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domenica 4 dicembre 2011

comunicato

Ristorante – Pizzeria – LA BRACE – tel.0974 821605

Via Alcide De Gasperi n. 60 (a 100 metri dalla stazione ferroviaria)

AGROPOLI (sa)

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Mercoledì 14 dicembre 2011 dalle ore 19,30



PIZZA E CULTURA

seconda edizione



frittura all’Italiana, giro di pizze di vari tipi, bibite e vino rosso della casa – Presentazione (5 minuti) dell’ ultima pubblicazione (di sessanta pagine) di Catello Nastro



“LA POESIA UMORISTICA

ED EROTICA CILENTANA”



Sedicesimo volume della collana letteraria “Il Cilento nuovo” edito dalla “Libera Università Internazionale di Arte, Lettere, Musica e Storia onlus di Agropoli.”

Posti limitati. E’ gradita la prenotazione. Si riservano tavoli da 4 a 12 persone.Quota di partecipazione + libro , euro dieci.





Il Presidente

Antonio Infante





domenica 6 novembre 2011

Dal settimanale UNICO di Paestum

NOBILI E NUBILI


Esistono pure nel Cilento



Essere nobile significa avere dei titoli nobiliari, essere nubili, sovente, significa avere dei titoli in banca oppure alla posta. Ai nobili, spesso, manca il lavoro che contrasterebbe col titolo ereditato con tanto di guiderdone. Alle nubili, spesso, manca un consorte per vari motivi: 1) perché odiano gli uomini e quindi il matrimonio e quindi la vita a due. O anche perché non sono tanto attraenti e quindi non richieste sul mercato matrimoniale. Ma a questo si può facilmente ovviare. Oggi esistono degli istituti di bellezza che dopo un paio di mesi di trattamento al corpo (ed al conto in banca) ti guardi allo specchio e non ti riconosci più. Persino la carta di identità bisogna cambiare altrimenti alla frontiera, quando vai in crociera, non ti fanno passare. Prima del trattamento sulla nave da crociera dei vip non ti facevano nemmeno salire che potevi disturbare anche i pesci…del mare. Silicone botulino, rossetto, ombretto, ceretta e chi più ne ha più ne metta, quando ti guardavi allo specchio quasi quasi esclamavi:”aspettate che chiamo la governante””. Tacchi a spillo, seni prorompenti in evidenza, capelli indorati, labbra o occhi rifatti, con una sola crociera potevi consumare tutto quello che non avevi fatto in quarantasei anni di miserabile esistenza terrena da donna zitella e per di più racchia.. Ma per il nobile è diverso. Quando va in crociera e si presenta: onorato, conte Antonio Rugazzo, nobiluomo di Spinazzo, nessuno se ne frega, Maggiore interesse ( interessato) se lascia una mancia da cento euro al cameriere. All’ora di cena si trova attorniato da una mezza dozzina di operatrici notturne inghirlandate come un albero di Natale alla vigilia della festa prima che arrivano i nipotini per il cenone di mezzanotte. E quando mette mano alla cinghia, come in mezzogiorno di fuoco, le astanti, pensando che sta prendendo il portafogli gonfio come un occhio che ha appena ricevuto un pugno a cento all’ora, gli si buttano addosso. Ma non appena si accorgono che ha cacciato fuori solo un miserabile quadrato di cotone, volgarmente chiamato fazzoletto, si afflosciano deluse ( non piangono per non far squagliare l’ombretto) si allontanano verso un altro tavolo dove siede un grosso allevatore di vacche della pianura padana che come le vede si sente come stesse a casa sua. Essere nobili è comunque un privilegio. Conti, baroni e marchesi rappresentano un poco il passato, come pure certe nubili che sembrano stare in piedi grazie al collant ed ai collanti. Sia ben chiaro che i nobili e le nubili non mi sono per niente antipatici e forse…nemmeno simpatici. Indifferenti insomma. Specialmente da quando, per fare più in fretta, gli americani, mi sembra, hanno inventato un nuovo termine che può indicare sia i nobili che le nubili: i single. Quando due single formano una coppia, questa può essere di tre tipi: tipi A, la classica, fatta da un uomo ed una donna, tipo b, fatta da due donne, tipo c fatta da due uomini. Molti anni fa, a Torino, fui invitato ad una festa di unione di facenti parte della casistica sopra citata del tipo C. Ma d’altro canto Iddio ha predicato l’amore. Questo sarà un amore “diverso” ma sempre amore è! I tempi sono cambiati: Ma anche i single pagano le tasse. Come le pagano tutti. O quasi…



