Agropoli
IL PITTORE FABIO GIOCONDO
ESPONE AL CASTELLO ARAGONESE
Il pittore Fabio Giocondo, di Agropoli, ha esposto al Castello Aragonese, unitamente alla pittrice Fernanda Quaglia di Albanella, in una mostra interessante come contenuti, forma e tecnica usata. La trasfigurazione delle immagini e dei soggetti delle sue tele non è casuale. Partendo da un figurativo classico, pur non sfociando mai in un vero e proprio informale, ma rasentando sovente una chiara impronta surrealistica, trasforma il sacro ed il profano dando ai protagonisti una chiara impronta metafisica che colpisce il fruitore dell’opera lasciandolo per un attimo disorientato. Ma a leggere la personale – seppur minima e sintetica – si ha la chiara dimostrazione delle potenzialità espressive del giovane pittore locale che si evidenziano nella maggior parte delle opere. Infatti il contrasto nell’opera di deformazione e suddivisionismo dell’immagine rappresentata, può sembrare al lettore sommario ed approssimato, un pugno nell’occhio, proprio per l’aggressività del contenuto. Nella sintetica presentazione in catalogo, il critico d’arte Conte Daniele Radini Tedeschi, a proposito di una crocifissione, che ricorda quasi l’urlo di Munch, parla di “tensione e sanguinosa brutalità”. Senza dubbio alcune opere sono pregne di drammaticità senza ritorno. Ma la modernità – se di modernità possiamo parlare in questo specifico contesto – ha radici seicentesche, ricavandone un insieme di antico e moderno allo stesso tempo, che rappresentano il biglietto da visita della produzione di questo artista in continua evoluzione che sposa, in un appropriato connubio, antico e moderno dando ad ogni opera personalità propria, autonoma, degna di nota. La scala cromatica, infine, sintetizza il mondo artistico di Fabio Giocondo, un pittore del quale sentiremo ancora parlare.
Catello Nastro
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