LA FABBRICA DEL TURISMO
Le aziende che vivono di turismo, sono molteplici,
scaglionate nei più svariati settori dell’accoglienza vacanziera. Nel nostro
studio ci limiteremo al Cilento, in provincia di Salerno, che annovera ben tre
cittadine a dir poco straordinarie nell’accoglienza turistica estiva. Parliamo
di AGROPOLI, PAESTUM e CASTELLABATE. Naturalmente accanto a questa triade di
cittadine ricche di storia e di bellezze naturali, se ne aggiungono altre in
continua evoluzione per offrire al turista, stabile per tutta la stagione
estiva, una occasione di vacanze diverse ricche di eventi artistici e culturali
tali da soddisfare tutta l’utenza, in maniera tale che il medesimo si prenota
anche per l’anno prossimo. A questo punto bisogna parlare di industria
turistica sul vero e proprio senso della parola. Tale industria non soddisfa
solamente il turista occasionale, ma ha la capacità di inserirlo nel contesto
socio-culturale, turistico - alberghiero, storico – culturale, eno –
gastronomico, nella vita quotidiana, quindi della cittadina che l’ospita. Il 21
ottobre del lontano 1951, ancora ragazzino, anche io giunsi nel Cilento, ad
Agropoli, sul lungomare S.Marco, con la mia famiglia di lavoratori che si
inserirono subito nel contesto sociale fondando il primo caseificio di
Agropoli. Allora, ricordo, la mozzarella veniva lavorata a mano, con latte di
mucca e di bufala che brucavano le verdi erbette della Piana del Sele. Oggi,
con le nuove tecnologie anche la mozzarella è cambiata. I macchinari hanno
sostituito l’uomo nel ciclo di lavorazione della cagliata in mozzarella. Come
ex casaro (mio primo mestiere) mi sia consentito citare le varie sagre della
mozzarella a cui si aggiunse quella del formaggio pecorino stagionato o fresco,
detto anche “toma” che rappresentano il fiore all’occhiello della produzione
casearia di Paestum e di tutto il Cilento. Ci sono della variazioni nella
lavorazione, ma questo arricchisce la qualità del prodotto quasi sempre fresco
di giornata ed inoltre curato con maggiore attenzione quando è destinato alla
sagra del paese. La Sagra nel Cilento
rappresenta un momento di coesione eterogenea sia per la gastronomia
(mozzarella e ricotta di bufala, caciocavallo di mucca, formaggio fresco, detto
anche toma, oppure stagionato, di pecora o di capra). Sia ben chiaro che oltre
ai formaggi, punti salienti di riferimento possono essere la sagra di
Cannalonga con “la crapa vudduta” e di altri paesi come Stio e tanti altri
paesi che offrono prodotti cilentani doc sd un prezzo accessibile a tutti anche
in questo periodo di recessione economica. Dal punto di vista sociale
rappresentano un momento di aggregazione tra comunità e razze eterogenee nel
quale è probabile trovare l’anima gemella tra un canto antico ed una tarantella
che comprende ritmi occidentali ed orientali. Ma il Cilento, giunti a questo
punto, qualcuno si chiederà: ma dove sta… Nella partecipazione, nelle
condivisione, nell’allegria di momenti di gioia, magari con canti, musica e
balli che partono dal tramonto ed arrivano fino al mattino. Benvenuti al Sud.
Si! Benvenuti in tutto il Cilento, ricco di storia, di amore, di solidarietà,
ma anche di gastronomia. Per non parlare dei vini…
Catello Nastro
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