REALTA’ E FANTASIA
Pensate un poco come potrebbe essere bello staccare la realtà dalla fantasia. Naturalmente salvando la fantasia perché non è soggetta ad IVA o ad altro tipo di tassazione. Secondo voi è più ricco un miliardario taccagno o un barbone che vive in un quartiere dove trova un pranzo quotidiano gratis, un albergo sotto le stelle durante l’estate o un centro sociale durante l’inverno, la stima ed il rispetto di essere umano da parte di tutti coloro che lo conoscono e, magari, ogni tanto gli lasciano un caffè pagato al bar sotto casa? Sicuramente esistono due categorie di mondi: il mondo reale e quello fantastico, quello che si vive e quello che si sogna di vivere; quello che ci viene propinato dai mass media, talvolta con messaggi in mala fede per spingere l’utenza all’acquisto o all’utilizzo di beni fasulli atti solo a modificare l’aspetto esteriore delle cose. Al primo posto le protesi. Anche io porto una protesi: la dentiera. Certamente anche per motivi estetici, ma essenzialmente per motivi di ordine tecnico. Dicevano i bisnonni della Scuola Medica Salernitana:” Prima digestio fit in ore!”. In italiano: “ La prima digestione si fa nella bocca!”. In napoletano:”Mazzeca bbuono, c’alleggerisce ‘o stammoco!”. In cilentano: “Magni bbuono e cachi bbuono!” La digestione materiale non si può fare con la fantasia, parimenti la digestione sociale:” Quel tale non lo digerisco proprio!” In napoletano, sempre parlando di digestione:”A chillo nunn’alleggerisco proprio!” oppure: “A chillo ho tengo ‘ngopp’ò stommaco!” quando l’indigestione sociale è proprio al limite, la terminologia partenopea si sposta al sud del corpo dello stomaco, ove trovasi l’organo sessuale maschile che sostituisce la parola “stommaco” ma che, nella fattispecie non oso enunciare, pur figurando, tale vocabolo, nel forbito frasario partenopeo usato in svariati accoppiamenti con verbi, aggettivi e sostantivi vari. Dopo il volo pindarico ritorniamo al titolo del presente articolo che potremmo definire indeterminativo per la futilità della trattazione. La realtà è quella che ci circonda, cioè il clima pre-elettorale. Il candidato, edizione 2012, che non stimi, non digerisci, non sopporti e che ritieni stia a sud del tuo stomaco, prima ti saluta, poi ti stringe la mano ( che vai subito a lavare nella vicina fontana pubblica o nel bagno del bar anche a costo di pagare un caffè), poi mette mano alla tasca come per estrarre il fazzoletto ed invece estrae non uno, ma una ventina di “fac simile” che riponi nella tasca sinistra della giacca, perché nella destra già se ne trovano circa mille di altri candidati il novanta per cento dei quali trovansi, infelice collocazione, a sud del tuo stomaco… Allo spoglio delle schede, vai anche tu, illuso candidato, nel seggio e constati che hai preso un solo voto, o, anche, una sola preferenza. A questo punto ti poni la fatidica domanda:” Chissà chi è stato quell’imbecille che mi ha votato!”. E solo allora, con amarezza, ti accorgi che nemmeno tua moglie ti ha votato! Realtà e fantasia viaggiano di pari passo, con alterne vicende che, però, non sono calibrate. A questo punto rimani con un centinaio di fac simili non distribuiti o anche rifiutati e ti consoli falsamente pensando”Forse se li distribuivo avrei preso qualche suffragio in più…”. La fantasia non ha limiti: la realtà invece li ha! Unica consolazione quando vai in tipografia a saldare la fattura per la pubblicità elettorale, la scritta a pié di foglio:” Sconto dei 5% ai candidati non eletti.” L’alternanza tra realtà e fantasia è utile almeno come antidoto alle delusioni della vita politica, civile, sociale, coniugale, familiare, vissuta in genere.
Catello Nastro
PUBBLICATO SUL N. 15 DEL 21.
4.2012 DI UNICO SETTIMANALE
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