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domenica 6 novembre 2011

Dal settimanale UNICO di Paestum

NOBILI E NUBILI


Esistono pure nel Cilento



Essere nobile significa avere dei titoli nobiliari, essere nubili, sovente, significa avere dei titoli in banca oppure alla posta. Ai nobili, spesso, manca il lavoro che contrasterebbe col titolo ereditato con tanto di guiderdone. Alle nubili, spesso, manca un consorte per vari motivi: 1) perché odiano gli uomini e quindi il matrimonio e quindi la vita a due. O anche perché non sono tanto attraenti e quindi non richieste sul mercato matrimoniale. Ma a questo si può facilmente ovviare. Oggi esistono degli istituti di bellezza che dopo un paio di mesi di trattamento al corpo (ed al conto in banca) ti guardi allo specchio e non ti riconosci più. Persino la carta di identità bisogna cambiare altrimenti alla frontiera, quando vai in crociera, non ti fanno passare. Prima del trattamento sulla nave da crociera dei vip non ti facevano nemmeno salire che potevi disturbare anche i pesci…del mare. Silicone botulino, rossetto, ombretto, ceretta e chi più ne ha più ne metta, quando ti guardavi allo specchio quasi quasi esclamavi:”aspettate che chiamo la governante””. Tacchi a spillo, seni prorompenti in evidenza, capelli indorati, labbra o occhi rifatti, con una sola crociera potevi consumare tutto quello che non avevi fatto in quarantasei anni di miserabile esistenza terrena da donna zitella e per di più racchia.. Ma per il nobile è diverso. Quando va in crociera e si presenta: onorato, conte Antonio Rugazzo, nobiluomo di Spinazzo, nessuno se ne frega, Maggiore interesse ( interessato) se lascia una mancia da cento euro al cameriere. All’ora di cena si trova attorniato da una mezza dozzina di operatrici notturne inghirlandate come un albero di Natale alla vigilia della festa prima che arrivano i nipotini per il cenone di mezzanotte. E quando mette mano alla cinghia, come in mezzogiorno di fuoco, le astanti, pensando che sta prendendo il portafogli gonfio come un occhio che ha appena ricevuto un pugno a cento all’ora, gli si buttano addosso. Ma non appena si accorgono che ha cacciato fuori solo un miserabile quadrato di cotone, volgarmente chiamato fazzoletto, si afflosciano deluse ( non piangono per non far squagliare l’ombretto) si allontanano verso un altro tavolo dove siede un grosso allevatore di vacche della pianura padana che come le vede si sente come stesse a casa sua. Essere nobili è comunque un privilegio. Conti, baroni e marchesi rappresentano un poco il passato, come pure certe nubili che sembrano stare in piedi grazie al collant ed ai collanti. Sia ben chiaro che i nobili e le nubili non mi sono per niente antipatici e forse…nemmeno simpatici. Indifferenti insomma. Specialmente da quando, per fare più in fretta, gli americani, mi sembra, hanno inventato un nuovo termine che può indicare sia i nobili che le nubili: i single. Quando due single formano una coppia, questa può essere di tre tipi: tipi A, la classica, fatta da un uomo ed una donna, tipo b, fatta da due donne, tipo c fatta da due uomini. Molti anni fa, a Torino, fui invitato ad una festa di unione di facenti parte della casistica sopra citata del tipo C. Ma d’altro canto Iddio ha predicato l’amore. Questo sarà un amore “diverso” ma sempre amore è! I tempi sono cambiati: Ma anche i single pagano le tasse. Come le pagano tutti. O quasi…



Catello Nastro



PUBBLICATO SUL N. 40 DEL 5. XI. 2011

DI “UNICO” SETTIMANALE” DI PAESTUM

sabato 18 giugno 2011

PREMI LETTERARI

Vae victis!!!



Al “Premio Ripa” di S. Maria di Castellabate nemmeno citati i partecipanti non vincitori



Sempre, come ultima ruota del carro, partecipo a concorsi letterari, non per vincere un premio, ma per partecipare, dare il mio modesto contributo. “L’importante è partecipare, non vincere!”. Diceva De Gubertin a proposito di competizioni sportive in particolare modo.