Catello Nastro



PUBBLICATO SUL N. 40 DEL 5. XI. 2011

DI “UNICO” SETTIMANALE” DI PAESTUM

sabato 1 ottobre 2011

SALSICCE E FUOCHI PIROTECNICI

SALSICCE E FUOCHI PIROTECNICI

Quale connessione possa esserci tra i due soggetti indicati nel titolo non è tanto facile da spiegare. Ma la mia settuagenaria esperienza mi ha portato a fare subito una prima e netta distinzione: tra i botti causati dai bombardamenti e quelli causati dai fuochi pirotecnici alla festa del Santo Patrono del paese. Ad Agropoli, città del Cilento antico, dove vivo da alcuni decenni, i Santi sono parecchi. Ognuno ha la sua bella chiesa che accoglie i fedeli e dove si celebrano battesimi, prime comunioni, matrimoni e funerali. Un servizio per la cittadinanza dei credenti dalla nascita alla morte corporale. Sopra Agropoli, nel centro storico o città alta, ci sta la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, Patroni del paese, nella quale il 16 maggio di quarantuno  anni fa, cioè nel 1970, convolai a giuste nozze con mia moglie che sta già dormendo da due ore, mentre io soffro d’insonnia notturna. Sempre nel centro storico, prospiciente sul mare, la Chiesa della Madonna di Costantinopoli, Patrona e protettrice dei pescatori, non di frodo, naturalmente. Dirimpetto la chiesa di San Francesco, con l’antico convento, sulla strada che porta a Trentova. Poi ci sta la Chiesetta della stazione, quella del Sacro Cuore, che ricorda la bellissima figura di Padre Giacomo e di Don Alfonso, che ebbi l’onore di avere come collega insegnando a Capaccio. Al centro della città la Chiesa della Madonna delle Grazie e nelle due estreme periferie la Chiesa della Madonna del Carmine e quella di Sant’Antonio che mi sembra sia la più recente. Dopo questa ampia introduzione…ecclesiale, avendo omesso le chiese minori, aggiungiamo che tutte queste comunità di devoti, almeno una volta l’anno, fanno una festa. Suoni, cantanti, bancarelle e…fuochi artificiali. Non si bada a spese. Il contributo dei credenti va in…fumo. Ed una volta a Trentova anche in fiamme che per poco non si sfiorò la tragedia. I fuochi di nuova generazione, al fosforo, mi sembra, quando vengono sparati “abbascio a marina”, vicino al porto, cadono sulle acque del mare e poi esplodono. I pesci, ricordando lo sbarco alleato del 1943, si vanno a rifugiare sotto gli scogli, sotto le barche e qualcuno sotto la sabbia. Sono sani come un pesce, ma dopo i fuochi si ammalano, e dalla muta passano direttamente alla mutua. Verso l’una e mezza di notte, indigeni e villeggianti, ospiti del nostro paese, volgarmente definiti bagnanti, proprio perché vengono ad Agropoli per fare i bagni, dopo il finale fanno l’applauso ai fuochisti per la loro bravura. Inutile aggiungere che anche i fuochi pirotecnici, come i pelati, vengono spesso dalla Cina. Ma in tempo di globalizzazione, con la botta, diventano napoletani pure loro, come la pizza margherita. Per fare festa alla festa si spendono ogni anni migliaia e migliaia di euro solo per fare contenti gli amanti dei fuochi pirotecnici, i nottambuli, quelli che della festa del Santo Patrono gradiscono solo i fuochi pirotecnici, le bancarelle, il torrone o la cantante famosa sul palco della piazza o del porto che per aver cantato una dozzina di canzoni, spesso registrate, percepisce altre migliaia di euro. A questo punto la domanda al solito lettore attento ed oculato, sorge spontanea: “ La Spiritualità dove sta???” Non si sa. Sia ben chiaro che non si sa nemmeno dove ai fuochi artificiali preferivano il barbecue con la salsiccia o la bistecca, con un bel panino, il tutti annaffiato con un bel bicchiere di vino. Uno alla volta, senza contare la somma totale. Per digerire: la balera, con l’orchestrina del paese composta da una fisarmonica, una chitarra, una batteria e, magari, anche un cantante di quelli non famosi che vanno alle feste anche solo per devozione. E dove avveniva tutto questo? Nel comune di S.Francesco al Campo, dedicato al Santo Poverello d’Assisi. In provincia di Torino, nel Canavese, dove ho insegnato per circa quindici anni, proprio sotto la pista di decollo dell’aeroporto di Caselle, dove gli aerei passavano, in fase di decollo, a bassa quota e quindi potevano anche essere disturbati dai fuochi artificiali. Annoto, per il lettore pignolo, che questo avveniva anche per molti paesi del Piemonte sprovvisti di aeroporti e pista di decollo. Ho deciso di scrivere questo articolo proprio perché la settimana scorsa è esplosa una fabbrica di fuochi artificiali causando morti e feriti. Un lavoro senza dubbio pericoloso fatto da appassionati di fuochi artificiali che saranno senza dubbio degli artisti veri e propri nel loro mestiere. Ma mettono a repentaglio la loro vita solo per portare a casa uno stipendio dignitoso, guadagnato onestamente, ma rischiando sovente la vita per un lavoro – divertimento, per i fruitori finali. Quando leggo queste notizie mi rattristo. Sono di origini napoletane e Napoli è la città principe nel genere. Ma, in conclusione penso, che se anche nella città partenopea i botti ( famosi quelli di capodanno che spesso procurano morti e feriti) venissero sostituiti dalla salsicciata o, in alternativa, dalla pizza, e da un buon bicchiere di vino di Gragnano, i risultati sarebbero meno pericolosi, faciliterebbero la socializzazione, affratellerebbero i popoli, anche se qualche fanatico dei “botti di capodanno” si asterrebbe dal festeggiare. Fino a qualche anno fa plaudivo ai fuochi artificiali, poi sono passato ai fuochi del barbecue con la grigliata di carne, adesso, a settanta anni, sono passato alla preghiera, alla solidarietà ed alle opere di bene nei confronti del prossimo che ha più bisogno d’amore che di botti.

