Lettera aperta a Carmine Manzi
A PROPOSITO DEL DRAMMA DELLA SOLITUDINE
L’IMPORTANZA DEI CENTRI SOCIALI
Ho letto con enorme interesse il tuo articolo sulla terza età e sull’evoluzione – o involuzione che dir si voglia – del ruolo che l’anziano assumeva nella vecchia civiltà contadina del Salernitano, e del ruolo cui è costretto oggigiorno nei paesi “evoluti” del territorio. Per citare Agropoli, che da centro marinaro e contadino in meno di mezzo secolo è passata a città con spiccata vocazione turistica ed ha visto, in questo ultimo decennio la pacifica invasione di “badanti” Russe, Ucraine, Moldave, Polacche, Rumene e di altre parti del mondo extracomunitario. Una comunità pacifica ed altamente utile che si è inserita benissimo nel contesto sociale e lavorativo della cittadina. Spesso si fanno anche dei matrimoni ed anche questo, a mio avviso, è un fatto positivo.
La sfera di assistenza di queste donne, per la maggior parte dei casi, investe gli anziani non più autosufficienti, che, fortunatamente, sono una piccola percentuale. Per gli altri “over sessantacinque” invece, si è prospettato, già dal 1987, la possibilità di un centro sociale polivalente per anziani. Il progetto presentato al comune di Agropoli, dallo scrivente, è stato realizzato solo cinque anni dopo, nel 1992. Da un paio d’anni, invece, il Centro Sociale di Agropoli è balzato non solo alla cronaca, positiva, naturalmente, ma ha anche avuto il merito di avere tra gli iscritti circa mille anziani del territorio. Grande merito, nella lotta alla solitudine della terza età, spetta anche all’AUSER, mirabilmente presieduto dalla Preside professoressa Elvira Lo Bascio Milano, che raccoglie parecchi anziani con una intensa attività socio-culturale. Anche l’Associazione “VITA NUOVA”, presieduta dal signor Gerardo Tafuri, che si occupa prevalentemente del ballo liscio e di gruppi di ballo folcloristici, è di grande validità sociale. Il “Centro Sociale Polivalente città di Agropoli” che ha come Presidente il cavaliere Aniello Rizzo, si occupa di manifestazioni culturali, cinema, teatro, musica, corsi scolastici di lingue straniere, convegni, dibattiti, conferenze, gite, attività del tempo libero. Non ultimo, agli inizi del mese di febbraio, ha patrocinato il primo incontro dei venerdì letterari con la presentazione e cena sociale presso il Ristorante Carola di Agropoli, del mio libro “Cilento: i nonni a tavola”, edito dal Centro di Promozione culturale per il Cilento. In questi centri gli anziani non sono mai soli. Vivono in compagnia, fanno la partitina a carte, partecipano a gite, anche fuori regione, organizzata gratuitamente per quelli a reddito basso, da “Piani sociali di zona Ambito Salerno 7” con comune capofila Castellabate. Inutile dire che questi centri sono affollatissimi e la partecipazione alla vita sociale è assidua e costante. In tale maniera, a mio avviso, pur tolto dal nucleo familiare, l’anziano rivive una seconda giovinezza, proprio perché si sente ancora attivo, autosufficiente, vivo, inserito in un contesto sociale nel quale non è di peso. Anche Salerno ha un centro sociale importante ed attivo allo stesso tempo. Due parole anche per la casa di riposo di Copersito Cilento, mirabilmente gestita da Padre Sinfoniano. E’ una struttura all’avanguardia per l’assistenza agli anziani ed è, senza dubbio, una delle più valide ed efficienti dell’Italia Meridionale. Caro Carmine, purtroppo la solitudine è un male che affligge non solo gli anziani, ma anche molti giovani che non sanno – o non riescono – a spendere bene il loro tempo libero. La solitudine è, secondo me, una delle malattie più brutte. Si può essere soli anche vivendo in casa quando non si è sopportati o si viene considerati di peso. A tal punto unico palliativo può essere anche la badante extracomunitaria. Condivido tutto quanto il resto dell’articolo che richiama il problema dell’assistenza alla terza età. Oggi gli antichi valori cilentani sono tramontati. In una città grande come Salerno, forse, sono quasi del tutto scomparsi. Concludo dicendo che sull’esempio di Agropoli stanno sorgendo, in molte parti del territorio cilentano, molti altri centro sociali che, se non risolvono il problema della terza età, lo attenuano comunque. Cordialmente.