E questa volta, credetemi, ho partecipato solo per onorare la memoria di un grande amico scomparso, Peppino Ripa, che spesso,la domenica, assieme all’amico Antonio Infante, andavo a trovare per trascorrere qualche ora chiacchierando di arte e di cultura. Di solito, nei concorsi letterari, al miserabile “scartato”, poeta da strapazzo o scrittore da marciapiedi, gli si da un attestato di partecipazione e lo si cita nell’elenco dei partecipanti. Costo dell’attestato, più o meno, c.50, costo di inchiostro per scrivere il nome del titolare del titolo senza valore c.0,00, costo della citazione sui comunicati stampa costo c.0,00. Già tre anni fa, in un concorso letterario dell’hinterland cilentano, la presentatrice disse perentoriamente: “ L’organizzazione del Premio si scusa con i partecipanti non vincitori qui convenuti che non potranno ricevere l’attestato, perché l’organizzazione si è dimenticata di farli stampare. Comunque verranno inviati prossimamente a tutti i non vincitori!!!”. Come pensionato dello stato partecipo solo ad alcuni concorsi gratis, a quelli a pagamento, con contributo “per spese organizzative” ( forse per organizzare la vacanza degli organizzatori) non partecipo mai specialmente quando affermano che la quota di partecipazione è più alta più alto è il posto conquistato in classifica. Due anni fa mi arrivò un invito la cui partecipazione era gratuita, ma il vincitore del primo premio doveva dare un contributo (sic!) di €500,00, il secondo di €.300,00, dal terzo al decimo €. 100,00. Per i non vincitori partecipazione gratis. Ma che stiamo in un supermercato della cultura!!! A 70 anni, non guidando più di sera, mi dovrei fare accompagnare da qualcuno che non sempre è disponibile. Ma delego amici del posto a ritirare l’eventuale premio, oppure l’attestato di partecipazione anche formato cm.21 X 29,7, anche monocolore, anche stampato e scritto col computer, ma la mia collezione di non vincitore deve continuare. Anche perché trofei e coppe occupano molto spazio e quindi preferisco il pezzo di carta ( da non confondere con laurea, diplomi di specializzazione ed altri titoli accademici che pur non occupano spazio). Anche perché, girando pagina, si può malignare sui premi internazionali. “ Primo premio alla poetessa russa Wagina Seminova, secondo premio alla poetessa francese, di Parigi, a quattro passi dalla Torre Eiffel, madame Annetta Tomazz, terzo premio al Ghanese Alì Ben Fornit, quarto premio al tedesco Helmut Von Cazzen, quinto premio a Joseph Le Soulier della Svizzera ( che poi si scopre, che trattasi, nella fattispecie di “Pepp ‘O scarpar”, che è famoso non perché scrive poesie ma è l’ultimo ciabattino del paese rimasto. Mentre i suoi amici e colleghi, anzi ex colleghi, vendono scarpe cinesi e qualcun altro fa le scarpe, non per piedi, ma per imbrogli. Insomma, cari lettori, le disavventure del settuagenario continuano. A questo punto il lettore attento ed oculato potrebbe dire: “ Ma datti all’ippica!!!” Si, come Don Chisciotte a cavallo di un ronzino o addirittura Sancho Panza a cavallo di un asino. Così andando a ritirare l’attestato di partecipazione col quadrupede ciuccio, il Presidente potrebbe anche chiedere: “ Chi dei due è il partecipante che ha scritto la poesia???



Catello Nastro



PUBBLICATO SU” UNICO SETTIMANALE” DI PAESTUM DEL 18 GIUGNO 2011

mercoledì 14 luglio 2010

Al premio letterario Poseidonia Paestum

Al Premio Poseidonia Paestum
MENZIONE DI MERITO A CATELLO NASTRO

Alla XVI° edizione del “Premio Letterario Poseidonia Paestum 2010” , tenuta nella piazzetta antistante la Basilica Paleocristiana della città di Nettuno, è stato assegnato al noto poeta dialettale Catello Nastro di Agropoli, napoletano di origine ma cilentano di adozione, un premio consistente in una artistica pergamena ed una targa in ceramica con menzione di merito, per una silloge di poesie cilentane edite tratte dal libro omonimo, che i lettori del blog agropolicultura.blogspot.com potranno comodamente consultare nel sito sopra citato. Interessante e degna di rilievo la prefazione al libro nel quale, Catello Nastro spiega la differenza tra il dialetto napoletano e quello cilentano. Mentre il primo risulta più omogeneo per la facilità delle comunicazioni tra paese e paese, il dialetto del Cilento differisce anche tra paesi distanti una diecina di chilometri proprio per la difficoltà delle comunicazioni, dovuta ad un territorio impervio e spesso infestato dai briganti. Noi ci congratuliamo col nostro amico, formuliamo i più fervidi auguri di successo nel campo letterario nazionale, non solo come poeta, ma anche come scrittore.

agropolicultura.blogspot.com