Catello Nastro


PUBBLICATO SULL N. 35 DEL 1 OTTOBRE 2011
DI “UNICO SETTIMANALE” DI PAESTUM



domenica 17 aprile 2011

CULTURA A SALERNO

Cultura a Salerno


PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI FULVIO IZZO



Sabato 16 aprile 2011, con inizio alle ore 17,30, nei saloni di “SPAZIO DONNA” in Piazza Ferrovia, a Salerno, è stato presentato il libro di Fulvio Izzo “Ottantavogliadiparlare”. La manifestazione è stata organizzata dall’Associazione artistico culturale “ALBATROS” di Salerno, dalla Libera Università Internazionale di Arte, Lettere, Musica e Storia, onlus, dalla Presidenza del Centro Sociale Polivalente di Agropoli, dallo Studio d’Arte e Cultura “CATELLO NASTRO” di Agropoli e da “SPAZIO DONNA” di Salerno. Hanno portato i saluti Valentina Marrandino,poetessa e pittrice, presidente di Albatros, Catello Nastro, poeta, scrittore e critico d’arte, vicepresidente del CSP della cittadina capoluogo del Cilento, Lorenzo Barone, giornalista e Presidente del Centro Sociale Polivalente di Agropoli , il professore Luigi Crescibene, cultore e scrittore, Antonio Infante, storico del Cilento e Presidente della Libera Università Internazionale, Fulvio Izzo, scrittore ed autore del libro che hanno relazionato ampiamente sulla interessante pubblicazione nata da un connubio tra lo scritto cartaceo e quello informale. Interessanti le relazioni del Crescibene e di Infante, che hanno fatto una approfondita analisi della originalità del volume di Fulvio Izzo di Pagani. La serata è stata allietata dalla voce del soprano Marisa De Silva e dal tenore Pinuccio De Feo, accompagnati dalla chitarra di Paolo Monizzi. Un rinfresco offerto dall’autore del libro ha completato una serata che ha visto la partecipazione di grosse personalità del mondo dell’arte e della cultura di Salerno ed anche parte della provincia.



