IL FICO
La gente del borgo
era orgogliosa e raggiante
perché poco lontano viveva un fico
che sembrava un gigante.
Ho chiesto alla gente
che viveva nella borgata
e tutti dicevano che il fico
c’era sempre stato.
Tutti lo amavano
come un monumento nazionale
anche perché a loro
non faceva alcun male.
Quando la calura era soffocante
sotto il suo fogliame
trovavano frescura
il paesano e il viandante.
Quando ero ragazzo
ricordo con tristezza
perché di quel ficone
avevo fatto la mia fortezza.
Tutta la gente
che passava da quel posto,
era consuetudine
fare una piccola sosta.
Dopo essersi rinfrescati
un pochettino
ognuno di loro riprendeva
il suo cammino.
Su quel fico gli uccelli
venivano a mangiare
e quando arrivava la sera
venivano a riposare.
A tutti quell’albero
era importante,
agli uomini, agli uccelli,
al viandante.
La natura con l’uomo
è stata molto benevole
E larga di mano, ma purtroppo
quasi mai ce ne accorgiamo.
Ancora una volta l’uomo
fa il suo corso
E per quel fico oramai
non c’era più posto.
Quando si dice d’essere
nato sfortunato…
Il povero fico doveva cedere
il posto all’autostrada.
La gente del borgo
era furiosa e indignata,
nessuno voleva
quell’inutile autostrada.
Eran tutti decisi
anche alla violenza,
che di quel fico nessuno
voleva restar senza.
Su sa che l’uomo,
per il suo tornaconto,
non ci pensa
né poco né tanto.
Una brutta mattina,
senza preavviso,
quell’albero gigante
era stato già reciso.
Per l’aria si diffondeva
un odore di segatura,
ma si sa che con l’uomo
si cozza contro un muro.
Gente,
ma fermatevi un momento,
il tempo Iddio ce l’ha dato
in cambio di niente.
Certo ne abbiamo combinate
alcune senza fondo
che questo pianeta
non mi sembra ormai più tondo.
Siamo eredi
di un mondo senza freni
e tutti quanti
siamo responsabili più o meno.
Quello che il Signore
non ci perdona mai,
è che abbiamo ridotto
il mondo come un letamaio.
Se ci fermassimo solo per un momento
ad ammirare la natura ed il creato,
ci accorgeremmo
di quanto abbiamo sbagliato.
Ora per quella autostrada
le macchine volano come il vento,
ma di quel fico
nessuno sa più niente.
Se mai un giorno
rinascerò su questa terra,
in qualche loco, amici miei,
ci penserei un poco.
Gino Vivoli
4 gennaio 2003
*****
L’uomo, ovverosia l’egoismo e l’indifferenza.
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