Il primo libro del 2011 di Catello Nastro
“VERSI AVVERSI” – SENZA RIMA NE POESIA -
Nel mese di gennaio 2011 è uscito il primo libro di poesie di Catello Nastro, il quarantunesimo pubblicato in oltre quaranta anni di attività letteraria, l’undicesimo volume della collana “Il Cilento nuovo” diretta di Mario De Pascale, Antonio Infante e lo stesso Catello Nastro. Più che di un libro si tratta di un quaderno di cinquanta pagine, con quaranta componimenti, che l’autore chiama …senza rima né poesia, proprio perché in questa raccolta di versi scritti durante l’anno precedente, 2010, più che alla forma egli bada al contenuto. Per la maggior parte si tratta di riferimenti sociali, umani, solidali, ecologici, ma tutti visti, vagliati ed esposti, mantenendo una propria libertà di espressione, ma anche di contenuti. Interessante è riportare la sua presentazione del libro pubblicata in quarta di copertina, quasi l’autore volesse proporre più una conclusione che una presentazione tradizionale. Ma leggiamo quanto scrive Catello Nastro, presentandosi…da solo: “Scrivere poesie oggi, è mantenere la propria libertà. Certo che anche il poeta, quello mercenario, naturalmente, può essere asservito a questa o quella parte politica o, peggio ancora, politicizzata. Ma siccome del poeta nessuno se ne frega, i casi sono sporadici. VERSI AVVERSI…Perché? Contro chi? Per quale motivo? Per cogliere quali risultati? Niente di tutto questo. Solo per dimostrare la libertà di chi scrive versi per comunicare pensieri, idee, emozioni, stati d’animo, progetti virtuali talvolta realizzabili, talvolta irrealizzabili. Ma sempre frutto del pensiero del poeta che vuole esternare agli altri le proprie idee in versi. Quando questi versi non sono in rima può anche significare che il poeta vuole liberarsi anche degli schemi tradizionali per comunicare. Quello che ne viene fuori certamente non tocca al poeta giudicare, ma al lettore. Mi spiego meglio. Nel momento in cui il poeta costruisce il suo progetto poetico, naturalmente, ha intenzione anche di liberarsi della metrica e dell’alternanza dei versi tradizionali e, oserei dire, quasi classica. In altre parole: libertà totale. Sia ben chiaro che i confini della poesia sono imperscrutabili,cioè non si sa quale è il limite dell’orizzonte e dove incomincia o finisce l’universo poetico. Un risultato del tutto insignificante e banale? Forse! Fatti della propria vita, del proprio percorso umano di essere singolo ed unico, possono anche identificarsi col percorso collettivo di tutta l’umanità. Di qualsiasi popolo, di qualsiasi razza, di qualsiasi religione. Certamente i componimenti poetici ( o quanto meno presunti tali) contenuti in “VERSI AVVERSI” sono di epoca varia, di fattura varia, provenienti da stati d’animo vari, composti in momenti vari, assemblati in altrettanti momenti vari, raffiguranti stati d’animo vari con una progettualità varia. Certo, per cogliere un risultato positivo o quanto meno soddisfacente, si dovrebbe ripercorrere un itinerario poetico di quasi una vita. Ma il compito potrebbe risultare arduo. Molte raccolte sono state pubblicate su supporto cartaceo, molte su siti internet, molte su blog vari, molte su giornali e riviste, molte sono andate perdute irrimediabilmente. Per il disordine dell’autore, molte sono state cancellate perché ritenute – ad una prima ed approssimativa lettura – non idonee alla diffusione. Un quadro poliedrico, come poliedrico è l’autore, oramai settantenne, che scrive poesie da oltre mezzo secolo e che ama sovente riportare in caratteri cubitali il motto:” Meglio un poeta senza lettori, che un popolo senza poeti!”. Noi che conosciamo bene Catello Nastro per il suo impegno umano, sociale e culturale, condividiamo, sebbene con qualche riserva, sia di carattere contenutistico che formale, ciò che egli vuole proporre attraverso i suoi componimenti. Gli argomenti che egli tratta, come dicevo più innanzi, vengono esposti in piena libertà formale e questo talvolta danneggia la lettura. Ma egli procede come un fiume in piena, fregandosene di ogni argine, usando spesso una terminologia abbastanza spinta da rasentare talvolta la volgarità espressiva. Ma d’altro canto qualche rara espressione un po’ pesante rende il concetto più incisivo. Con le espressioni che ci propinano quotidianamente i mass media, certamente nessuno lo censurerà. Anche perché il libro è consigliato a lettori adulti. Gente matura che baderà certamente al messaggio inviato dall’autore e non alla veste editoriale economica, essenziale ed addirittura scarna. Una raccolta di versi che farà riflettere il lettore attento e lo giustificherà per aver badato alla libertà del contenuto piuttosto che all’eleganza della veste editoriale. Un quaderno di poesie che si farà leggere tutto di un fiato lasciando molto spazio alla riflessione ed alla critica.
Renato Volpi
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