Lorenzo Barone

mercoledì 23 marzo 2011

A Spazio Donna a Salerno

A “Spazio Donna” a Salerno
OTTANTAVOGLIADIPARLARE

Sabaro 16 aprile 2011, con inizio alle ore 18, nel salone di “Spazio Donna” in Piazza Ferrovia a Salerno, a cura dell’Associazione artistico – culturale “Albatros”, col patrocinio della Libera Università di Arte, Lettere, Musica e Storia, onlus, della Presidenza del “Centro Sociale Polivalente” Città di Agropoli e dello Studio d’Arte e Cultura di Catello Nastro, nel centro storico della cittadina capoluogo del Cilento, verrà presentato il libro di Fulvio Izzo, di Pagani, dal titolo “Ottantavogliadiparlare”, un lavoro interessante che mostra il connubio scrittura – internet. Testimonianze riportate da Facebook, senza dubbio il portale maggiormente frequentato in tutto il mondo, che l’autore ha saputo cogliere nella loro originalità senza nulla cambiare di quanto a lui comunicato attraverso il contatto informatico. Alla manifestazione interverranno Valentina Marrandino, poetessa e scrittrice, Fulvio Izzo, scrittore e autore del libro, Luigi Crescibene, scrittore e critico d’arte. Lorenzo Barone, giornalista e Presidente del CSP di Agropoli, Antonio Infante, scrittore e storico del Cilento, Catello Nastro, scrittore e critico d’arte. La manifestazione rientra nel programma di collaborazione tra gli operatori culturali del Cilento e della Provincia di Salerno, col chiaro intento di presentare una nuova classe culturale emergente che sta sempre più riscuotendo successo, grazie anche all’ausilio informatico che permette di scoprire nuovi talenti “a costo zero”. L’ingresso è libero. (R. Volpi)

Agropolicultura.blogspot.com

martedì 21 dicembre 2010

HO FATTO UN SOGNO

HO FATTO UN SOGNO

Pareva tutto così vero!
Un vecchio canuto camminava in mezzo alla gente e, nell’andare, invitava tutti a confessare al mondo, senza paura e senza ritrosie, i peccati di invidia, di falsità, di ruberie, di malvagità ed anche di tutte quelle negatività più grandi di cui si può macchiare l’animo umano.
E la gente lo stava ad ascoltare, così che, man mano, si alzava verso il cielo un coro di parole che si confondevano nell’aria, scontrandosi e sovrapponendosi in un clamore crescente e indistinto. Poi, un poco alla volta, questo fragore di suoni si ingrandiva e si trasformava in una specie di rombo, simile a quello dei tuoni di un temporale. Intanto, il cielo si rannuvolava e cominciava a venir giù una pioggia prima leggera, poi sempre più fitta, sotto la quale la gente scappava a cercare riparo.
Stranamente, però, ognuno non correva più poggiando i piedi a terra, ma tutti avevano preso a volare, senza accorgersene. Si guardavano l’un l’altro, stupefatti e increduli.
Tra quelli che erano in grado di andare più in alto si notavano coloro che erano noti al popolo come più incalliti peccatori.
A sovrastare il rumore si udì una voce potente, di cui non si distingueva la provenienza: “Ma non lo avete capito? Adesso siete tanto leggeri perché non portate più addosso il peso dei peccati. Coloro che volano più in alto erano quelli che erano abituati a trascinare su di sè un carico più oneroso e per loro il beneficio è maggiore, ma la festa è per tutti. I giusti, poi, avrebbero potuto già volare, ma non lo avevano ancora capito. Questo dono vi è stato fatto oggi, sapete bene perché. Oggi è necessario che i cuori di tutti gli uomini di buona volontà volino in alto per scorgere chi laggiù ha bisogno di aiuto e si aprano a soccorrere quelli che sono in difficoltà. Solo così potrà esserci per tutti davvero un buon Natale”.

Mario De Pascale