(da NUOVO SUD – 2007)
Catello Nastro
A PROPOSITO DEL DRAMMA DELLA SOLITUDINE
L’IMPORTANZA DEI CENTRI SOCIALI
Ho letto con enorme interesse il tuo articolo sulla terza età e sull’evoluzione – o involuzione che dir si voglia – del ruolo che l’anziano assumeva nella vecchia civiltà contadina del Salernitano, e del ruolo cui è costretto oggigiorno nei paesi “evoluti” del territorio. Per citare Agropoli, che da centro marinaro e contadino in meno di mezzo secolo è passata a città con spiccata vocazione turistica ed ha visto, in questo ultimo decennio la pacifica invasione di “badanti” Russe, Ucraine, Moldave, Polacche, Rumene e di altre parti del mondo extracomunitario. Una comunità pacifica ed altamente utile che si è inserita benissimo nel contesto sociale e lavorativo della cittadina. Spesso si fanno anche dei matrimoni ed anche questo, a mio avviso, è un fatto positivo.
La sfera di assistenza di queste donne, per la maggior parte dei casi, investe gli anziani non più autosufficienti, che, fortunatamente, sono una piccola percentuale. Per gli altri “over sessantacinque” invece, si è prospettato, già dal 1987, la possibilità di un centro sociale polivalente per anziani. Il progetto presentato al comune di Agropoli, dallo scrivente, è stato realizzato solo cinque anni dopo, nel 1992. Da un paio d’anni, invece, il Centro Sociale di Agropoli è balzato non solo alla cronaca, positiva, naturalmente, ma ha anche avuto il merito di avere tra gli iscritti circa mille anziani del territorio. Grande merito, nella lotta alla solitudine della terza età, spetta anche all’AUSER, mirabilmente presieduto dalla Preside professoressa Elvira Lo Bascio Milano, che raccoglie parecchi anziani con una intensa attività socio-culturale. Anche l’Associazione “VITA NUOVA”, presieduta dal signor Gerardo Tafuri, che si occupa prevalentemente del ballo liscio e di gruppi di ballo folcloristici, è di grande validità sociale. Il “Centro Sociale Polivalente città di Agropoli” che ha come Presidente il cavaliere Aniello Rizzo, si occupa di manifestazioni culturali, cinema, teatro, musica, corsi scolastici di lingue straniere, convegni, dibattiti, conferenze, gite, attività del tempo libero. Non ultimo, agli inizi del mese di febbraio, ha patrocinato il primo incontro dei venerdì letterari con la presentazione e cena sociale presso il Ristorante Carola di Agropoli, del mio libro “Cilento: i nonni a tavola”, edito dal Centro di Promozione culturale per il Cilento. In questi centri gli anziani non sono mai soli. Vivono in compagnia, fanno la partitina a carte, partecipano a gite, anche fuori regione, organizzata gratuitamente per quelli a reddito basso, da “Piani sociali di zona Ambito Salerno 7” con comune capofila Castellabate. Inutile dire che questi centri sono affollatissimi e la partecipazione alla vita sociale è assidua e costante. In tale maniera, a mio avviso, pur tolto dal nucleo familiare, l’anziano rivive una seconda giovinezza, proprio perché si sente ancora attivo, autosufficiente, vivo, inserito in un contesto sociale nel quale non è di peso. Anche Salerno ha un centro sociale importante ed attivo allo stesso tempo. Due parole anche per la casa di riposo di Copersito Cilento, mirabilmente gestita da Padre Sinfoniano. E’ una struttura all’avanguardia per l’assistenza agli anziani ed è, senza dubbio, una delle più valide ed efficienti dell’Italia Meridionale. Caro Carmine, purtroppo la solitudine è un male che affligge non solo gli anziani, ma anche molti giovani che non sanno – o non riescono – a spendere bene il loro tempo libero. La solitudine è, secondo me, una delle malattie più brutte. Si può essere soli anche vivendo in casa quando non si è sopportati o si viene considerati di peso. A tal punto unico palliativo può essere anche la badante extracomunitaria. Condivido tutto quanto il resto dell’articolo che richiama il problema dell’assistenza alla terza età. Oggi gli antichi valori cilentani sono tramontati. In una città grande come Salerno, forse, sono quasi del tutto scomparsi. Concludo dicendo che sull’esempio di Agropoli stanno sorgendo, in molte parti del territorio cilentano, molti altri centro sociali che, se non risolvono il problema della terza età, lo attenuano comunque. Cordialmente.
(da NUOVO SUD – 2007)
Catello Nastro
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