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L’OSPEDALE DI AGROPOLI
A dire la verità, non mi sento di affermare che l’ospedale di
Agropoli sia stata la solita cattedrale nel deserto. Anche perché, personalmente
sono stato più volte fruitore di questa struttura in qualità di malato o
paziente come suol dirsi. E’ stato deciso in alto loco di chiudere la
struttura, certamente con grave danno della società ed in particolare modo
degli anziani, dei quali mi onoro e ringrazio Iddio di far parte. Ma ad ogni
male ci sta un rimedio e… ad ogni ospedale ci sta una alternativa. Premessa
importante è che l’ospedale serve alla società civile e degli utenti in genere.
Discutere sull’importanza dell’ospedale
ad Agropoli coinvolge varie tematiche o settori che semplicemente
sintetizzeremo:
1 – assistenza ospedaliera.
2 – Pronto soccorso.
3 _ Visite ambulatoriali.
4 - degenza temporanea
5 – laboratorio di analisi
6 – Chirurgia d’urgenza
7 – Chirurgia programmata
8 – Unità specializzate
9 – Apparato burocratico
10 . Deviazione in altre strutture di pazienti con patologie
specifiche.
Seconda tematica è la salvaguardia del posto di lavoro che
con la medicina e assistenza ospedaliera c’entra come i cavoli a merenda. In
parole povere non si può mantenere in piedi una struttura di pubblica utilità
con costi sproporzionati quando si potrebbero studiare e varare emendamenti o
variazioni radicali, come la struttura stessa, trovando naturalmente delle
strade alternative. Mi spiego meglio.
La Valle d’Aosta, regione all’avanguardia ha pochi ospedali,
mentre il Piemonte ne ha molti. Sembra un paradosso. Ma seguite questo iter
solo formalmente tortuoso. Uno sciatore o un tizio qualsiasi ha un incidente.
Si chiama il 118 e dopo pochi minuti arriva l’eliambulanza che cala la barella
e dopo pochi minuti arriva al “CTO”( Centro traumatologico ortopedico) di
Torino), all’eliporto sistemato sul tetto dell’ospedale. Dopo meno di mezz’ora
il malato si trova in sala operatoria
con l’equipe medico chirurgica già allertata per l’evento, con conseguenze
positive sia per il paziente che per l’equipe medico chirurgica abituata a tale
tipo di urgenza. Se tale pratica si usasse anche nel Cilento. Con destinazione
Vallo della Lucania o Salerno, o anche Battipaglia, molte vite potrebbero
essere salvate. Inoltre col dissesto stradale del Cilento anche un’ambulanza troverebbe
difficoltà ad arrivare in tempo Questo
intervento di ordine logistico dovrebbe, a mio avviso, essere discusso, avulso,
però, dalla salvaguardia di posto di lavoro ( o di non lavoro che certamente
merita una casistica a parte). Salvaguardare il posto di lavoro o, meglio, di
non lavoro è un grave danno non solo per la moralità pubblica, ma anche per la crisi fra vari enti
pubblici. Una struttura parassitaria o comunque inattiva è dannosa per
l’economia di enti pubblici e privati, per la casse dello stato, per la
moralità di un popolo. In conclusione sostituire strutture megagalattiche, con
esborso notevole di danaro pubblico, con sistemi alternativi di assistenza
sanitaria, è una cosa fattibile. Naturalmente non su due piedi, ma dopo un consulto
medico politico, ma senza tener conto dello stipendio di non lavoro che,
comunque, grava su tutta la comunità lavorativa. L’ospedale di Agropoli è un
struttura utile, ma…costosa. Proprio per questo il problema va affrontato su
due diversi piani. Quello dell’assistenza medico chirurgica e quella dell’occupazione.
Unità di Pronto soccorso, elitrasporto, prima assistenza, scelta della
destinazione. Immaginate una unità di pronto soccorso con tre turni di otto ore
di infermieri, tre turni d di otto ore di medici, tre turni di otto ore di piloti di eliambulanza. Il malato arriva al
Pronto Soccorso con l’ambulanza dei volontari del 118. Viene visitato, portato
nella eliambulanza in lettiga e dopo meno di mezz’ora si trova in ospedale.
Vallo della Lucania, Salerno, Roccadaspide o altrove. Tenga conto il lettore
che per il prelievo dai paesi piccoli del Cilento, il campo sportivo potrebbe
fungere da ottimale collegamento. L’eliambulanza, a mio avviso, (parlo come
malato e non come tecnico è una situazione da non sottovalutare.. Una pista di
decollo e atterraggio, tre medici di turno, tre infermieri di turno, tre piloti
di turno al giorno, per 8 ore lavorative, risolverebbero, a mio avviso, una
delle piaghe infette della nostra società clientelare, approssimativa e
nullafacente. La salute viene al primo posto. Oggi si parla di incidenti
stradali, incidenti in mare, incidenti in fabbrica, incidenti sul cantiere di
lavoro. Tre medici, tre piloti di elicotteri, tre infermieri, con turni rigidi
e puntuali, potrebbero risolvere un problema annoso: anche a danno
dell’occupazione. Evoluzione significa prendere esempi da altri, studiarli ed
eventualmente applicarli. Chi scrive non è iscritto a nessun partito politico e
non serve nessuno. Solo la propria coscienza che lo spinge ad intervenire non
con la sua intelligenza, ma con la sua esperienza di settuagenario, nato nel 1941, quando
l’assistenza medica era impossibile anche al fronte. E per l’occupazione dei dissoccupati??? Non è
un problEma sanitario, ma solo politico amministrativo.
Catello Nastro
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