umani che umani non sono e che forse anche gli animali si riterrebbero offesi se li chiamassimo tali. Dignità innanzitutto…Io credo nella bontà dell’uomo ed ho subito la mia parte di mortificazioni. Certamente anch’io ho sbagliato nelle valutazioni. Ma senza alcun danno irreparabile. L’augurio che faccio per il nuovo anno e per il nuovo decennio è quello che ognuno si riappropri della propria dignità e la metta in pratica quotidianamente nel procacciare lavoro per se e per gli altri, per migliorare la qualità della vita, per incrementare il pacifico e non retribuito esercito della solidarietà, che non propini cattivi esempi approfittando del suo ruolo di “star” del mondo dello spettacolo, dello sport, della politica, del potere in genere. Mai più schiavi né padroni, ma libertà e dignità intesa come conseguimento di secoli di lotta per la civiltà e per il benessere morale e materiale, non solo di pochi, ma di tutti. Di qualsiasi colore della pelle, credo religioso, fede politica e perché no, anche calcistica. Buon 2011 a tutti nel segno della dignità umana.

Catello Nastro

mercoledì 29 dicembre 2010

LA DIGNITA'....CHI E' COSTEI'???

LA DIGNITA’ : CHI E’ COSTEI???

Sono convinto che anche alcuni animali, come il cane, ad esempio, hanno una loro dignità. Forse gli è data dall’istinto, forse dalla fedeltà, forse dalla riconoscenza verso chi da loro da mangiare e da bere, lo porta a passeggio per fare la pipì, gli fa ogni tanto una carezza e cerca in tutti i modi di fargli capire qualcosa che gli esseri umani, pur riuscendo meglio di loro, non riescono a capire. Nella maggior parte, a mio avviso, si rifiutano di capire. Oramai siamo arrivati al secondo decennio del terzo millennio e persistono ancora, su questo pianeta, eventi e atteggiamenti certamente non dignitosi per l’uomo in genere. I campi in cui l’essere umano sembra quasi aver cestinato questa parola, apportatrice sicuramente di una migliore qualità della vita e di una tranquillità sociale di cui il mondo globalizzato ha tanto bisogno. L’interpretazione della politica, della religione, del lavoro, dell’ecologia, della fratellanza tra i popoli, del rispetto cosmico, della società allargata, della tolleranza anche per i diversi, della solidarietà intesa come riparazione ad un torto sociale sovente piovuto dall’alto dei vertici dirigenti i paesi cosiddetti industrializzati o quanto meno evoluti, la lotta ai fondamentalismi, all’odio razziale ed alla intolleranza religiosa, ci portano sovente a conflitti, più o meno allargati, che sanno di medioevo. Quando un essere umano ti porge la mano e tu la rifiuti sol perché ti ritieni superiore a lui, non hai capito niente della vita e del contesto sociale nel quale vivi ed operi. Come sarebbe bello, alla fine di ogni partita di calcio, che i tifosi della squadra vincitrice offrissero da bere agli sconfitti, Come sarebbe bello se i partiti politici, con uomini eletti da altri uomini, in una simbiosi di elettorato attivo ed elettorato passivo, brindassero tutti assieme al benessere del popolo e collaborassero mettendo da parte pregiudizi e le tessere del partito. Come sarebbe bello se i protagonisti dei programmi televisivi, prima di parlare, o sparlare, filtrassero i discorsi non alla ricerca di un errore grammaticale, ma alla ricerca di un errore di coscienza e conoscenza, di utilità sociale o di danno alla collettività, di convinzione etica di quello che stanno dicendo sovente per favorire, con veemenza prezzolata, il preferito di turno, pur conoscendo il grado di corruzione del lestofante sul palco. Dignità è guardare in faccia i propri figliuoli, non fare false promesse all’elettore, non procedere come gli untori di manzoniana reminiscenza licenziando in tronco i Bravi di Don Rodrigo, mandare in pensione Don Abbondio e non rompere le scatole a Renzo e Lucia. Certamente bisogna avere fiducia nella bontà dell’uomo che può sbagliare in buona fede, ma non in mala fede sapendo che un suo intervento sociale può danneggiare una collettività che credeva ciecamente della sua validità, nel suo operato, nelle sue azioni a livello nazionale tali di migliorare o peggiorare una società già di per se stessa precaria per una crisi quasi internazionale. Tutte le epoche della storia hanno avuto alti e bassi, problematiche diverse che hanno travagliato intere generazioni con calamità naturali, alle quali è difficile porre rimedio, ma le calamità causate alla società da uomini che si sono paragonati all’Onnipotente, o in suo nome hanno compiuto stragi di uomini, vecchi, donne e bambini, con la velleità di salvaguardare una razza, un territorio, una risorsa, una ricchezza. E non parliamo poi dei trafficanti di morte sotto le sporche spoglie di spacciatori di droga, di camorristi, di truffatori, di politici corrotti, i falsi idoli televisivi e di tanti e tanti altri esseri umani che umani non sono e che forse anche gli animali si riterrebbero offesi se li chiamassimo tali. Dignità innanzitutto…Io credo nella bontà dell’uomo ed ho subito la mia parte di mortificazioni. Certamente anch’io ho sbagliato nelle valutazioni. Ma senza alcun danno irreparabile. L’augurio che faccio per il nuovo anno e per il nuovo decennio è quello che ognuno si riappropri della propria dignità e la metta in pratica quotidianamente nel procacciare lavoro per se e per gli altri, per migliorare la qualità della vita, per incrementare il pacifico e non retribuito esercito della solidarietà, che non propini cattivi esempi approfittando del suo ruolo di “star” del mondo dello spettacolo, dello sport, della politica, del potere in genere. Mai più schiavi né padroni, ma libertà e dignità intesa come conseguimento di secoli di lotta per la civiltà e per il benessere morale e materiale, non solo di pochi, ma di tutti. Di qualsiasi colore della pelle, credo religioso, fede politica e perché no, anche calcistica. Buon 2011 a tutti nel segno della dignità umana.

Catello Nastro